Quando meno te lo aspetti

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  1. fellik
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    Dani, Ale, grazie ^^ sì, so benissimo che questo capitolo è pesante, temo che incontrerete spesso rivelazioni poco carine per tutta la durata della FF.. ma prometto che, andando avanti, mgliorerà!! alternerete pianti a momenti di grandi risate ;) ovviamente se riesco a rendere per iscritto XD dato che è il mio problema principale! (ora Dani mi ammazza sul serio XD) figuratevi che per questo chappy ero entrata in crisi perchè mi sembrava troppo freddo e distaccato! ma a giudicare dalla vostra reazione, beh.. forse devo farmi quelche domanda in meno XD
    anche il terzo capitolo non è molto semplice da scrivere, anche se non sarà così duro ^^ dico solo che è già in stesura! un bacione a entrambe e grazie davvero!

    P.S. Dany, e se ti dicessi che i fogli che ho perso erano per ALTRE fan fiction?! XD dici che il tuo volermi bene frena lo stesso gli istinti omicidi?! (e poi.. tanto per ribattere, direi che come punizione basta la prospettiva della gita! e non mi riferisco alle 18 ore di pullman!)

    Edited by fellik - 28/9/2010, 16:34
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    CITAZIONE (fellik @ 28/9/2010, 15:54)
    Dani, Ale, grazie ^^ sì, so benissimo che questo capitolo è pesante, temo che incontrerete spesso rivelazioni poco carine per tutta la durata della FF.. ma prometto che, andando avanti, mgliorerà!! alternerete pianti a momenti di grandi risate ;) ovviamente se riesco a rendere per iscritto XD dato che è il mio problema principale! (ora Dani mi ammazza sul serio XD) figuratevi che per questo chappy ero entrata in crisi perchè mi sembrava troppo freddo e distaccato! ma a giudicare dalla vostra reazione, beh.. forse devo farmi quelche domanda in meno XD
    anche il terzo capitolo non è molto semplice da scrivere, anche se non sarà così duro ^^ dico solo che è già in stesura! un bacione a entrambe e grazie davvero!

    Devi farti qualche domanda e qualche paranoia in meno sì! XD Rendi sempre tutto non bene ma strabene! *-*
    CITAZIONE
    P.S. Dany, e se ti dicessi che i fogli che ho perso erano per ALTRE fan fiction?! XD dici che il tuo volermi bene frena lo stesso gli istinti omicidi?! (e poi.. tanto per ribattere, direi che come punizione basta la prospettiva della gita! e non mi riferisco alle 18 ore di pullman!)

    -.- dirmi che hai perso roba che potenzialmente era destinata ad altre ff (*-*) non è una grande idea, sappilo! Cmq, sì, il volerti bene frena ancora i miei istinti omicidi! ma io non perderei altri fogli fossi in te, ecco u.u (sulla prospettiva della gita non dico nulla memore anche della nostra ultima chat su msn *ride come una pazza*)
     
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  3. silv89
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    Avevo immaginato qualcosa di simile per la madre di Anna, ma non pensavo che ci sarebbero state tutte queste rivelazioni. Capitolo pesante si, ma direi anche molto emozionante e coinvolgente... ora sono molto curiosa di sapere cosa farà Anna, in che modo cercherà di avere un approccio con la sorella e in che modo la aiuterà Luca... posso immaginare che anche questa volta sarà lui ad aiutarla e questo li farà avvicinare ancora di più.
    Non farti problemi perchè scrivi davvero bene... ^_^ questa ff mi sta piacendo sempre di più... Aspetto il continuo...
     
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  4. alessiapac
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    Mon ti devi fare problemi perchè scrivi benissimo e rendi sempre bene le tue emozioni in un modo specile, allora a presto con il prossimo capitolo!!!!
     
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  5. fellik
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    eccomi tornata! finalmente sono riuscita a vincere (per poco) i problemi di connessione e posso postarvi il terzo capitolo =)
    indovinate un po' ? esatto, a me non piace! l'ho cancellato e riscritto un paio di volte XD sì, è piuttosto corale: non succede nulla di che, ma è comunque importante =)
    rinnovo la dedica: è tuuuutto (come del resto tutta la FF XD) per la mia cara Somma Maestra-collega-cugina-idola-pinguina-uccellatrice-tesoro-pandoro-adottina! in breve tesoro e in arte Dani XD ok, fatta la figura della drogata, ora vi lascio al capitolo!!

    CAP 3

    Erano passati mesi, ormai, da quel giorno pieno di rivelazioni, ma Anna ne ricordava ancora ogni singolo dettaglio.

    Era bastata l’ultima notizia per convincerla a voler prendersi cura della sorellina, ma naturalmente prima ne doveva parlare con Luca, doveva pensarci bene su, dovevano decidere. Dava per scontato, ormai, di non partire più: per quei pochi mesi rimasti voleva stare accanto alla madre e conoscere la sorella, che, nel frattempo, avrebbe cominciato le superiori. Aveva già capito quante difficoltà avesse nell’integrarsi con gli altri, perciò non voleva traumatizzarla con un trasferimento in una città nuova, con nuove persone, nuova casa, nuova scuola, nuovo tutto. Inoltre, se avesse ottenuto anche l’affidamento di Abel, si sarebbe ritrovata da sola a dover mantenere una casa, gli studi suoi e di altre due persone. “Leggermente” difficile, pensò.
    La loro passeggiata era durata ancora poco: Elena doveva tornare per prendere l’ennesima medicina e fare l’ennesima cura. Anna stava per chiamare Luca, quando notò ancora una volta Angelica, seduta a leggere accanto la stanza della madre. Una cosa era certa: quella ragazzina non l’avrebbero sentita parlare o strepitare molto. Con una leggera apprensione, decise di tentare il primo approccio con lei. Le si avvicinò piano.
    “ciao!” esclamò sforzandosi di non far trapelare l’ansia.
    Angelica alzò lo sguardo, incuriosita
    “ciao..”
    “posso sedermi qui?” domandò Anna, sentendosi incredibilmente stupida.
    “sì, certo”. La tranquillità e mancanza di emozioni di Angelica era piuttosto disarmante, pensò Anna. Cominciava a sentirsi a disagio, ma si era già inconsciamente promessa che avrebbe aiutato la sorellastra ad uscire dal suo guscio, proprio come Luca aveva fatto con lei.
    Angelica aveva ricominciato a leggere, ma ad Anna non sfuggì che il suo sguardo era fermo: stava solo aspettando. Non era facile ingannarla, sembrava capire al volo le persone.
    “è sempre il libro di prima?” chiese Anna, consapevole di aver fatto una domanda davvero stupida: quante possibilità c’erano che si trattasse di un altro!? Pochissime.
    “Sì, non è molto facile, mi ci vuole più del necessario per leggerlo”
    “beh, ci credo! Già si fa fatica a capire il titolo, figuriamoci l’intero libro”
    “nah, Freud è più complicato” sminuì la ragazza. Si accorse dello sguardo stranito di Anna
    “ho rinunciato a leggerlo: di una pagina intera era molto se ne capivo tre righe” spiegò trattenendo un sorriso.
    “Ah, okay!” si sentiva sollevata. Alla luce di quell’ultima rivelazione la sorella le sembrava un po’ meno aliena. Si rese conto che Angelica si stava sciogliendo un po’: il suo tono si era fatto meno esitante e più udibile, e il fatto che avesse chiuso il libro era un chiaro segno che si stava rendendo disponibile alla conversazione. Ma che altro chiedere, ora?! Erano comunque due universi diversi, quello adulto e quello adolescenziale, che potevano aver in comune, a parte le sofferenze d’infanzia?!
    Anna decise di andare su un territorio neutrale, alias la scuola.
    “Ha detto mamma che a settembre andrai in prima superiore.. agitata?!”
    “beh.. un pochino, ma è normale. Non conosco nessuno, in classe”
    “Che scuola hai scelto?”
    “classico..”
    “Ammazza! Devi essere bravissima a scuola!”
    “beh, no.. all’esame di terza sono uscita con 10, ma le superiori sono tutta un’altra cosa”
    Anna la guardò incuriosita, ma Angelica era seria. Era davvero convinta di non essere brava.
    “Scusa, vuoi anche di più?!”
    “ ci sarebbe anche la lode!!” era evidente, però, che stesse scherzando. “tu che lavoro fai?” Questa volta era stata lei a prendere l’iniziativa e a fare le domande, cosa che un minimo rincuorò Anna.
    “ecco… farei la poliziotta”
    “faresti?!? Che è, non ne sei convinta?” si lasciò sfuggire, strappando un sorriso ad Anna
    “no, è che sto lasciando il lavoro perché mi piacerebbe iscrivermi all’università.. biologia marina”
    Angelica fece una smorfia.
    “non ti piace?” domandò allora Anna, interpretando correttamente i pensieri della sorellina.
    “beh, no.. ma in fondo non è a me che deve piacere, no? “ guardò l’ora dal suo cellulare, e si alzò in piedi
    “io comunque devo andare.. ciao!”
    Anna ricambiò il saluto e la osservò allontanarsi. Aveva un passo corto e rapido, un buon portamento, ma continuava a tenere con la testa bassa, come a dire “io mi faccio gli affari miei, quindi voi fatevi i vostri”. Parlandole aveva intuito che si trattasse di una persona molto sola, costretta, da tutte le circostanze, a diventare grande troppo presto, e si acuì in lei il desiderio di fare qualcosa per aiutarla.

    Luca era arrivato poco dopo. Il suo primo gesto fu quello di abbracciare l’amica. Erano rimasti a lungo così, almeno un paio di minuti, in totale silenzio. Luca non aveva voluto spiegazioni, sapeva che sarebbero arrivate poco più tardi, l’unica cosa che gli importava era che Anna stesse bene.
    Era irrequieta, non riusciva a darsi pace. Alternava momenti in cui parlava a raffica ad altri di profondo silenzio. E Luca era sempre accanto a lei, sempre pronto a sostenerla e aiutarla, sapeva perfettamente cosa dire e quando dirlo, oppure quando Anna aveva semplicemente bisogno di un abbraccio e di silenzio. Luca sapeva sempre cosa fare per lei, in qualsiasi situazione.. e questo non sarebbe mai cambiato, lo sapevano.
    Prima di andare da Abel, Luca voleva cercare di calmare l’amica. L’aveva portata nel parco in cui tante volte si erano incontrati durante la missione sotto copertura di Anna. Quello che, per ultimo, aveva acceso ancora la confusione e la speranza in loro. Quel parco dove, per l’ultima volta, si erano baciati. Fu proprio sotto il “loro” albero che Anna gli disse tutto. La madre, la sua malattia, la sorella, le brutte esperienze in comune con quest’ultima, e, più in generale, tutto quello che aveva scoperto nella mattina.
    Appena Anna aveva finito di parlare, Luca era rimasto in silenzio a raccogliere le idee, per dire la sua cercando di usare più tatto possibile:
    “Anna, in tutto quello che mi hai detto ti sei data pure le risposte da sola! Ce la fai, tu, tra qualche mese, a partire e portarti dietro entrambi?”
    “non credo. Ma se anche accettassi di fare da tutrice ad Angelica non è detto che mi lascino Abel, e lo sai!”
    “invece secondo me te lo lasciano!”
    “Lu, il punto rimane lo stesso: come faccio? Rimango?”
    “Anna.. non puoi fare a me una domanda del genere! Sai bene che io ti voglio qui con me, quindi è ovvio che ti dica sì, rimani. Ma allo stesso tempo voglio che tu sia felice. Se rimani, lo saresti?”
    “non lo so.. bisognerebbe provare.. ma sai, Roma o Trieste con un bambino e un’adolescente a carico non è che cambi tanto..”
    “tranne che a Roma saremmo in due. Anna, guarda che ho capito che cosa ti spaventa! Io ti sarò sempre accanto, e ti assicuro che non mi spaventa affatto l’idea di riempire casa. In fondo sarebbe come diventare genitori, no?”

    Dopo quella nuova, bellissima certezza, Anna aveva riso. Per Luca non vi era ringraziamento migliore. E, sotto quello stesso albero, ormai testimone e compagno ufficiale dei loro momenti più critici, si erano stretti in un lungo, bellissimo abbraccio. Uno di quelli che cercherai sempre. Perché è in esso che sono racchiuse tutte le risposte di cui hai bisogno.


    In quei mesi trascorsi, Elena si era spenta lentamente, ogni giorno un po’ di più, contrariamente al suo rapporto con Anna che, invece, cresceva rapidamente.
    La partenza ormai era saltata del tutto: Anna era legalmente tutrice di Angelica, e le avevano da poco comunicato che era stata considerata idonea all’adozione di Abel.
    Ma con il passare dei giorni si era resa conto, conoscendo meglio la sorella, che aveva dato per scontato fin troppe cose sul suo conto: certo, non parlava mai, non si lamentava, non era difficile da gestire, inoltre aiutava in tutto. Ma era evidente che avesse qualcosa che non andava. Non era tanto la paura degli adulti, la diffidenza e la timidezza che raggiungevano livelli quasi spaventosi, ma a preoccupare veramente Anna era il fatto che le si leggesse in faccia che stava male. Aveva cercato di parlarle più volte, ma l’unica risposta che aveva ottenuto era sempre “è solo un po’ di stanchezza”.
    Di insistere non se la sentiva: già era stato difficile conquistarsi quel minimo di fiducia da parte della sorella, non voleva perderla standole troppo addosso o dandole quell’impressione. Luca cercava sempre di fare il possibile per aiutare Anna e anche Angelica, ma questo era certamente il punto più critico: Angi era terribilmente spaventata da lui, e non riusciva a sciogliersi nemmeno un po’, nonostante lo conoscesse ormai da mesi.
    “Angi, tutto a posto?” le domandò Anna preoccupata, vedendola assorta sulla sua tazza di latte.
    “sì perché?”
    Era sulle spine. Non era facile coglierla di sorpresa e ottenere una risposta che spiegasse veramente cosa la turbasse.
    “no, niente, è che ti vedo un po’ giù”
    “mi sono anche svegliata un quarto d’ora fa”
    Anna aveva notato, però, che mano a mano che l’orario in cui la sorella doveva andare a scuola si avvicinava, e più lei s’incupiva. Pensava fosse solo una sua impressione, ma pure Luca aveva confermato la sua ipotesi. Giunti a quel punto della conversazione, però, lasciava sempre cadere l’argomento, cambiandolo.
    “impegni di oggi pomeriggio?” sapeva sempre la risposta, ma sperava comunque, prima o poi, di sentirne una diversa.
    “a parte studio e allenamento niente, come sempre”. Studio e ginnastica. Erano queste le uniche attività di Angelica. Certo, il suo sport le prendeva molto tempo, ma nulla che non potesse tranquillamente conciliare con amici e cose simili.
    Eppure non usciva mai.
    Luca era entrato in tempo per sentire l’ultimo scambio di battute, ma si limitò a scambiarsi un’occhiata con Anna senza parlare. Avrebbero voluto più di qualsiasi altra cosa che Angelica riuscisse ad aprirsi con Luca: lui più di chiunque aveva la forza e la pazienza di aiutarla, ma si prospettava un impegno non indifferente.
    “Angelica, prima di andare in commissariato passa nella zona della tua scuola, ti posso portare io, se vuoi” tentò Luca. Ogni tanto provava un approccio simile, ma non voleva essere troppo insistente: lei accettava sempre, è vero, ma solo per educazione.
    “Non è oggi che arriva Abel?” domandò improvvisamente mentre toglieva le cose della colazione dal tavolo. Con il bambino aveva legato molto, sia perché la divertiva il fatto di ritrovarsi improvvisamente zia, sia perché, trattandosi appunto di un bambino, non era spaventata da lui.
    Per Anna e Luca questa non poteva che essere una buona notizia, soprattutto visto che per motivi di spazio i “piccoli” avrebbero diviso la camera.
    “Sì, lo dobbiamo andare a prendere più tardi. Vuoi venire con noi?”
    “Posso?”
    “certo che puoi, tesoro! dai, ora vai a finire di prepararti, qui finisco io”
    “non devi andare al lavoro?”
    “sì, ma faccio in tempo, non ti preoccupare! E poi il commissario non si arrabbia.. vero commissario?”
    “vero!” rispose Luca con un sorriso.
    Sì, Anna non solo aveva rinunciato a partire per Trieste, ma aveva anche deciso di non lasciare la polizia. Sul primo momento non era particolarmente convinta di questa sua nuova decisione, ma le era bastato poco per capire, invece, che aveva fatto la scelta giusta.
    Come Angelica si allontanò da lì, Luca si avvicinò ad Anna e l’avvolse in un abbraccio.
    “ ‘giorno piccola!”
    “ ‘giorno”
    “che c’hai?”
    “a parte il solito sono un po’ agitata per il fatto di Abel.. insomma, se anche con lui ci è sembrato tutto più facile di quello che è in realtà?”
    “e io che ci sto a fare qui, Anna? Lo sai, è questione di tempo, poi tutto sarà più semplice. Ma non mollare subito!”
    “no..” il suo tono non era convinto
    “si, vabbè, perché ci credo se lo dici così, eh? Vieni qua!”
    Le tolse dalle mani la spugna e la strinse forte in un altro abbraccio, stampandole un bacio sulla guancia.
    “oggi non è giornata, eh?” le sussurrò all’orecchio.
    “penso proprio di no” rispose lei sempre sussurrando, lasciandosi cullare dalle forti braccia dell’amico. Adorava stare così: non c’era nulla al mondo che la facesse sentire più protetta.
    I passi leggeri di Angelica li costrinsero a separarsi in fretta, ma alla ragazza non era sfuggito niente.
    “ma.. non è che dovete smettere perché ci sono io, eh?” disse con tranquillità lasciando andare lo sguardo da Anna e Luca e viceversa. Loro due si guardarono, un misto tra l’imbarazzato e il sorpreso: zitta zitta, ma Angi percepiva tutto.
    “ vabbè, ho capito: Aspetto giù in macchina.” disse ancora lei prima di uscire dall’appartamento.
    “no comment, eh! Mi sa che è meglio!” esclamò Anna con un sorriso, riprendendo in mano la spugna.
    Luca ridacchiò.
    “ Vado pure io, sennò le faccio fare tardi. A dopo” un ultimo bacio sulla guancia e poi uscì anche lui.

     
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  6. alessiapac
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    bel capitolo anche questo ma anche tosco, certo non come il secondo ma bello tosto pure questo; detto questo spero che Angelica si possa aprire e ritornare ad essere felice, spero anche che si crei un bellissimo raopporto fra tutto quanti i componenti della casa Benvenuto - Gori!!!!!!
    bellissima la scena finale dell'abbraccio fra Luca e Anna e quando si staccano perchè sentono arrivare Angelica e lei che gli dice di contunuare!!!!
    Al prossino capitolo!!!!!
     
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  7. AudreyLP
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    Mi sono sciolta!
    Stupenda sara stupendaaaa!
    Carini Anna e Luca e Angelica! Genitori *__*

    *vado a preparare armi e bagagli per la missione Sari xD*
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    CITAZIONE (fellik @ 6/10/2010, 20:56)
    rinnovo la dedica: è tuuuutto (come del resto tutta la FF XD) per la mia cara Somma Maestra-collega-cugina-idola-pinguina-uccellatrice-tesoro-pandoro-adottina! in breve tesoro e in arte Dani XD ok, fatta la figura della drogata, ora vi lascio al capitolo!!

    Li hai detti tutti i soprannomi, sì!?, no perché non vorrei te ne fossi persa qualcuno per strada: ci tengo a 'ste cose io! u.u *si nasconde nella fossa e tu sai perché XD XD*

    Premettendo che il capitolo potrei finire per quotarlo tutto, mi limito ad un paio di cose che mi hanno colpito particolarmente...

    CITAZIONE
    Di insistere non se la sentiva: già era stato difficile conquistarsi quel minimo di fiducia da parte della sorella, non voleva perderla standole troppo addosso o dandole quell’impressione. Luca cercava sempre di fare il possibile per aiutare Anna e anche Angelica, ma questo era certamente il punto più critico: Angi era terribilmente spaventata da lui, e non riusciva a sciogliersi nemmeno un po’, nonostante lo conoscesse ormai da mesi.

    Questo dettaglio è un elemento fondamentale della storia, secondo me... È terrorizzata da Luca perché identifica in lui il pericolo in quanto uomo e adulto e, questo, dimostra chiaramente il suo trauma. Per contro, penso anche io come Anna e Luca, che la nascita di un rapporto di fiducia con lui segnerà la ripresa di Angelica (non si capisce che questo nuovo personaggio mi intriga e mi piace, vero!? XD)

    CITAZIONE
    Come Angelica si allontanò da lì, Luca si avvicinò ad Anna e l’avvolse in un abbraccio.
    “ ‘giorno piccola!”
    “ ‘giorno”
    “che c’hai?”
    “a parte il solito sono un po’ agitata per il fatto di Abel.. insomma, se anche con lui ci è sembrato tutto più facile di quello che è in realtà?”
    “e io che ci sto a fare qui, Anna? Lo sai, è questione di tempo, poi tutto sarà più semplice. Ma non mollare subito!”
    “no..” il suo tono non era convinto
    “si, vabbè, perché ci credo se lo dici così, eh? Vieni qua!”
    Le tolse dalle mani la spugna e la strinse forte in un altro abbraccio, stampandole un bacio sulla guancia.
    “oggi non è giornata, eh?” le sussurrò all’orecchio.
    “penso proprio di no” rispose lei sempre sussurrando, lasciandosi cullare dalle forti braccia dell’amico. Adorava stare così: non c’era nulla al mondo che la facesse sentire più protetta.
    I passi leggeri di Angelica li costrinsero a separarsi in fretta, ma alla ragazza non era sfuggito niente.
    “ma.. non è che dovete smettere perché ci sono io, eh?” disse con tranquillità lasciando andare lo sguardo da Anna e Luca e viceversa. Loro due si guardarono, un misto tra l’imbarazzato e il sorpreso: zitta zitta, ma Angi percepiva tutto.
    “ vabbè, ho capito: Aspetto giù in macchina.” disse ancora lei prima di uscire dall’appartamento.
    “no comment, eh! Mi sa che è meglio!” esclamò Anna con un sorriso, riprendendo in mano la spugna.
    Luca ridacchiò.
    “ Vado pure io, sennò le faccio fare tardi. A dopo” un ultimo bacio sulla guancia e poi uscì anche lui.

    'sto pezzo meritava di essere citato tutto perché Angelica è semplicemente un genio! u.u Ha già capito tutto! XD XD E poi vogliamo sottolineare quanto sono belli Anna e Luca insieme!? *________*

    Ok, direi che quello che penso è abbastanza chiaro, vero tesoro!? Questa ff è bellissima *-* ed è inutile che dici che non ti piace, tanto sai di non far testo in questo u.u

    E poi, e soprattutto, grazie per la dedica *__________* <333
     
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    Oltre la ragione, solamente io conosco cosa c'è...quell' AMORE CHE HO PER TE!

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    Tesoro, meravigliosooo!
    Che bello che Anna non sia partita.. sono contenta, grazie Angelicaaaaaaa!
    Maaa Luca che l' abbraccia sempre?!?! E' più tenero di un topolinooooo! *-*
    La vedo difficile la situazione.. ma sono sicura che ce la fanno, come sempre! La raagazzina mi sta simpatica.. troppo forte quando li sorprende abbracciati! :D
    Quando la continuiii?
    ti voglio beneee!
     
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  10. fellik
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    grazie ragazze ^^ oooh visto che non siete tante posso pure ringraziarvi una per una XD
    Ale: questione di tempo ;) dico giusto questo! e spero pure io di poter continuare presto XD
    Marty: quando mai tu non ti sciogli?! XD *si mette ad aspettare Marty per la missione sari seduta sulla sua valigia*
    Dani: no, manca cerbiatto ai soprannomi perchè è quello nuovo di oggi ù.ù comunque vieni fuori da quella fossa, timidona! io il perchè lo so, ma siamo le uniche, quindi non c'è bisogno che t'imbarazi XD (ma quanto sei carina! *___*)
    per il fatto "adorazione Angelica" noooo! scherzi!?! come mi hai scritto via mess, le stai facendo la statua d'oro XDXD e ok, io non faccio testo, ma tanto NON MI PIACE!!! ecco ù.ù
    Barby: luca più tenero di un topolino XD hahahha! (Daniii! ecco cosa sei, oltre tutta quella sfilza di roba! un temnerissimo topolino!! ok, mo basta XD)
    essì, la situazione non è delle più semplici.. mo vedrete, no!? muahah che bello tenervi sulle spinee! in ogni caso sparo di continuare presto, ma come sai, non sono messa benissimo tra scuola e casa =)

    ancora grazie a tutte, e un bacionee! <3
     
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  11. silv89
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    Stupendo anche questo capitolo!
    Che bello che Anna non sia partita e che ora si prenda cura di Angelica... Bellissimo il rapporto tra Anna e Luca :wub: , gli abbracci... e mi piace molto anche il modo con cui Luca cerca di approcciarsi ad Angelica... anche se penso ci vorrà tempo perchè lei riesca a fidarsi... Fantastico il pezzo in cui Angelica li sorprende abbracciati.. eheh
    Gran bel capitolo... non vedo l'ora di leggere il prossimo.. questa storia mi piace moltissimo!!
     
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    Oh, finalmente il mio commento! *ò*
    Cioè, quotarti le parti di tutti e tre i capitoli è massacrante, però ancora ce l'ho in mente le varie scene!
    I miei Lucanna... leggendo questa fanfiction mi sembra di tornare ai vecchi tempi. Quando non bastavano parole, bastava vederli insieme. L'ho letta con un gran magone.
    La storia è scritta stupendamente, tesoro di papà. Tremendamente triste il punto principale della storia. Non lo so. Sarà che ho immaginato come potesse sentirti Anna sapendo che a sua madre manca poco tempo. Pensare che perderai una persona cara. Lo so che non dovrei pensarci, perché poi mi viene in mente mio padre e inizio a stare male... : ) però, oh! E' scritta troppo bene per non immedesimarmi! xD
    Per quanto riguarda Angelica... beh, sono sicura che sia Anna che Luca faranno un ottimo lavoro! E... non so perché, ma la vicinanza con Abel potrebbe aiutare, secondo me : )
    Complimenti tesoro mio! <3
    Attendo con impazienza il quarto capitolo! <3 *-*
     
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  13. fellik
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    e dopo un mese eccomi di ritorno! scusate, non avete idea di che casino sia stato ç__ç spero di farmi perdonare con questo cap :) inizialmente ero convinta fosse corto, ma poi.. beh.. non mi smentisco mai XD Come sempre, come tutta la FF grandissima dedica alla Dani <3 un grazie speciale va a Francesca, la mia figlioletta cara :P ora vi lascio al capitolo! buona lettura!!

    CAP 4

    Le paure di Anna si erano rivelate inutili: l’arrivo di Abel non aveva portato nessun genere di problema, anzi, stava quasi aiutando Angelica ad aprirsi un pochino di più, già aveva smesso di chiudersi a riccio ogni qualvolta Luca si rivolgesse a lei, e, anche se non sembrava, questo era un gran passo in avanti.
    “Angi, Abel, sbrigatevi che perdete l’autobus!!”
    Ogni mattina era la stessa storia: riuscire a impossessarsi del bagno, soprattutto, era diventata una lotta all’ultimo sangue. Luca e Anna ci avevano un po’ rinunciato, decidendo, per il bene comune, di lasciare che finissero prima i loro “piccoli”, soprattutto visti gli orari meno elastici. Ogni mattina si aspettavano, scendevano insieme, poi Angi portava Abel alla fermata del suo pullmino, dove, in genere, c’erano dei suoi amichetti, e lei correva a prendere il suo autobus.
    “Abel!! Ci sei?!?”
    Era sempre la prima ad essere pronta, anche se la sua voglia di andare a scuola era sotto zero, e si vedeva. Più che altro era evidente che avesse dei problemi, ma dal momento che non voleva parlarne Anna e Luca stavano cercando di risolvere mandando Abel in avanscoperta.
    “sì, andiamo”
    Un saluto urlato ed eccoli già fuori di casa, con i loro zaini sulle spalle.
    A quel punto erano Anna e Luca a prepararsi, con più calma e molta meno confusione, poi, insieme, andavano al commissariato.
    Con loro sollievo quello era un periodo fiacco: non avevano casi particolarmente difficili, solo cose che nel giro di giorni o poche settimane si risolvevano.
    Un’altra grande novità, accolta con gioia da tutti, era stato il ritorno di Elena. Non ci aveva impiegato molto a capire che la vita che le offriva Davide non era quella che voleva, e quindi, senza scomporsi, era tornata a Roma in fretta e furia. La persona forse più contenta di tutti per questo ritorno era Anna. In fondo era con lei che si confidava sempre, soprattutto su argomento Luca: dopo l’episodio della doccia, ormai vecchio di alcuni mesi, non era più successo nulla di così rilevante. Eppure lui continuava a mantenere un atteggiamento così ambiguo! A volte sembrava dovesse fare uno sforzo di volontà enorme per trattenersi dal saltarle addosso, altre, invece, era totalmente indifferente.
    “Annuccia tesorooo! Scendi dalle nuvole!!” esclamò Elena entrando nell’ufficio
    “come mai questo entusiasmo?”
    “come mai questa depressione?”
    “ non sono depressa!”
    “certo, e io sono la regina d’Inghilterra. Vieni a prendere un caffè, dai!”
    Con poche cerimonie Elena artigliò il polso dell’amica per trascinarsela ai distributori, ignorando le sue proteste. Stava per inserire la prima monetina nella fessura quando si sentirono chiamare da Luca
    “ragazze mie, mi dispiace disturbarvi mentre siete in pausa caffè, ma ci è arrivata una segnalazione, devo mandare voi”
    “di che si tratta?” chiese Elena facendosi seria.
    “ è stato ritrovato il cadavere di un ragazzo di 17 anni, non sappiamo bene cosa c’è dietro. Questo è il posto, fatemi sapere”
    Loro uscirono, seguite con lo sguardo dal commissario che non riusciva a fare a meno di chiedersi che avesse Anna.

    Il loro caso si rivelò più complicato di quanto sperassero. Il corpo di Michele Crupi, il diciassettenne morto, si trovava dalla parte opposta di Roma rispetto a dove abitava lui. A togliergli la vita era stata una coltellata in pieno petto che, stando al primo giudizio del medico legale, doveva avergli perforato un polmone. I genitori di Michele, non vedendolo tornare, si erano preoccupati e avevano allertato la polizia, poco dopo avevano ricevuto anche la segnalazione del ritrovamento del cadavere e, ovviamente, nessuno che avesse visto niente o sapesse nulla, come sempre. Il corpo era in una piccola stradina secondaria, in una zona che non brillava particolarmente di una fama molto gradevole. A ritrovare il cadavere e dare l’allarme era stato un gruppetto di ragazzi suoi coetanei, di nazionalità rumena. Lo conoscevano di vista, dissero. Solitamente girava con un gruppetto di amici, ma non sapevano chi fossero e soprattutto dove fossero, perché Michele era solo.
    La prima cosa da fare, ovviamente, era parlare con i genitori: domande standard e di prassi per cercare di capirci qualcosa in più. Elena, però, era assolutamente convinta che avrebbero potuto ricavare delle informazioni utili solamente dagli amici: se c’era qualcosa da sapere l’avrebbero ignorato anche i genitori del ragazzo, che già stavano arrivando sul posto.
    Come previsto non scoprirono pressoché nulla, risposte standard a domande standard: “Michele era un bravo ragazzo” “chi poteva avercela con lui?” “Era un ragazzo modello” “tutti gli volevano bene” “era un adolescente: non diceva quasi mai quel che faceva” e via così.
    Anna ed Elena rientrarono in commissariato con praticamente nulla in mano: l’unica informazione utile, dietro a grande insistenza dell’Argenti, erano stati i nomi degli amici con cui Michele era solito trascorrere il suo tempo, ben sapendo che avrebbero dovuto aspettare almeno la fine della giornata scolastica prima di poter parlare con loro. Se al momento il caso era pressoché morto, nel giro di poco, lo sapevano, avrebbero avuto una gran quantità di materiale su cui lavorare considerando referti della scientifica e quant’altro.
    “… magari sentiamo cosa dicono quelli del suo gruppetto, e risentiamo anche quei ragazzini rumeni. In fondo l’omicidio è avvenuto nella loro zona, non credo che ignorino proprio totalmente cosa succede lì intorno” finì di spiegare Elena nell’ufficio del commissario.
    “certo, perfetto. Vi siete fatte qualche idea?”
    “nulla, per ora non riusciamo a muoverci verso nessuna direzione. Ma è questione di tempo, come sempre.”
    “testimoni?”
    “nessuno, per ora. Ma salteranno fuori”. Da quando era tornata, Elena era l’ottimismo fatto persona, ed era diventata praticamente subito l’anima del distretto.
    “perfetto, ragazze. Appena scoprite qualcosa di nuovo fatemi sapere!”
    Stavano uscendo entrambe quando Luca chiamò Anna chiedendole di fermarsi.
    Era da quando avevano riempito casa che, di tanto in tanto, lei aveva diversi sbalzi d’umore. Forse aveva un po’ sottovalutato le difficoltà oggettive del riuscire a crescere due ragazzini, soprattutto se non si poteva definire normale la loro infanzia. Di certo la sua vita e quella di Luca erano cambiate totalmente: meno privacy, più attenzione il quel che facevano o dicevano, orari un minimo più rigidi per il tornare a casa e molte altre cose. Adattarsi a una nuova situazione, indipendentemente da cosa essa sia, non era certo qualcosa che poteva avvenire nel giro di poco tempo.
    “Anna, che succede?” domandò Luca gentilmente. Aveva visto già dal mattino che, per l’amica, si prospettava una giornata non particolarmente piacevole, ma lei si limitò a scuotere la testa:
    “oggi è un po’ così, ma non è niente, davvero.”
    Ma Luca non si accontentò della risposta, e si alzò dalla sua poltrona di commissario indicando ad Anna l’ormai famoso divano del suo ufficio, chiedendole ancora una volta cosa la turbasse.
    “Luca, sul serio non è niente! un po’ di stanchezza.. e anche che ogni tanto mi viene come nostalgia di quelle serate in cui eravamo solo io e te, ecco”
    Lui le sorrise, scostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi.
    “ma a questo si può rimediare. Angelica e Abel sono abbastanza grandi da lasciarli soli in casa senza che facciano danni, no? Allora dopo glielo diciamo e noi andiamo via per conto nostro. Pensi che sia fattibile?”
    “sì, si può fare.. sperando che non succedano casini, nel frattempo” sorrise Anna in risposta.
    Ma non fece in tempo a finire la frase che il suo cellulare prese a squillare. il nome “angelica” lampeggiva sul display.
    “oh, ma che è, l’hai chiamato, il casino?” esclamò Luca. Sapevano entrambi che se Angi chiamava voleva dire solo che era successo qualcosa di grave o di importante: se poteva cercava d risolvere sempre tutto da sola, inoltre, per non disturbare, preferiva mandare dei messaggi piuttosto che chiamare, così il destinatario avrebbe letto e risposto solo quando poteva, e il disturbo che recava era piuttosto relativo.
    Quasi spaventata, Anna rispose.
    “Ang??”
    Luca accostò l’orecchio all’apparecchio, per riuscire a sentire quel che diceva la ragazzina. La prima cosa che notò, con sollievo, era il suo tono tranquillo.
    “ciao Anna… puoi parlare?”
    “certo, dimmi. È successo qualcosa?”
    “no.. cioè sì.. insomma, sono al pronto soccorso, ma non è niente, quando hai tempo potresti venirmi a prendere? Da sola non mi mandano via perché sono minorenne..”
    Anna chiuse un attimo gli occhi per incassare il colpo
    “come al pronto soccorso, cos’è successo?”
    “niente! oddio, niente.. non è grave, diciamo questo.. ma te lo posso spiegare dopo?”
    “ma stai bene?”
    “sìsì, tutto a posto! Però penso che ti vogliano parlare sia i dottori che i prof, non so bene perchè..”
    “non sai bene perché. Tesoro, sei in ospedale, fattele due domande!”
    “e vabbè, ho capito, ma non è che sia successo chissà cosa!”
    Anna lasciò andare un sospiro
    “dai, non importa. In che ospedale sei?”
    Ottenuta la risposta chiuse la chiamata, dicendo alla sorellina che sarebbe arrivata nel giro di pochi minuti.
    Luca, che aveva seguito tutto il discorso, si ritrovava un po’ spiazzato:
    “beh.. non mi sembrava agitata, non credo sia qualcosa di preoccupante”
    “forse no, ma tu l’hai mai vista agitarsi seriamente per qualcosa?” ribattè Anna
    “beh, non direi”
    “appunto”
    “vabbè, dai, ma non sarà niente! vieni, andiamo a prenderla, vengo con te”
    Ci misero pochi minuti a raggiungere Angelica, che se ne stava tranquillamente seduta nel corridoio, aveva una gamba ingessata e un polso fasciato. Con lei c’era la sua professoressa di letteratura, che sembrava stesse cercando di coinvolgerla in una conversazione, ma non ci stava riuscendo splendidamente.
    “Angi!” esclamò Anna per attirare l’attenzione della ragazzina, che si voltò di scatto
    “ehi, ciao.. scusate se vi ho fatto venire, davvero, avrei preso l’autobus o la metro, ma non mi hanno lasciata andare”
    “con una gamba rotta? Ma hai battuto pure la testa?” chiese Luca scettico
    “ma non è quello! Non volevo disturbare”
    Luca, automaticamente, le passò una mano sui capelli, in un carezza
    “Disturbare.. ma quando, eh!? Non ti preoccupare di questo”
    Angelica era ammutolita, ma, notarono anche Anna e Luca, per la prima volta non si era né ritratta né irrigidita davanti a un contatto vero e proprio: per quanto innocente e insignificante, in genere, sarebbe bastato per spaventarla.
    Anna le prese il volto fra le mani:
    “quando comincerai a fidarti, Angelica? E soprattutto a capire che non sei un peso?”
    “ehm.. vi volevano parlare i dottori” mormorò la ragazzina in risposta, tentando di cambiare argomento, impacciata.
    Ma non erano solo i dottori a voler parlare con loro, e mentre Angelica e Anna erano con il medico, la professoressa prese da parte Luca:
    “senta, forse non glielo devo dire io, ma conoscendo Angelica non credo che lo verrete a sapere.. ecco, lei quasi sicuramente vi dirà che si è rotta la gamba cadendo male durante educazione fisica.. ma non è andata così: dei bidelli hanno visto tutto e.. beh, un paio di suoi compagni di classe l’hanno spinta giù dalle scale. Ora, deduco sappiate come vanno le cose a scuola..”
    Luca la guardò stupito
    “ecco, veramente.. Angelica non parla per niente di quello che le succede”
    “ah.. e allora io mi limito a dire che non ho veramente idea di come faccia a sopportare il tutto. Non.. non la trattano molto bene. Non credo ci sia un motivo preciso, ma non lo posso sapere, in quella classe sono bravissimi a nascondere le cose, anche se di qui a fare volutamente del male ad una compagna ce ne vuole”
    “beh, dipende dalle motivazioni..”
    La professoressa lo guardò scettica:
    “senta, io non so come si comporta Angelica a casa, ma in classe a volte fatichiamo ad accorgersi della sua presenza, tanto sta zitta e buona. I compagni, da quel che vedo, la considerano solo in tre momenti: quando c’è bisogno di un volontario per una qualche interrogazione; quando sono interrogati loro e hanno bisogno di suggerimenti e durante i compiti in classe. Per il resto non voglio nemmeno sapere io cosa le fanno. Ripeto, non so perché l’hanno spinta giù dalle scale, ma è andata così. Inoltre, da quel che hanno detto i medici mentre la ingessavano, le hanno trovato una discreto numero di lividi. E non sono dovuti alla caduta di stamattina”
    Luca si mordicchiò il labbro inferiore: questo spiegava perché Angelica non uscisse mai con i suoi compagni di classe, perché sembrava chiudersi sempre di più piuttosto che aprirsi, e soprattutto perché diventava sempre più cupa ogni volta mattina, a mano a mano che si avvicinava l’ora in cui doveva andare a scuola.
    “Non ne avevamo la minima idea, Angelica non parla mai di quello che le succede. Ma ora faremo attenzione, grazie “ balbettò Luca. Ora come lo diceva ad Anna!? E come potevano fare per aiutare Angelica? Prima che uno dei due potesse parlare ancora, tornarono Anna e Angelica, quest’ultima che camminava con l’ausilio di un paio di stampelle.
    “che ha detto il dottore?” domandò Luca. L’espressione nervosa e arrabbiata di Angelica diceva chiaramente che le notizie non dovevano essere poi così belle.
    “ehm.. è una brutta frattura e che non può assolutamente forzare la gamba.. tra un mese possiamo tornare a togliere il gesso”
    “andiamo a casa?” chiese Angelica brusca. Fece per prendere lo zaino, ma Luca fu più veloce di lei
    “che fai? Meglio se non ti carichi troppo. Dai, andiamo”
    Per tutta risposta Angi salutò la professoressa che l’aveva accompagnata in ospedale e saltellò verso l’uscita.
    “rischia di avere problemi con Ritmica” spiegò Anna a Luca.
    “ma no.. è l’unica cosa che ha, comprometterle pure quella no!”
    “eh, lo so. È per questo che è nervosa. Dovrà fare molta fisioterapia, e non è nemmeno detto che recuperi veramente bene”
    Luca non rispose, ma entrambi accelerarono il passo e la raggiunsero in pochi istanti. Se normalmente Angelica non parlava, in quel momento se ne stava ancora più zitta: appoggiata con la fronte contro il finestrino guardava fuori, ascoltando la musica dal suo I-pod. Ogni tanto una lacrima silenziosa le rigava le guance. Si era volutamente isolata, chiudendosi a riccio. Anna e Luca avevano provato a coinvolgerla in una conversazione, senza ottenere risposta, e non sapevano dire se fosse perché non sentiva o se li stesse volutamente ignorando. In realtà, inizialmente, captava solo qualche parola ogni tanto, ma poi aveva spento la musica senza però togliersi le cuffiette, ed era così stata in grado di sentire la conversazione semi sussurrata di Anna e Luca: parlavano di rimandare la loro serata insieme, per far sì che a casa ci fosse stato qualcuno in caso Angelica avesse bisogno. Tanta premura e disponibilità nei suoi confronti la intenerirono e stupirono, cosa che rafforzò ancora di più il suo desiderio che Anna e Luca non dovessero rinunciare a nulla per stare dietro a loro. Ora doveva solo pensare a come dirgli di uscire senza fare caso a lei.
    Ma per quel giorno i “problemi” non erano certo finiti: abitando al quarto piano che potevano trovare, se non l’ascensore rotto!?
    “bene.. come ci arriviamo in casa adesso?” domandò Anna dubbiosa
    “per le scale” rispose Angelica tranquillamente. Saltellò fino alla prima rampa e si sedette sui gradini
    “mi potete portare voi le stampelle, per favore?” domandò con la sua vocina sottile, prendendo a salire le scale da seduta. Riusciva a fare forza sulla gamba e sul polso sani, ma ci impiegava comunque una gran quantità di tempo e di fatica. Luca la guardò scettico
    “alzati dai! Vieni qua”
    Ma prima che Angelica potesse ribattere o potesse rendersi conto di qualsiasi cosa, Luca l’aveva già presa in braccio.
    “No, Luca, oh.. peso troppo, mettimi giù!”
    “ehi, se lo dici un’altra volta ti rompo anche l’altra gamba, eh? stai tranquilla, Angi!”
    La ragazzina rispose con una smorfia:
    “sì, anch’io ti voglio bene”
    Ma per la prima volta non sembrava terrorizzata dalla presenza di Luca. E il fatto che fosse tranquilla in braccio a lui era un enorme passo in avanti.
    Erano a casa già da parecchio, quando Luca e Anna bussarono alla stanza di Angi.
    “possiamo?” chiese la sorella
    “certo.. è successo qualcosa?”
    “ no beh.. volevamo chiederti come è successo” Luca accennò alla gamba, cercando di sembrare tranquillo
    “ehm.. in palestra, sono caduta male saltando con la cavallina..” improvvisò Angelica.
    “Angi, sicura che sia andata così?” anche Anna non aveva creduto alla storia della palestra.
    “beh, ehm.. sì, come deve essere andata?”
    Luca sospirò:
    “Angelica, senti.. noi lo sappiamo come sono andate veramente le cose. Purtroppo per te, se ce lo volevi nascondere, c’è chi ha visto che non può mettere a tacere la cosa. Noi.. noi non sappiamo cosa ti succede a scuola, anche se è ovvio che qualcosa non vada per il verso giusto. In ogni caso noi siamo qui ad aspettare che tu te la senta di dircelo, e s e non a noi beh, a qualcuno di cui ti fidi. Pensaci Angelica, per favore: questa vota era la gamba, e se la prossima volta vanno più sul pesante?”
    Anna si sedette accanto alla sorella e le fece una carezza delicata, uno dei pochi contatti che non la mandavano in confusione:
    “Posso capire che tu non ne voglia parlare con noi, anche se forse ti potremmo aiutare. Però se continui a tenerti tutto dentro prima o poi scoppi.. non c’è proprio nessuno di cui ti fidi? Non lo so, una prof, un’amica..”
    Gli occhi di Angelica si inumidirono. Aprì la bocca per ribattere, ma avvertendo che, se avesse emesso un suono qualsiasi sarebbe scoppiata a piangere, la richiuse e si limitò a scuotere la testa.
    Anna capì di essersi spinta fino al limite, quindi rispose dandole un bacino sulla fronte
    “in tal caso aspettiamo che tu sia pronta a parlare con noi. ora riposati un po’”
    Sì alzò e uscì dalla camera, portando Luca con sé.
    Forse era passata un’ora quando sentirono i passi irregolari di Angelica nel corridoio. Sembrava molto più tranquilla e determinata.
    “ehi.. avete ragione, vi devo parlare. Ma solo ad un patto: so che voi stasera dovevate uscire da soli, ho sentito prima. Bene: ho una gamba rotta, non rischio di morire da un momento all’altro, quindi voi uscite, vi divertite e domani parliamo. Ci state? E no, questo non è un ricatto!” all’ultima frase trattenne un sorriso: li aveva braccati.
     
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  14. alessiapac
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    Bellissimo capitolo povera Angelica, ma perchè ogni volta finisci il capitolo sul più bello?
    Cosa è successo veramente ad Angelica, spero che al prossimo capitolo lo capiremo, non farci aspettare troppo, e ancora bravissima come sempre!!!!
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    Allora, ti dico solo che oscillo tra la rabbia che vorrei molto violentemente scaricare su quegli idioti che hanno spinto Angi giù dalle scale e l'amore per tutta l'ultima parte XD XD

    Facciamo che su quei tipini non dico nulla ù.ù passiamo alle cose piacevoli del capitolo! XD Nella drammaticità della gamba rotta, che mette a rischio l'unica passione di Angelica, ci sono anche i passi in avanti nel suo rapporto con Luca: con Anna c'era già un minimo di fiducia ma con lui finora c'era sempre stato un distacco dovuto al terrore. Sarà importante il rapporto che riuscirà a creare con Luca per superare tutto quello che ha passato, ne sono sicura! *-*

    Due cose, infine: Angi è un genio quando convince Luca e Anna a uscire se vogliono che lei parli con loro e Elena è un mito ad aver piantato Castelli e essere tornata! XD XD

    Ora, mi metto tranquilla ad aspettare il prossimo cap! Grazie mille per la dedica e ti voglio bene! <3
     
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41 replies since 2/9/2010, 21:14   1912 views
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