Quando meno te lo aspetti

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  1. fellik
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    allooooora, premetto che è un distretto a modo mio, ecco ù.ù diciamo che... Anna sta per partire per Trieste, ma succede qualcosa che.. beh, cambia un po' i piani! ma cosa succederà!? booh! primo capitolo! un po' lunghino, in effetti XD tanto per cambiare a me non piace, ma dettagli! Grande dedica a Daniela, la mia Idola, Somma Maestra, Cuginona e Collega =) mi segue sempre con u entusiasmo tale che mi sembra il minimo! buona lettura!

    Quando meno te lo aspetti

    “ Anna, devo dirti una cosa importante, appena puoi chiamami, per favore. Purtroppo non possiamo rimandare. Mamma”

    Anna riavvolse il nastro della segreteria per ascoltare nuovamente il messaggio

    “ Anna, devo dirti una cosa importante, appena puoi chiamami, per favore. Purtroppo non possiamo rimandare. Mamma”

    La ragazza sospirò e si voltò verso l’amico che, seduto sul divano, la guardava con aria di attesa.
    “che dici, devo chiamarla?”
    “quale risposta vuoi sentire?” domandò Luca allargando le braccia per accogliere Anna, che vi si rifugiò immediatamente.
    “quella che pensi veramente”
    “allora non me lo dovresti nemmeno chiedere, lo sai come la penso. So che tu e tua madre non avete un grandissimo rapporto, ma non vorrei che tu facessi lo stesso errore che ho fatto io con mio padre. Chiamala, senti cosa vuole, parlale, incontrala. A me sembra che abbia da dirti qualcosa di importante.. soprattutto ora che stai per partire le dovresti parlare.”
    “se la dovessi incontrare ti va di venire con me? Non me la sento di andare da sola..”
    “ma certo, se ti fa piacere verrò pure io.. però sai anche tu che molto dipende da quello che ti deve dire!”
    Per tutta risposta Anna mugugnò un si poco convinto, prendendo il mano il telefono.
    Luca lo prese come segnale per allontanarsi: sapeva che ad Anna dava fastidio parlare al telefono con altre persone nei pressi. Tuttavia era parecchio curioso di sapere cosa stesse succedendo, e dalla cucina dove era sentiva qualche brandello di conversazioni quali “perché non me lo puoi dire al telefono” ; “ma perché, che succede” e simili. Aveva posato l’ultimo piatto sulla tavola quando, vide Anna spegnere la chiamata e gettare il cordless sul divano con uno sbuffo. L’espressione di lei, contrariata e un po’ preoccupata, gli occhi lucidi e lo sguardo basso gli fecero capire chiaramente che doveva essere successo qualcosa di brutto, se non addirittura grave. In fondo, anche se un minimo di rapporto lo avevano recuperato, la madre non chiamava mai solo per il piacere di sentire Anna, la stessa figlia non incoraggiava tali piacevoli chiacchierate.
    Gli bastò un’occhiata per capirla, quindi le si avvicinò e le mise gentilmente due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo in faccia. Anna scosse leggermente il capo, tuffandosi tra le braccia dell’amico che, dal canto suo, prese ad accarezzarle la schiena nel tentativo di tranquillizzarla. Si impose di non pensare che ci sarebbero stati ben pochi altri abbracci come quello, aspettò invece che lei si sentisse di parlare per spiegargli cosa stesse succedendo. Rimasero così per forse un minuto, quando Anna si staccò asciugandosi una lacrima.
    “sta male. Non so cos’abbia, ma credo che sia qualcosa di grave.. è in ospedale”
    “vuoi andarla a trovare? Possiamo andare anche adesso” domandò Luca comprensivo.
    Anna scosse la testa
    “no, adesso no.. non ci farebbero entrare. E poi dice che mi deve dire un’altra cosa importante, ma vuole parlarmi di persona.. e non so cosa possa essere”
    “dai, cucciola! non deve essere per forza qualcosa di brutto!”
    “conoscendola…” ribatté lei con una smorfia contrita, senza terminare la frase.
    Luca non rispose: non sapeva proprio cosa aspettarsi. Non provò nemmeno a proporre ad Anna di mangiare qualcosa: la conosceva troppo bene, sapeva che aveva lo stomaco già chiuso da quando era al telefono con la madre, e l’insieme di notizie certo non avevano fatto altro che peggiorare il tutto.. anzi, probabilmente si sarebbe sentita male se avesse mangiato.
    Anna si alzò e, nervosamente, decise di andare subito a letto, ben sapendo che, comunque, avrebbe fatto molta fatica a prendere sonno.
    Luca andò da lei un quarto d’ora più tardi, sperando che si fosse calmata un po’. Appena la vide sorrise intenerito: Anna era raggomitolata al centro del letto, coperta solo per metà. Era sveglia, ma talmente assorta nei suoi pensieri da non essersi accorta della presenza di Luca.
    “ehi, tutto ok?” domandò lui avvicinandosi.
    “diciamo di sì” borbottò anna guardando il cuscino.
    Luca le sorrise gentilmente. “dai, su! Fatti più in là che stai prendendo tutto lo spazio!”
    E prima che Anna capisse realmente cosa Luca stesse cercando di fare, se lo ritrovò accanto a lei, sotto le coperte.
    “scusa, Lu, ma che stai facendo?”
    “non vedi? Faccio compagnia alla mia amica preferita! Dai, anoressica, va più in là, fammi posto!”
    “ma quanto sei scemo! E, tanto per la cronaca, non sono anoressica!”
    “okay, non lo sei, ma se continui così lo diventerai presto! Sia chiaro, questa è l’ultima volta che ti concedo di saltare un pasto!”
    “si papà!” rispose lei con un sorriso divertito, limitandosi a posare la testa sul petto di Luca.
    Automaticamente lui prese ad accarezzarla, in silenzio: le parole non erano necessarie, in quel momento Anna aveva solo bisogno di sentire che non era sola, che accanto aveva qualcuno.
    “illuminami” disse lui all’improvviso. “che teorie ti sei fatta?”
    “nessuna.. non ho davvero la minima idea di quel che mi voglia dire. Ma perché i guai devono venire sempre tutti insieme? Domani c’è pure l’incontro decisivo per stabilire se sono idonea per l’affido di Abel.. ma tu lo sai come sarò dopo aver incontrato mia mamma!”
    “si, lo so, però non puoi evitarla per sempre.. devi sentire cosa ha fatto, almeno quello.”
    “se devo essere sincera non so nemmeno che cosa sperare!” mormorò piano. “con lei non ho mai avuto un buon rapporto, anche se un minimo avevamo recuperato.. ma è pur sempre mia madre”
    “Anna, con me non hai bisogni di giustificazioni, lo sai. Tu pensa che domani risolvi tutto, ora è pure inutile stare qui a farci non so quanti viaggi, visto che non sappiamo nulla. Ora cerca di riposarti, sennò finisce che scleri” e qualche coccola dopo si addormentarono insieme.
    La mattina dopo, quando Anna aprì gli occhi, si ritrovò ad aver usato come cuscino il petto di Luca, e questo, già sveglio, la osservava.
    “buongiorno” disse cauto, sperando di non ritrovarsi con l’amica di cattivo umore già dal primo mattino.
    “ ‘giorno” bisbigliò lei ancora intontita “perché non mi hai svegliata?”
    “eri così tenera!! Sarebbe stato un peccato, e poi pensavo fossi stanca”
    Lei non rispose, ma sprofondò la testa nel cuscino. Con un sorriso affettuoso lui le baciò delicatamente la fronte prima di alzarsi annunciandole che sarebbe adato a preparare la colazione.
    Anna si girò sistemandosi meglio le coperte, ma il suo sguardo cadde su una fotografia posata sul comodino: Abel in braccio a lei, tra lei e Luca. Forse per la prima volta la colpì la consapevolezza di quanto somigliavano ad una giovane famiglia felice. Certo, il rosso dei capelli di Abel stonava un po’ contro il colore scuro suo e di Luca, ma questo era certo un dettaglio privo d’importanza. Quello che veramente saltava all’occhio era l’affiatamento tra di loro, l’affetto. Un ricercarsi continuo, che però presto sarebbe cessato. Questo era uno dei motivi per cui aveva deciso di trasferirsi, anche se non lo aveva detto a nessuno, nemmeno ad Elena, seppure lei sia la sua migliore amica. Sì, il motivo ufficiale era la fama della facoltà di biologia marina: chiunque sosteneva quanto fosse ottima quella di Trieste. Ma soprattutto sapeva, sperava che la lontananza l’avrebbe aiutata a distanziarsi da Luca. Soffriva solo a pensarci, ma era fermamente convinta di non avere alternative:lei amava lui, lui non ricambiava. Non come voleva lei, almeno. E stargli accanto senza poterlo avere veramente era peggio di qualsiasi distacco. Tantovaleva andarsene, ben sapendo che questo avrebbe comportato grandi pianti e depressione per giorni, promesse di non lasciarsi, di non abbandonarsi nonostante tutto, di essere sempre vicini nell’anima, se fisicamente non era più possibile. Per il primo periodo avrebbero certamente mantenuto le promesse, sentendosi di continuo, ma poi Anna sapeva già che dalle chiamate sarebbero arrivati ai messaggi, all’inizio tanti, poi, lentamente, pure quelli sarebbero andati scemando.
    Con un sospiro Anna si alzò e raggiunse Luca in cucina.
    “nervosa?” chiese lui
    “un po’” ammise mestamente.
    “su, vedrai che andrà tutto bene.. e poi ci sono io, no?”
    “si..” rispose Anna con aria assente, fissando il vuoto di fronte a se.
    Non si era resa conto di Luca che le si era avvicinato con l’intento di stritolarla in un abbraccio, perciò sobbalzò spaventata.
    “ehi, non sei un po’ troppo tesa? È solo tua madre, non ti mangia mica”
    “si, lo so.. però tu lo sai come sto ogni volta, è così anche quando so che mi deve chiamare, non lo faccio apposta”
    “eh, ci mancherebbe solo quello!”
    Piccola e fragile. Solo queste due parole giravano per la mente di Luca. Piccola e fragile, era così che sembrava Anna, un cucciolo spaventato, una bambina in cerca di protezione.
    Cercando di farla tranquillizzare un po’ Luca la fece sedere e prese a massaggiarle le spalle e la schiena.
    “toccherà fare qualcosa per quest’ansia, Annina mia, o finirai con il distruggerti”
    “il fatto è che non so neppure io da dove possa venire tutto ciò.. lo so pure io che è un’ansia priva di senso, ma il semplice fatto di saperlo non mi aiuta certo a placarla”
    “ma devi riconoscere che non è normale”
    “lo so pure io, ma più di così che ci posso fare?”
    Stava ricominciano ad innervosirsi, perciò Luca decise di lasciare cadere l’argomento
    “va bene, niente, basta che non ti agiti. Stai rilassata, dai”
    I suoi massaggi avevano aiutato un po’ Anna a sciogliere la tensione, ma era evidente che fosse ancora molto agitata.
    “che vuoi mangiare, Annì?”
    “niente”
    “no, non ci pensare neanche! Qualcosa lo mangi!”
    “no”
    “sì”
    “no”
    “sì! Poche storie, Anna! Già ieri sera sei rimasta senza mangiare, almeno stamattina qualcosa devi! Anche solo un po’ di the”
    “sì papà!” sbuffò lei imbronciata.
    A mò di scusa Luca le diede un bacio sui capelli
    “quando questa storia sarà finita vedrai che starai meglio”
    “veramente, per stare meglio, mi bastava non sentire mia madre”
    “lo so, però adesso o tra qualche anno non cambia niente, prima o poi avreste comunque dovuto ricominciare a parlarvi. E per farti stare più tranquilla sai che facciamo oggi? Ci prendiamo una giornata di permesso, io e te, andiamo prima da tua madre, poi da Abel e stiamo tutto il giorno insieme noi due. Ti va? È parecchio che non facciamo niente del genere”
    Anna, incerta, annuì
    “grazie, Luca.. come farei senza di te?!”
    Ma si pentì subito delle sue parole: presto, in effetti, avrebbe fatto senza di lui. A forza avrebbe imparato a farne a meno, a fare a meno di lui, del suo affetto, del suo aiuto, della sua presenza. Con una fitta di dolore si rese conto che anche lui stava pensando esattamente alle stesse cose.
    “io.. vado a farmi una doccia” mormorò Anna alzandosi
    “basta che poi mangi”. Lui non si era minimamente scomposto. Di certo non l’avrebbe lasciata in pace tanto facilmente.
    “luca?”
    “sì?”
    “hai rotto!”
    “ah, è così?”
    Con uno scatto veloce e improvviso Luca partì all’inseguimento di Anna, solamente per fare un po’ lo scemo.
    Anna, ridendo, aveva cercato riparo dietro al divano, ma Luca, più veloce di lei, l’aveva già raggiunta e afferrata per un braccio.
    “penitenza!” esclamò allegro. Se la caricò su una spalla, a mò di sacco di patate, e, reggendola saldamente per le gambe, si diresse verso il bagno.
    “no Luca, mettimi giù! Subito! Dai, scusaaaa”
    “troppo facile mia cara! Penitenza!!”
    Ridendo, lei, prese a tempestare la schiena di Luca di pugni, ben sapendo che non sarebbe servito a niente
    “ma che vuoi fare?”
    “hai detto che volevi fare una doccia? Ti accontento!”
    E prima che se ne rendesse conto, lui l’aveva già scaricata dentro la doccia e aperto il getto di acqua calda.
    “scottaaaaaaaaaaaa!” urlò Anna lottando contro l’amico che le impediva l’uscita.
    Ridendo, Luca, al posto di lasciarla andare girò completamente il rubinetto sull’acqua fredda
    “ma sei scemo?! È gelida!”
    Aveva già i vestiti completamenti impregnati d’acqua, e stava cercando in tutti i modi di chiudere il getto, ma Luca era troppo forte per lei.
    “perché ti agiti tanto?” domandò lui con aria innocente. “aaahh! Ho capito: è perché m i sono dimenticato di farti lo shampoo!”
    Al che prese il flacone e lo strinse forte, direzionando il sapone affinché finisse tutto addosso ad Anna
    “te la smetti!?? Nemmeno i bambini fanno così, dai!” era finalmente riuscita ad avere la meglio, ma ormai era anche bagnata come un pulcino. Incrociò le braccia sul petto cercando di darsi un contegno stizzito.
    “topinaaaa!” esclamò Luca in tono dolce, abbracciando l’amica ben decisa, però, a rimanere sulle sue.
    “sei fradicia!” annunciò Luca
    “eh, ma dai!? Secondo te pure asciutta, stavo?”
    “mi sa di no” ridacchiò lui. Cercando di farsi perdonare le stampò un sonoro bacio sulla guancia.
    “sei un pochino più tranquilla, ora?” domandò, questa volta serio, ma mantenendo la dolcezza nel tone della voce.
    “si.. si, ora va meglio” rispose lei con un sorriso. Ma, a sorpresa, riuscì a girarsi e spingere Luca contro la parete, riaprendo l’acqua nello stesso momento, con una risata tra il maligno e il divertito.
    “traditrice! Ti volevi solo vendicare!”
    “ovvio!”
    Però lui riuscì a liberarsi senza troppi sforzi, e bloccò nuovamente Anna contro il muro, tenendola per i polsi. Si era avvicinato molto, forse troppo, pensò lei. Riusciva a sentire il suo respiro, il suo profumo, e sapeva che di lì a poco sarebbe subentrata l’incapacità di reazione; non avrebbe fatto altro che desiderare ciò che, sapeva, non sarebbe mai successo. Luca, vittima anch’egli del gioco di sguardi, si fece ancora un po’ più vicino. Deglutì. Anche lui ai stava ritrovando con la mente completamente annebbiata, fredda, vuota.
    Cercava di pensare a qualcosa, ma almeno in quel momento non era in grado di trovare una soluzione abbastanza rapidamente da agire. L’unico pensiero che era riuscito a farsi breccia chiaramente era che, probabilmente, Anna poteva sentire il suo cuore battere, tanto pulsava forte. Eppure non era un ragazzino, si malediva, perché diavolo doveva sentirsi tale e non sapere che fare, quanto osare? Avvertiva chiaramente la tensione dell’amica: tremava impercettibilmente, lui lo sentiva solo perché, avvicinandosi ancora, era arrivato a sfiorarle il corpo con il proprio. Lei aspettava, ma non voleva essere la prima ad agire. Luca vedeva il suo sguardo spostarsi dagli occhi alle labbra, per poi tornare a fissarsi negli occhi. Le lasciò andare un polso e, lentamente, alzò la mano posandogliela sul viso, in una carezza delicata. Questa volta fu il turno di Anna a deglutire. Non riusciva a capire cosa lui stesse facendo, che stesse aspettando. Fu con un tuffo al cuore che si accorse che lui stava avvicinando il volto al suo, sempre di più. erano a pochi millimetri. Forse, troppo spaventati per andare avanti, aspettavano che succedesse qualcosa: in fondo è sempre così, no? Quando stavano finalmente per baciarsi, immancabilmente succedeva qualcosa che li costringesse a interrompersi e separarsi nella precisa frazione di secondo che veniva prima che le loro labbra si incontrassero. Ma se non era ancora successo niente voleva dire che quella, forse, era finalmente la volta buona. Luca spezzò la piccolissima distanza rimasta e posò le sue labbra su quelle di Anna. Era strano essere lì, così. Come un sogno che si realizza, ma hai paura di crederci. Le lasciò andare anche l’altro polso, portando pure l’altra mano al volto di Anna, approfondendo timidamente il bacio. Ma in effetti era tutto troppo bello perché potesse durare: il telefono, da qualche parte fuori dalla stanza, prese squillare insistentemente, interrompendo quel momento idilliaco. A quel suono Luca si riscosse, come uscito improvvisamente da uno stato di trance. “scusa.. devo rispondere” mormorò sulle labbra della ragazza. Riprendendosi a poco a poco, lasciò la stanza. Lei lo raggiunse nuovamente 20 minuti più tardi, avvolta nel suo accappatoio bianco.
    “chi era?” domandò tranquillamente, tamponandosi i capelli bagnati con un asciugamano.
    “Ingargiola” rispose Luca cupo. “Niente di grave, è solo che non c’è tutto. La situazione al distretto è tranquilla, ne ho approfittato anche per dire che oggi ci prendiamo un giorno”.
    “ah, bene.. presumo chiamino, se succede qualcosa”
    “ma lo spero! Se chiamano per delle cavolate e non quando c’è veramente bisogno non se la passeranno molto bene! Comunque, ti serve ancora il bagno?”
    “no, vai pure”
    “prima ti devo dire una cosa”. Il suo tono si era fatto più serio. Sembrava una cosa importante.
    “dimmi”
    “MANGIA!” e scappò prima che lei potesse fare qualsiasi cosa.


    che fo, continuo? ve gusta?
     
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  2. alessiapac
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    Continuala al più presto, già mi piace molto la storia non vedo l'ora di leggere un nuovo capitolo; poi sono curiosa di sapere cosa sia successo alla madre di Anna per essere in ospedale e cosa le vuole dire; la perte del letto quando Luca hiama Anna anoressica era molto divertente(anche se su una malattia del genere non si può ridere) troppo bella e divrtente la parte della doccia; al prossima capitolo non farci aspettare troppo e spero che anche gli altri siano lunghi come questo!!!!
     
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  3. Flavy_96
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    :OMG: Ma è bellissimo il capitoloooo!!!
    La scena della doccia l'ho proprio immaginata!!
    Sisi continuaaa!!! ^_^
     
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  4. Leleni82
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    Beh, dopo la scena della doccia mi ci vorrebbe a me, una doccia XD
    Scena emozionantissima, ma mi è piaciuto tutto il capitolo, c'è una dolcezza di fondo che si respira...che mi piace molto. Aspetto il prossimo capitolo, cara.

    ;)
     
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  5. Paola2705
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    CITAZIONE (fellik @ 2/9/2010, 22:14)
    che fo, continuo? ve gusta?

    e ce lo chiedi? certo che devi continuare, è bellissima. La scena della doccia poi.... :wub:
    Continua presto!
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    Commento!? Commento sì! XD Con tanto di citazioni! ù.ù

    CITAZIONE (fellik @ 2/9/2010, 22:14)
    Grande dedica a Daniela, la mia Idola, Somma Maestra, Cuginona e Collega =) mi segue sempre con u entusiasmo tale che mi sembra il minimo!

    Continuo a pensare che tu ti sia fumata qualcosa di strano prima della dedica ma... GRAZIE *_______________* (ah, e cmq mi sopravvaluti ù.ù)


    CITAZIONE
    “ Anna, devo dirti una cosa importante, appena puoi chiamami, per favore. Purtroppo non possiamo rimandare. Mamma”

    Ho la sensazione che la telefonata della mamma non preannunci nulla di buono ç_ç


    CITAZIONE
    Anna si staccò asciugandosi una lacrima.

    “sta male. Non so cos’abbia, ma credo che sia qualcosa di grave.. è in ospedale”

    “vuoi andarla a trovare? Possiamo andare anche adesso” domandò Luca comprensivo.

    Anna scosse la testa

    “no, adesso no.. non ci farebbero entrare. E poi dice che mi deve dire un’altra cosa importante, ma vuole parlarmi di persona.. e non so cosa possa essere”

    Visto!?, che ti avevo detto!? -.- Brutte notizie nell'aria!

    CITAZIONE
    E prima che Anna capisse realmente cosa Luca stesse cercando di fare, se lo ritrovò accanto a lei, sotto le coperte.

    “scusa, Lu, ma che stai facendo?”

    “non vedi? Faccio compagnia alla mia amica preferita! Dai, anoressica, va più in là, fammi posto!”

    “ma quanto sei scemo! E, tanto per la cronaca, non sono anoressica!”

    “okay, non lo sei, ma se continui così lo diventerai presto! Sia chiaro, questa è l’ultima volta che ti concedo di saltare un pasto!”

    “si papà!” rispose lei con un sorriso divertito, limitandosi a posare la testa sul petto di Luca.

    Più che "ma quanto sei scemo" direi "ma quanto sei carino" *_____* Luca tutto preoccupato per lei che è in ansia, che non mangia... A me tutte ste attenzioni non dispiacerebbero per niente XD XD


    CITAZIONE
    La mattina dopo, quando Anna aprì gli occhi, si ritrovò ad aver usato come cuscino il petto di Luca, e questo, già sveglio, la osservava.

    “buongiorno” disse cauto

    Lo voglio anch'io un cuscino così *-* me ne regali uno!? Magari per Natale XD XD


    CITAZIONE
    ma il suo sguardo cadde su una fotografia posata sul comodino: Abel in braccio a lei, tra lei e Luca. Forse per la prima volta la colpì la consapevolezza di quanto somigliavano ad una giovane famiglia felice.

    ...

    sperava che la lontananza l’avrebbe aiutata a distanziarsi da Luca. Soffriva solo a pensarci, ma era fermamente convinta di non avere alternative:lei amava lui, lui non ricambiava. Non come voleva lei, almeno. E stargli accanto senza poterlo avere veramente era peggio di qualsiasi distacco. Tanto valeva andarsene

    Ok, la motivazione potrebbe pure avere un minimo di filo logico ma... secondo me andarsene non è la scelta migliore: non è che scappare dalla situazione risolve la questione... Giusto!?


    CITAZIONE
    “grazie, Luca.. come farei senza di te?!”

    Ma si pentì subito delle sue parole: presto, in effetti, avrebbe fatto senza di lui.

    Beh, ma mica è obbligatorio che debba fare a meno di Luca: non sta scritto da nessuna parte ù.ù Pensaci Annina XD

    CITAZIONE
    “perché ti agiti tanto?” domandò lui con aria innocente. “aaahh! Ho capito: è perché m i sono dimenticato di farti lo shampoo!”

    Al che prese il flacone e lo strinse forte, direzionando il sapone affinché finisse tutto addosso ad Anna

    “te la smetti!?? Nemmeno i bambini fanno così, dai!” era finalmente riuscita ad avere la meglio, ma ormai era anche bagnata come un pulcino. Incrociò le braccia sul petto cercando di darsi un contegno stizzito.

    “topinaaaa!” esclamò Luca in tono dolce, abbracciando l’amica ben decisa, però, a rimanere sulle sue.

    “sei fradicia!” annunciò Luca

    “eh, ma dai!? Secondo te pure asciutta, stavo?”

    “mi sa di no” ridacchiò lui.

    :ahah: :ahah: Ti serve che dica altro!?

    CITAZIONE
    si accorse che lui stava avvicinando il volto al suo, sempre di più. erano a pochi millimetri. Forse, troppo spaventati per andare avanti, aspettavano che succedesse qualcosa: in fondo è sempre così, no? Quando stavano finalmente per baciarsi, immancabilmente succedeva qualcosa che li costringesse a interrompersi e separarsi nella precisa frazione di secondo che veniva prima che le loro labbra si incontrassero. Ma se non era ancora successo niente voleva dire che quella, forse, era finalmente la volta buona.

    Sì sì sì, vai Luca *______* Vai tranquillo che tanto non c'è né Elena che piomba a sorpresa nell'ufficio né Ingargiola che rompe al cellulare U_U vai che è la volta buona XD

    CITAZIONE
    Luca spezzò la piccolissima distanza rimasta e posò le sue labbra su quelle di Anna. Era strano essere lì, così. Come un sogno che si realizza, ma hai paura di crederci. Le lasciò andare anche l’altro polso, portando pure l’altra mano al volto di Anna, approfondendo timidamente il bacio.

    *_____________________*

    CITAZIONE
    il telefono, da qualche parte fuori dalla stanza, prese squillare insistentemente, interrompendo quel momento idilliaco.
    ...
    “chi era?” domandò tranquillamente, tamponandosi i capelli bagnati con un asciugamano.

    “Ingargiola” rispose Luca cupo.

    Come non detto -_______________-" Vado a fare due chiacchiere con Ingargiola: mi sa che bisogna chiarirgli un pò le idee sul concetto del quando chiamare XD

    CITAZIONE
    che fo, continuo? ve gusta?

    Io direi che non c'è manco il bisogno di chiederlo XD

    Dopo tutto ciò, voglio precisare che sta sottospecie di commento lo hai voluto tu per cui non mi prendo nessuna responsabilità per quello che ne è venuto fuori! XD XD
    Vabbè, scherzi a parte, lo sai cosa penso: mi piace davvero tantissimo! *-* E spero che il secondo capitolo arrivi presto: tanto per non metterti fretta XD Ancora complimenti tesoro e di nuovo grazie per la dedica! *-*
     
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    Oltre la ragione, solamente io conosco cosa c'è...quell' AMORE CHE HO PER TE!

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    La ragazza sospirò e si voltò verso l’amico che, seduto sul divano, la guardava con aria di attesa.
    “che dici, devo chiamarla?”
    “quale risposta vuoi sentire?” domandò Luca allargando le braccia per accogliere Anna, che vi si rifugiò immediatamente.
    “quella che pensi veramente”

    Teneriiiii! *-*
    Cavolo Sara.. è gia dura accettare che non ci sarà piu Anna, se tu mi ricordi continuamente quanto erano meravigliosi.. io non mi riprendo piuuu! :D
    Belli che sò!

    CITAZIONE
    Gli bastò un’occhiata per capirla, quindi le si avvicinò e le mise gentilmente due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo in faccia. Anna scosse leggermente il capo, tuffandosi tra le braccia dell’amico che, dal canto suo, prese ad accarezzarle la schiena nel tentativo di tranquillizzarla. Si impose di non pensare che ci sarebbero stati ben pochi altri abbracci come quello, aspettò invece che lei si sentisse di parlare per spiegargli cosa stesse succedendo. Rimasero così per forse un minuto, quando Anna si staccò asciugandosi una lacrima.
    “sta male. Non so cos’abbia, ma credo che sia qualcosa di grave.. è in ospedale”

    Avevo dimenticato quanto potesse essere tenero Luca..! *-*
    Ma povera Annina.. che succede adesso? che deve dirle la madre? Sono curiosaaaa!


    CITAZIONE
    “ehi, tutto ok?” domandò lui avvicinandosi.
    “diciamo di sì” borbottò anna guardando il cuscino.
    Luca le sorrise gentilmente. “dai, su! Fatti più in là che stai prendendo tutto lo spazio!”
    E prima che Anna capisse realmente cosa Luca stesse cercando di fare, se lo ritrovò accanto a lei, sotto le coperte.
    “scusa, Lu, ma che stai facendo?”
    “non vedi? Faccio compagnia alla mia amica preferita! Dai, anoressica, va più in là, fammi posto!”
    “ma quanto sei scemo! E, tanto per la cronaca, non sono anoressica!”
    “okay, non lo sei, ma se continui così lo diventerai presto! Sia chiaro, questa è l’ultima volta che ti concedo di saltare un pasto!”
    “si papà!” rispose lei con un sorriso divertito, limitandosi a posare la testa sul petto di Luca.
    Automaticamente lui prese ad accarezzarla, in silenzio: le parole non erano necessarie, in quel momento Anna aveva solo bisogno di sentire che non era sola, che accanto aveva qualcuno.

    ecco qui mi sciolgo completamentee! <3
    *_____________________________________*
    "dai anoressica vai più in là!"
    hahahahahhahahaha! Troppo divertente questa scenaa, me la immagino troppooo!
    Vicini vicini nel lettone.. mi ricorda qualcosaaaaa! mmmmm..

    CITAZIONE
    “ehi, non sei un po’ troppo tesa? È solo tua madre, non ti mangia mica”
    “si, lo so.. però tu lo sai come sto ogni volta, è così anche quando so che mi deve chiamare, non lo faccio apposta”
    “eh, ci mancherebbe solo quello!”
    Piccola e fragile. Solo queste due parole giravano per la mente di Luca. Piccola e fragile, era così che sembrava Anna, un cucciolo spaventato, una bambina in cerca di protezione.
    Cercando di farla tranquillizzare un po’ Luca la fece sedere e prese a massaggiarle le spalle e la schiena.
    “toccherà fare qualcosa per quest’ansia, Annina mia, o finirai con il distruggerti”

    Sono d' accordo! Eddai Luca, su.. fai qualocosa!!
    E FAAAI QUALCOSAAAAA!
    ovviamente non parlo di massaggi..! :P

    CITAZIONE
    “grazie, Luca.. come farei senza di te?!”
    Ma si pentì subito delle sue parole: presto, in effetti, avrebbe fatto senza di lui. A forza avrebbe imparato a farne a meno, a fare a meno di lui, del suo affetto, del suo aiuto, della sua presenza. Con una fitta di dolore si rese conto che anche lui stava pensando esattamente alle stesse cose.

    Maròòò m stann' vennen pur' a me e' fitt!!!! :D
    hahahahaha! Che doloreeeeee.. come li capiscooo!

    CITAZIONE
    “ma che vuoi fare?”
    “hai detto che volevi fare una doccia? Ti accontento!”
    E prima che se ne rendesse conto, lui l’aveva già scaricata dentro la doccia e aperto il getto di acqua calda.
    “scottaaaaaaaaaaaa!” urlò Anna lottando contro l’amico che le impediva l’uscita.
    Ridendo, Luca, al posto di lasciarla andare girò completamente il rubinetto sull’acqua fredda
    “ma sei scemo?! È gelida!”
    Aveva già i vestiti completamenti impregnati d’acqua, e stava cercando in tutti i modi di chiudere il getto, ma Luca era troppo forte per lei.
    “perché ti agiti tanto?” domandò lui con aria innocente. “aaahh! Ho capito: è perché m i sono dimenticato di farti lo shampoo!”
    Al che prese il flacone e lo strinse forte, direzionando il sapone affinché finisse tutto addosso ad Anna

    Questa è stata la parte più divertentee!
    hahahahaha! Luca è proprio uno stronzo.. povera Annaaaa!
    Ce la vedo già tutta inzubbata e quello che se la ride!
    Menomale che si vendica!!

    CITAZIONE
    Si era avvicinato molto, forse troppo, pensò lei. Riusciva a sentire il suo respiro, il suo profumo, e sapeva che di lì a poco sarebbe subentrata l’incapacità di reazione; non avrebbe fatto altro che desiderare ciò che, sapeva, non sarebbe mai successo. Luca, vittima anch’egli del gioco di sguardi, si fece ancora un po’ più vicino. Deglutì. Anche lui ai stava ritrovando con la mente completamente annebbiata, fredda, vuota.
    Cercava di pensare a qualcosa, ma almeno in quel momento non era in grado di trovare una soluzione abbastanza rapidamente da agire. L’unico pensiero che era riuscito a farsi breccia chiaramente era che, probabilmente, Anna poteva sentire il suo cuore battere, tanto pulsava forte. Eppure non era un ragazzino, si malediva, perché diavolo doveva sentirsi tale e non sapere che fare, quanto osare? Avvertiva chiaramente la tensione dell’amica: tremava impercettibilmente, lui lo sentiva solo perché, avvicinandosi ancora, era arrivato a sfiorarle il corpo con il proprio. Lei aspettava, ma non voleva essere la prima ad agire. Luca vedeva il suo sguardo spostarsi dagli occhi alle labbra, per poi tornare a fissarsi negli occhi. Le lasciò andare un polso e, lentamente, alzò la mano posandogliela sul viso, in una carezza delicata. Questa volta fu il turno di Anna a deglutire. Non riusciva a capire cosa lui stesse facendo, che stesse aspettando. Fu con un tuffo al cuore che si accorse che lui stava avvicinando il volto al suo, sempre di più. erano a pochi millimetri. Forse, troppo spaventati per andare avanti, aspettavano che succedesse qualcosa: in fondo è sempre così, no? Quando stavano finalmente per baciarsi, immancabilmente succedeva qualcosa che li costringesse a interrompersi e separarsi nella precisa frazione di secondo che veniva prima che le loro labbra si incontrassero. Ma se non era ancora successo niente voleva dire che quella, forse, era finalmente la volta buona. Luca spezzò la piccolissima distanza rimasta e posò le sue labbra su quelle di Anna.

    TUM TUM TUM TUM TUM TUM!
    Defibrillatoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
    MIO DIO QUANTO SO' CARINIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! *-*
    li voglio sempre cosi.. sempreeee!!


    CITAZIONE
    prima ti devo dire una cosa”. Il suo tono si era fatto più serio. Sembrava una cosa importante.
    “dimmi”
    “MANGIA!” e scappò prima che lei potesse fare qualsiasi cosa.

    A Luca, ma vaffanculooo! U.u
    xD



    Sarè, CI PIACEEEEEEE!
    quando continuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii?





     
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  8. AudreyLP
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    Saraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa CONTINUAAAAAAAAAAAAAA ASSOLUTAMENTEEEEEE *______* Oddiooo mi sono scioltaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!

    Ma sti telefoni porcat****aaaaa spegneteliii na volta tanto! Bruciateli fate qualcosaaaaa!
     
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  9. emilia79
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    Devi continuarla e il piu presto possibile.
    E' bellissima però la telefonata non ci voleva proprio
     
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  10. tatangelosina!!!
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    Bellissima!!
    Continua presto!!!
     
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  11. niñaPequeña95
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    lo continui di fissoooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
    =) bello bello bello!
     
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  12. silv89
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    Come inizio direi che è molto bello… Sono curiosa di sapere cosa è successo alla mamma di Anna… Per fortuna, però, questo fare restare Anna a Roma…
    Troppo divertente la scena della doccia… e troppo bella quella del bacio… peccato per l’interruzione!
    Bella … non vedo l’ora del continuo…
     
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  13. fellik
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    eccomi quaaaa!! pronta a postare il nuovo capitolo! vi avverto, è stata abbastanza una sofferenza: è un po' delicato. Parecchio delicato, vedrete da voi leggendo!
    prima di tutto vi ringrazio tantissimissimo per i commenti e gli apprezzamenti XD Un grazie speciale va a Dany e Barby, che, oltre avermi fatto morire dal ridere con i loro commenti, mi hanno anche aiutata.. come sempre!!
    mi scuso per tutto il tempo che ci metto a scrivere e postare, solo che tra blocchi post ddp e lo studio che incombe (come la maturità :S ) devo limitare quel tempo che, generalmente, dedico alla scrittura. ma ora vi lascio al secondo capitolo! buona lettura! (e non mi uccidete!)

    CAP2

    Implicitamente, Anna e Luca si erano messi d’accordo per non parlare dell’accaduto né fare niente. Tuttavia Luca non poteva fare a meno di ripensare a quella mattina e a chiedersi come sarebbe andata a finire se Ingargiola non avesse chiamato, interrompendoli sul più bello. C’era anche da ammettere, però, che finché non si fosse risolta la faccenda di Elena Gori, tutto il resto passava in secondo piano, rifletté Luca. Lui e Anna avevano passato tutto il tragitto fino all’ospedale in completo silenzio, entrambi immersi nei propri pensieri.
    “la stanza è questa qui” mormorò Anna visibilmente nervosa.
    “andiamo allora. Sicura di volermi con te?”
    “sì sicura! Non mi lasciare, ti prego! E comunque, qualsiasi cosa sia, tu poi lo verrai a sapere da me, non ripetiamo la storia due volte, almeno!”
    “allora andiamo, dai” sorrise lui incoraggiante. Bussarono ed entrarono. Era una stanza doppia, anche se per il momento solo Elena la occupava. Pallida, i capelli corvini erano più radi dell’ultima volta che si erano viste, e striati di bianco, e non facevano altro che risaltare maggiormente contro il candore della pelle. Era visibilmente dimagrita e, Anna fu costretto ad ammetterlo, visibilmente malata.
    “Mamma!!” esclamò Anna, lasciando cadere immediatamente tutte le difese, corse da lei per abbracciarla, e si ritrovarono entrambe praticamente in lacrime.
    Accanto al letto, appallottolata su una sedia, c’era una ragazzina. Piccola, magrolina, con gli stessi occhi e gli stessi capelli di Anna ed Elena Gori. Si teneva in disparte e inizialmente né Anna né Luca l’avevano notata. Teneva lo sguardo abbassato, ma era evidente che stesse osservando la scena senza perdersi nemmeno un dettaglio.
    Luca si era avvicinato più lentamente, mantenendosi in disparte imbarazzato: sentiva di aver invaso un territorio privato. Non sapeva precisamente cosa fare, ma voleva esserci, perché avvertiva che di lì a poco Anna avrebbe necessitato del suo supporto.
    “mamma, ma che t’è successo?”
    “subito al dunque, tesoro? dimmi come stai tu, parlami un po’ di te, è così tanto che non ti vedo!”
    “No, scusa, ma che te ne frega di come sto io?! Non so niente di quello che è successo a te, come credi che dovrei prenderla?”
    Fu in quel momento che Elena notò Luca, alle spalle di Anna. Era in piedi, imbarazzato.
    “Buongiorno signora Gori” disse cautamente.
    Anna gli fece cenno di avvicinarsi, rivolgendosi di nuovo alla madre:
    “Ti ricordi di Luca, mamma? Il mio collega?”
    “Luca! Ma certo! Perdonami, non ti avevo riconosciuto! Sei cambiato tanto dall’ultima volta che ti ho visto!”
    Questa volta Anna scoccò un’occhiata curiosa e gentile alla ragazzina raggomitolata sulla sedia lì accanto. Sembrava spaventata: aveva i muscoli del viso contratti e continuava a tenere gli occhi bassi. Poteva avere 12 anni, valutò Anna. Elena si accorse della curiosità della figlia, tuttavia cercò di prendere ancora tempo, limitandosi a interpellare “l’intrusa” senza però rivelare chi fosse:
    “Angelica, non saluti Anna e Luca?”
    “ciao” mormorò quella con una vocina sottile
    “scusatela, ma è parecchio timida! Angi, non ti mangiano, stai tranquilla!”
    Lei accennò ad una smorfia, e non si lasciò sfuggire l’occhiata smarrita che Luca aveva rivolto ad Anna, ma questa sembrava più spiazzata di lui. Eppure stavano cominciando a capire. Luca osservava attentamente le tre donne che aveva davanti, mandando lo sguardo da Angelica ad Elena, da Elena ad Anna. Capelli identici in tutte, e gli occhi erano gli stessi in tutti e tre, solo quelli della ragazzina erano molto più chiari. Anche i loro volti avevano dei caratteri simili. Angelica, così come Elena, sembrava più bassa e rotondetta, a differenza di Anna, alta e magrissima. Più le guardava a più vedeva quanto si somigliassero. Capì. Gli sembrava impossibile, ma capì chi aveva davanti.
    Si riscosse dai suoi pensieri solo quando sentì la voce di Anna:
    “per telefono mi hai detto che c’era qualcosa di importante che dovevo sapere. Che cosa succede, mamma?”
    “beh..” lo sguardo di Elena indugiò un attimo su Luca, al che Anna si affrettò a chiarire:
    “Puoi parlare liberamente davanti a lui, non ci sono problemi né segreti!”
    La madre era sempre più perplessa. Voleva fare loro un gran numero di domande, ma decise di tacere, inoltre pensava lei stessa che Anna avrebbe avuto bisogno di qualcuno, a Luca sembrava proprio la persona più adatta.
    “ehm.. è finita l’acqua, te ne vado a prendere un paio di bottiglie” Annunciò piano Angelica dileguandosi in pochi istanti. Era evidente che, in realtà, li voleva lasciare soli.
    “mamma, per favore, che succede? Che hai? Perché sei in ospedale, che mi devi dire? E questa Angelica chi è, che c’entra con te?!”
    “Anna, calma! Posso rispondere a una domanda per volta, sai! E come avrai capito sono tutti argomenti delicati e concatenati”
    “ma perché hai aspettato tanto a chiamarmi? Non mi pare che tu stia male da poco!”
    “no, infatti.. ormai sarà un anno. Tesoro, non te l’ho detto prima solo perché non volevo che tu ti sentissi obbligata a tornare solo perché sto male! È che ora le circostanze sono cambiate”
    Luca distolse lo sguardo: quel discorso gli era tremendamente familiare. Gli sembrava di essere tornato indietro di qualche anno, a quando era suo padre a stare male, e ora non voleva che pure Anna provasse lo stesso dolore, anche se, riconobbe con un misto di sollievo e amarezza, questa nuova situazione l’avrebbe costretta almeno a rimandare la partenza.
    Elena si guardò un po’ attorno:
    “perché non facciamo quattro passi? Sapete, l’ospedale non è così entusiasmante”
    “ma puoi uscire tu, sì?”
    “finché non scappo non ci sono problemi, Annina mia! Sai, con Angelica passiamo un sacco di tempo a gironzolare qui fuori, quando me la sento. Almeno respiriamo un’aria diversa”
    Scese dal letto e si avviò verso la porta, facendo loro strada. Era da un po’ che, ormai, entrava e usciva dall’ospedale più volte al mese, avrebbe saputo orientarsi in qualsiasi punto di esso.
    Anna e Luca erano rimasti un attimo indietro. Luca ora sembrava piuttosto incerto.
    “senti, non so se sia una buona idea che ci sia pure io.. insomma, è una questione tra te e lei, no?”
    “penso proprio di sì.. questo ci sconvolge un po’ i piani…”
    “e vabbè, sarà per un’altra volta. Facciamo così, dai: io vado in commissariato, tu rimani qui con lei. Quando vuoi venire via mi chiami, poi ci metto dieci minuti ad arrivare, e così stiamo insieme per il resto della giornata, ok?”
    Lei annuì. D’impulso, Luca, la strinse in un abbraccio: non avrebbe voluto lasciarla, ma sapeva bene di non avere alternative. Uscirono anche loro, ben sapendo che Elena non avrebbe trattenuto ancora a lungo un discreto numero di domande. Fuori videro immediatamente Angelica, seduta a gambe incrociate su una di quelle scomodissime poltroncine di plastica che riempiono tutti i corridoi di tutti gli ospedali. Aveva un libro aperto sulle gambe, un gomito puntellato al ginocchio e una guancia appoggiata alla mano. Soltanto lei poteva trovare comoda una posizione del genere, e non sembrava farci caso. Continuava a leggere, battendo delicatamente un dito contro la pagina del libro, seguendo il ritmo di una canzone che ascoltava dal suo piccolo I-pod . Forse per colpa della musica, o forse perché troppo concentrata sulla lettura, non sembrava essersi accorta di loro.
    “che leggi, Angi?” le chiese gentilmente Elena.
    “psicopedagogia applicata” rispose lei con tono piatto, senza alzare lo sguardo.
    Anna e Luca erano ogni secondo più straniti, Elena, invece, era solo perplessa:
    “ma dove l’hai preso? È tuo?”
    “no, me l’ha prestato il neuropsichiatra ieri quando sono andata dai bambini mentre tu facevi la ch.. la terapia” si corresse velocemente a fine frase. Alzò finalmente lo sguardo e cercò di cambiare argomento:
    “comunque dove andate?”
    “facciamo un passeggiata, vieni con noi?”
    Angelica esitò
    “no, tanto tra poco vado in pediatria, che le infermiere mi avevano chiesto di stare un po’ con i bambini”
    Tornò a rivolgere l’attenzione al libro, come se la discussione fosse chiusa.
    “d’accordo, comunque noi torniamo tra poco”
    “va bene.. ciao”
    Gli altri tre la salutarono e si allontanarono, rimanendo in silenzio per un po’.
    Arrivati in zona cortile Luca fermò soprattutto Anna.
    “io vado, ricordati di chiamare, eh? Per qualsiasi cosa!”
    Lei annuì
    “sì, tranquillo. Ci vediamo dopo”
    Un rapidissimo abbraccio e un bacino sulla guancia, poi Luca salutò Elena e si allontanò, diretto alla sua macchina.
    “Sembra proprio una persona fantastica, il tuo fidanzato” disse Elena per interrompere quel silenzio imbarazzato che era calato tra di loro.
    “sì ehm.. è adorabile, ma non è il mio fidanzato. Siamo solo amici” arrossì Anna.
    “ah, peccato. Sareste una bellissima coppia”
    “già…”
    Di nuovo silenzio. Passeggiavano lentamente lungo il cortile dell’ospedale. Erano entrambe tese, e Anna decise, ancora una volta, di non voler aspettare:
    “Mamma… per favore, mi spieghi che sta succedendo?! Al telefono avevi detto che era qualcosa di importante, però ora non me ne parli, non dici nulla!”
    Elena sospirò, rassegnata. In fondo la figlia aveva ragione. Come sempre.
    “pensavo potesse essere più semplice, ma ora non so proprio come cominciare. Scegli tu, da che vuoi partire? Da me o da Angelica?”
    “da te!”
    “beh, credo allora che tu abbia capito qualcosa, o comunque abbastanza”
    “sì, penso di sì. Operabile?”
    “No. Quando ce ne siamo accorti era già in uno stadio un po’ avanzato. Sto ancora facendo la chemio, ma non servirà a molto.”
    Anna se ne stava zitta, e in effetti che cosa potevi ribattere in una situazione del genere?!
    “tesoro, non voglio essere così dura e diretta, ma è questione di pochi mesi…”
    “e perché non me lo hai detto prima!? Sono tua figlia, o te lo sei dimenticato?!”
    “no, non l’ho dimenticato, ma volevo che tu ti sentissi costretta a tornare solo perché sto male! Ora le circostanze sono un po’ cambiate..”
    “io non sarei tornata solo perché stavi male, mamma! Lo sai! Aspettavo solamente un tuo segnale, qualcosa!”
    “ora lo so… ma ormai penso che sia inutile stare ad accusarci a vicenda per non esserci chiamate, non credi?”
    “beh.. sì, penso di sì. Ma.. insomma, non si può proprio fare niente?”
    “mi dispiace tesoro, purtroppo no”.
    Anna rimase in silenzio ad incassare il colpo. Non si aspettava niente del genere. È vero, con la madre non aveva più nessun rapporto, ma non aveva mai smesso di volerle bene. Ora si sentiva come un po’ smarrita. In un attimo le tornarono i mente tanti episodi di quando era bambina, quei momenti felici vissuti con lei, e prima che se ne rendesse conto si ritrovò con gli occhi lucidi.
    “ehi Anna, no! Ora non fare così, per favore!”
    “non fare così!? Mamma, ma fai davvero?! Mi vieni a dire che hai i giorni contati e dovrei pure fare finta di non starci male?!”
    “non dico che devi fingere di non starci male.. è solo che non voglio vederti soffrire ancora per colpa mia!” ma la sua voce si spense: in fondo sapeva che, qualsiasi cosa fosse successa, avrebbe lo stesso fatto soffrire la figlia. Anche Anna intuì quel pensiero, e lasciò andare un sospiro.
    “Vabbè, senti, cambiamo discorso. Questa Angelica?”
    Lei stessa intuiva che avrebbe avuto un’altra notizia piuttosto sconvolgente. In fondo le somiglianze con la ragazzina erano fin troppo evidenti.
    “non ci girerò molto intorno: è tua sorella. Anzi, sorellastra. Ha 14 anni, anche se sembra più piccola. A settembre comincerà le superiori e.. ha solo me”
    “e tu, per quattordici anni, mi hai nascosto una sorella?”
    “Anna, ti prego, non torniamo sugli errori del passato! Ho fatto solo quelli, e ti giuro che se potessi tornare indietro li eviterei tutti. Non è una scusa, ma non sapevo come dirtelo, cosa fare. E poi ero convinta che ci sarei sempre potuta essere, l’avrei cresciuta. Ma ormai sa anche lei che presto sarà sola, del tutto. Quando ho cercato di affrontare l’argomento con lei ho scoperto che era più informata e rassegnata lei di me. È stata una vera e propria pugnalata quando mi ha detto di non preoccuparmi perché aveva già trovato una casa famiglia in cui andare.. dopo.” La voce di Elena si era incrinata, ma tentò di proseguire lo stesso:
    “mi dispiace essere di nuovo piombata così all’improvviso nella tua vita con una notizia del genere. Perdonami, veramente, ma pensavo tu lo dovessi sapere. Ora.. sì, insomma, puoi decidere tu se te la senti di diventare la sua tutrice e occuparti di lei, oppure farla andare in una casa famiglia. E davvero, scegli liberamente, lei non pensa nemmeno che te lo voglia chiedere. Non vuole essere un peso, sai.”
    “eh.. così su due piedi non so che dire, veramente…”
    “Non devi decidere ora, hai tempo”
    Fu in quel momento che videro proprio Angelica uscire dall’ospedale spingendo una sedia a rotelle occupata da un bambino, e altre due che le scorrazzavano intorno ridendo.
    Elena la seguiva con lo sguardo, spiegando ad Anna il gesto della sorella:
    “è tutta l’estate che mi tiene compagnia in ospedale, ogni volta che vengo qui. Solo che non sempre, durante le terapie e le cure può stare, altre volte sono io che non voglio mi veda, quindi si è abituata a girovagare un po’ per l’ospedale. Un giorno c’era un bambino che, non si sa come, aveva perso il reparto di pediatria, e lei lo ha riaccompagnato lì.. e da quel giorno, spesso, si trattiene là, legge le storie ai bambini, li porta un pochino di fuori, li fa giocare, li aiuta con i compiti, e pensa, si è addirittura avvicinata agli studi di psicologia! Insomma, hai visto prima che razza di libri si legge!”
    Anna non aveva ascoltato più di tanto la madre, si limitava ad osservare Angelica in silenzio. In un certo senso le sembrava di rivedere se stessa in quella ragazza mite e timida, diffidente verso tutto. Più la guardava e più si rendeva conto di quanto fossero simili. E più la guardava e più pensava a quanto avesse desiderato avere veramente una sorella, quando era più piccola.
    La osservava attentamente, e la vide irrigidirsi e scostarsi rapidamente quando un dottore le aveva posato una mano sulla spalla con fare paterno, per parlarle. Anche se a distanza, vide chiaramente che sembrava spaventata. Era come se avesse paura degli adulti. Improvvisamente capì altro di lei:
    “Mamma.. quel bastardo ha abusato anche di lei?!”
    Un velo cupo scese sugli occhi di Elena Gori, e il suo tono s’indurì.
    “Purtroppo sì.”
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    ... è difficilissimo commentare questo capitolo: molto doloroso, bisogna dirlo! Quante rivelazioni tutte insieme per Anna: la malattia della madre, la sorella, gli abusi subiti anche da lei, la prospettiva di doversene prendere cura ... Insomma, un carico non indifferente. Nel dettaglio, Angelica sembra un personaggio complesso e sono curiosa di vedere come la avvicinerai ad Anna: alla luce di tutto, non sarà un rapporto facile da costruire. In tutto questo però, sono sicura che Luca sarà fondamentale!

    Beh che dire Sara, questa ff mi piace molto lo sai, nonostante richieda un gran numero di fazzolettini ^^

    P.S. Io non ti uccido perché... beh, già perdi i fogli di tuo, se poi ti ammazzo chi la continua la storia!? XD XD XD E poi perché ti voglio un gran bene <333
     
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  15. alessiapac
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    è difficile commentare questo capitolo, ricco di emozioni contrastanti soprattuttompieno di dolere; Anna, la madre e la sorella che anche lei ha subito le stesse cose di Anna.
    No riesco a commentare di più, la storia è bella, anche se questo capitolo è molto pesante, comuque aspetto il prossimo capitolo sono curiosa di sapere cosa decide anna riguardante la storia della sorella anchese immagino cosa possa decidere, e vedere come va avanti la storia.
    Al prossimo capitolo.
     
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41 replies since 2/9/2010, 21:14   1912 views
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