Quando meno te lo aspetti

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  1. silv89
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    Come al solito commento dopo secoli...
    Capitolo stupendo... mi dispiace per Angelica e tutto quello che deve sopportare, anche a scuola... ma sono contenta del fatto che inizi a fidarsi di più di Luca.. Bellissimo il modo con cui riesce a convincerli ad uscire!!!
    Gran bel capitolo... non vedo l'ora di leggere il prossimo!!!
     
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  2. fellik
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    ciao a tutte! eccomi tornata, finalmente, con un altro cap XD è in stesura da secoli, ma non ho mai tempo :( tra scuola e casini vari sono sempre impegnatissima. per questo non posso promettere che il prossimo cap arrivi presto, così tutti gli altri, ma mi impegnerò a scriverli ogni volta che posso ù.ù questo è venuto forse un po' lunghino XD inutile dire che a me non piace :P buona lettura!!

    CAP 5

    Angelica era stata tanto furba da non lasciare nessuna alternativa ad Anna e Luca, e pur di farli uscire insieme aveva deciso di sacrificare la sua diffidenza, cose che, seppure non sembrava, per lei significava molto. Non ne era proprio felice, era ovvio, ma sapeva pure lei che, oltre ad essere l’idea migliore che le potesse venire, Luca e Anna avevano ragione: prima o poi avrebbe dovuto parlare. Sapeva quali erano i suoi limiti, e sapeva anche che, purtroppo, era molto vicina a varcarli.

    “ehi, Luca, vieni un attimo qui!”
    Anna era davanti alla stanza di Angelica e Abel, lei e Luca erano appena tornati dalla loro serata.
    “dimmi! Che c’è?” la raggiunse lui.
    Anna accennò alla sorella, profondamente addormentata
    “guardala. Ora non sembra la persona più tranquilla del mondo?”
    “beh, mentre dormono tutti lo sembrano. Sarà che è l’unico momento in cui non sei consapevole dei tuoi problemi.. ma comunque, che succede Annina? Istinti materni? “
    Lei sorrise:
    “a dire il vero è un po’ che ci sono.. sei un po’ tardo se te ne sei accorto solo adesso, eh!?” sorrise lei sciogliendosi dall’abbraccio e allontanandosi dalla stanza.
    Erano decisamente più rilassati e sereni: quella serata da soli aveva fatto bene ad entrambi. Sì, non era servito a chiarire nulla fra loro, se non che il loro rapporto non si sarebbe perso, ora che Anna era intenzionata a rimanere. Ma se se ne fosse andata, sapevano bene anche loro, che era questione di tempo prima che diventassero solamente un dolce quanto amaro ricordo, e questo avrebbe certo fatto male – molto male- ad entrambi. Sotto quel punto di vista, Angelica ed Abel erano da considerarsi una sorta di benedizione, due angeli che avevano impedito la catastrofe.
    Fu ripensando alla loro serata insieme che Anna e Luca si salutarono con la loro dose serale di coccole, rimpiangendo di non potersi spingere oltre.
    La mattina dopo Luca svegliò Abel facendo bene attenzione a non disturbare Angelica: vista la situazione, preferivano lasciarla a casa un paio di giorni, e anche se né lui né Anna potevano rimanere con lei, era abbastanza grande e responsabile da non mettersi nei guai e da sopravvivere qualche ora sola in casa. Ma il loro tentativo si era rivelato abbastanza inutile: i tonfi sordi delle stampelle di Angelica, annunciarono che li stava raggiungendo
    “Giorno..” disse piano. “ma perché non mi avete svegliata?” continuò cercando di sedersi per fare colazione tutti insieme.
    “Forse è meglio se oggi resti a casa, Angi, magari vediamo domani se è il caso di mandarti a scuola” spiegò Anna spostandole il ciuffo ribelle che le ricadeva sugli occhi.
    “ehii! Ma se lei sta a casa perché non posso rimanere pure io!?” intervenne un Abel decisamente offeso.
    “tu non hai una gamba rotta, tesoro. e soprattutto mi ha detto un uccellino che oggi hai una certa verifica, o sbaglio?” spiegò Luca bonariamente.
    “uccellino malefico” borbottò il bambino sbriciolando un biscotto. Cercando di riportargli il buonumore, Luca tentò di negoziare:
    “Dai, Abel! Se vai a scuola oggi ti vengo a prendere io all’uscita, va bene?”
    Ma il bambino, contrariamente alle aspettative di Luca, non era facile da fregare
    “e dopo dove andiamo?”
    “eh, dopo…” Luca si guardò attorno in cerca d’ispirazione, e il suo sguardo cadde su Anna, alle spalle di Abel.
    “calcio!” sillabò allora lei muovendo solo le labbra.
    E Luca continuò la frase trionfante:
    “Dopo, domenica prossima, ti porto allo stadio a vedere la partita di calcio!”
    Anna si portò le mani tra i capelli, in un gesto di disperazione: non era precisamente quello che intendeva dire! Ma Abel era già balzato giù dalla sedia esultando e correndo a finire di prepararsi.
    Angelica dovette ricorrere ad un incredibile sforzo di autocontrollo per non mettersi a ridere:
    “ehm.. Luca!? penso che Anna intendesse suggerirti di portare Abel a giocare a calcio tipo in un parco o qualcosa di simile, non di portarlo direttamente allo stadio”
    Anna le gettò le braccia al collo
    “oh, una che mi capisce! Angelica, ti amo!”
    Luca arrossì lievemente:
    “ehm.. è che ora non penso di potermi tirare indietro.. sembra tanto contento lui!”
    “e infatti tocca che ce lo porti” si arrese Anna lasciando andare la sorella.
    “ciaoooooo io sono pronto, vado a scuola! Ci vediamo all’uscita!” urlò Abel precipitandosi fuori dalla porta. Angelica aggrottò un sopracciglio, senza però dire nulla, ma Anna, per contro, sbuffò:
    “uomini! Siete tutti uguali, oh! Basta darvi un pallone e non capite più niente. non lo so, siete peggio di un gatto con il gomitolo!”
    “miao” ribatté Luca facendo l’occhiolino ad una Angelica intensissima a osservare il pacco di biscotti davanti a lei, nel disperato tentativo di trattenere le risate.
    Luca portò la tazzina di caffè alle labbra, ma una fetta di pane lo colpì. Parte del liquido gli andò di traverso, e lui, inevitabilmente, prese a tossire, mentre il resto gli finì dritto dritto sulla camicia – ovviamente dal colore molto chiaro- così come la fetta di pane di Anna, perfettamente spalmata di marmellata. Ma Luca, appena smesso di tossire, non perse tempo: afferrò un biscotto e lo tirò in testa all’amica, sotto lo sguardo preoccupato di Angelica:
    “ma.. io dovrei essere affidata a voi due!?” chiese allarmata.
    “non ti preoccupare tesoro, siamo normalissimi!” la tranquillizzò Anna restituendo il biscotto a Luca con un nuovo, preciso lancio.
    “vedo..” si lasciò sfuggire sarcastica la ragazzina, facendo ridere Luca. Lui si alzò per portare la sua tazzina nel lavello, nascondendo però un biscotto in mano.
    “Dai Angi, questa mattina siamo solo un po’ su di giri, altrimenti non puoi dire che facciamo chissà che cosa, no?”
    la ragazzina prese a mordicchiarsi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere: aveva perfettamente capito le intenzioni di Luca, ma decise di rimanere zitta. Lui, senza essersi accorto di nulla, si mise esattamente dietro la sedia di Anna e abbracciò la ragazza, continuando il discorso.
    “o forse siamo sempre così matti?” il suo tono si era abbassato e addolcito notevolmente, attirando l’attenzione della ragazzina.
    Anna sorrise quando Luca le diede un bacio ed un morsetto sulla guancia
    “mmm no, così matti mai..”
    Se avesse potuto, Anna avrebbe fatto le fusa. E a quel punto, per Angelica, divenne impossibile riuscire a trattenere un sorrisone spontaneo e intenerito, davanti a tale dolcezza. Se gli altri due l’avessero guardata solo per un secondo, avrebbero visto per la prima volta il suoi occhi brillare, brillare di qualcosa tremendamente simile alla gioia e alla speranza, alla sicurezza.
    Ma prima che Anna potesse reagire, Luca, con un gesto fulmineo, le infilò il biscotto nella scollatura.
    “ma che stronzo!” esclamò lei cercando di dargli una gomitata nello stomaco. Purtroppo, però, colpì violentemente lo schienale della sedia, facendosi male. A quel punto Angelica non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, proprio mentre Luca prese a scappare e Anna a inseguirlo inveendogli contro.
    “età media della casa: 8 anni!” commentò Angelica osservando divertita i due.
    “Luca esci dal bagno!” strepitava Anna da qualche parte per casa. In risposta, però, riceveva solo delle risate.
    “esci e smettila di ridere, cretino!” continuava, anche se ormai pure lei stava faticando a rimanere seria. Non era passato molto, però, che entrambi erano già pronti per andare in commissariato e Anna aveva apparentemente - rinunciato alla sua vendetta biscottosa, e Luca si stava raccomandando con un’esasperata Angelica:
    “fai attenzione, non fare nulla di pericoloso, non fare nulla se non sei sicura di riuscirci bene, azi, fai una cosa, stai solo seduta sul divano o a letto, magari riposati ancora un po’, eh!? non aprire a nessuno e tieni sempre il telefono con te, se hai bisogno chiama subito! Ho avvertito anche la vicina, la signora Teresa, quindi se hai bisogno al limite chiedi a lei, va bene? Non mi va l’idea di lasciarti sola, ma io e Anna dobbiamo proprio andare al lavoro, altrimenti uno dei due rimarrebbe..”
    “sììì Luca, ho capito!” esclamò la ragazzina molto vicina all’esasperazione. Dopotutto non era una bambina!
    “scusami.. sono solo un po’ apprensivo!” disse Luca a mò di spiegazione, tentando di giustificare tutte le sue assurde raccomandazioni.
    “giusto un po’” rise Angelica “ma non ti preoccupare, penso proprio di resistere una mattinata in casa da sola, sai!? Quest’estate non è che c’era qualcun altro, oltre me e mamma..”
    “questo lo so, Angi, in condizioni normali non credo mi preoccuperei così tanto, in effetti, ma hai una gamba rotta.. riflessi, equilibrio e movimenti sono limitati, rispetto al normale.. come fai, se hai bisogno?”
    “d’accordo, questo è vero, ma non devo fare nulla di particolare! Solo stare seduta a studiare, al massimo a guardare la tv. Dai, voi andate, che io riesco a sopravvivere!” l’ultima parte la disse spingendo Luca fuori dalla porta per costringerlo a darle retta, altrimenti non avrebbe più smesso con le raccomandazioni.. le stava pure facendo venire l’angoscia! Per contro, Anna era molto più tranquilla:
    “non ti sforzare troppo, che ti conosco, ormai! Noi torniamo verso l’una, se non sorgono problemi, e se dovessi avere bisogno sai come rintracciarci, in caso non ci trovi chiama direttamente il commissariato e senti con Vittoria o Elena se c’è una di loro, va bene? Anche se in ogni caso non dovresti avere problemi di nessun genere! Basta che non fai nulla che ti metta in difficoltà”
    “sì mamma!” cinguettò Angelica rivolta alla sorella, fingendo una vocina infantile.
    Un bacetto datole sulla guancia da Anna, una carezza scompiglia-capelli da Luca e la porta si chiuse dietro di loro. Angi era sola. Sospirò, un po’ di sollievo e un po’ di rassegnazione: aveva evitato domande spinose per quella mattina, ma sapeva che non avrebbe avuto la stesa fortuna a pranzo, il giorno stesso, quando Anna e Luca sarebbero tornati a casa. E poi doveva pure chiamare la sua istruttrice di Ritmica, era tempo di selezioni per le gare di agonistica, quelle serie, quelle importanti, quelle a cui ogni ginnasta sogna di arrivare.. e lei non poteva partecipare, anzi, doveva dare la brutta notizia circa la sua gamba.

    ~ ~ ~

    “Anna, Luca, eccovi! Stavo per chiamarvi!!” Elena era uscita dall’ufficio che divideva con Anna proprio mentre lei e Luca stavano entrando in commissariato.
    “Ehi Ele, dimmi! Che succede?” Anna era già allarmata, ma l’amica la tranquillizzò subito
    “buone notizie! Sono riuscita finalmente a contattare gli amici di Michele, saranno qui oggi pomeriggio, e verranno pure i ragazzini rumeni che ci hanno avvertito del ritrovamento del cadavere. Ma indovina un po’!? abbiamo un testimone!”
    “un testimone? Davvero?” si era fermato anche Luca, speranzoso.
    “sì, è arrivato proprio ora. L’ho fatto accomodare in ufficio mentre venivo a chiamarvi”
    “perfetto, aspettate un paio di minuti, per favore, che così vengo pure io a sentirlo con voi” disse il commissario allontanandosi velocemente per pochi attimi.
    Il teste era un tassista, un signore italiano sulla cinquantina, di passaggio nella zona in cui era stato ritrovato il ragazzo proprio al sera in cui, si presumeva, era stato compiuto l’omicidio.
    “ho imparato a farmi gli affari miei, soprattutto quando sono in certi quartieri. Lì ci passo spesso, o per lavoro o per tornare a casa, è una buona scorciatoia, quindi non era la prima volta che mi capitava di vedere quel ragazzo” stava spiegando strofinando nervosamente le mani sulle ginocchia.
    “e lo vedeva sempre in quel quartiere?” chiese Elena incuriosita.
    “sì, sì sempre in quel quartiere. Ma mai solo, di solito era sempre in compagnia di altri ragazzi direi della sua età.. penso amici suoi, una specie di banda, non saprei.. qualcosa di simile..”
    “ci sa dire se ha mai notato qualcosa di strano, per caso?” Luca sperava con tutto il cuore in una risposta affermativa: questo avrebbe comportato diversi elementi sul quale loro potevano lavorare per risolvere il caso.
    “ strano.. non saprei.. cioè, li ho visti diverse volte parlare con degli altri ragazzi, un altro gruppo di questo quartiere, non so dire la nazionalità ma non erano italiani.. non che questo sia strano, però mi sono rimasti impressi perché non sembravano particolarmente amichevoli”
    “ e senta, se li vedesse sarebbe in grado di riconoscerli?”
    “sì, penso proprio di sì”
    “entrambi i gruppi?”
    “sì, entrambi i gruppi” ripeté lui. “ma che, sono già schedati da ragazzini?”
    “beh, no. Proprio per questo le dovremo chiedere di tornare qui questo pomeriggio, se per lei non è un problema” Luca, dopo anni di esperienza, stava già cominciando a farsi idee piuttosto chiare su quello che poteva essere successo.
    “vuoi fare un confronto tra i due gruppi?” gli chiese Anna non appena il tassista se ne fu andato.
    “non un confronto vero e proprio, ma magari vediamo come reagiscono ritrovandosi faccia a faccia”
    “pensi ad una lotta di quartiere?” domandò Elena interessata.
    “per ora sì, potrebbe essere una delle ipotesi più probabili, anche se Bogdan e i suoi amici ci hanno detto di conoscere Michele solo di vista.. ma prima dobbiamo sentire anche il suo gruppo: ci manca la loro versione.”
    Elena mordicchiava la stanghetta degli occhiali, persa nel filo dei suoi pensieri
    “invece sull’arma che sappiamo?” chiese Luca cercando con lo sguardo il referto della scientifica
    “un normalissimo coltello da cucina come ce ne sono a migliaia” rispose Anna porgendogli il foglio che lo interessava.
    “tanto per cambiare.. indizi in più?”
    “non lo so, non ho letto tutto, può anche esserci qualcosa” rispose Elena distratta
    “però c’è una cosa che non mi convince: quando il corpo di ‘sto ragazzino è stato trovato era mattina inoltrata, non dovevano essere a scuola gli altri ragazzi, i rumeni?”
    “Ele, ci avranno aspettati, no? Avranno trovato Michele prima di andare a scuola e per ovvi motivi non si sono mossi fino al nostro arrivo.”
    “No, Luca, ha ragione lei: la segnalazione stessa è arrivata dopo l’orario in cui iniziano le lezioni..” osservò Anna guardando con un certo disagio le foto del cadavere.
    “d’accordo, questo ci sta. Ma non avete pensato che potrebbero aver bigiato? Non ditemi che voi, alla loro età, non l’avete mai fatto!”
    “infatti no, io mai!” risposero in coro Anna ed Elena.
    “ecco..” rise lui. “che brave bambine le mie sottoposte!!”
    “comunque, tornando al caso, è stato valutato il fato che Michele non è morto nel luogo del ritrovamento del cadavere?” chiese Anna. In effetti Luca si era dimenticato di quel dettaglio, forse perché pure sul corpo di Michele non c’era nessuna traccia particolare, niente che comunque potesse aiutare a capire dove era stato colpito. L’omicidio poteva essere stato compiuto ovunque.
    “a cosa stai pensando, Anna? Un coinvolgimento?”
    “beh, sì. Ma ammesso e non concesso che siano stati loro, perché chiamarci e dare l’allarme?” ma questo era il campo di Elena:
    “non è così strano, sai? È una specie di processo psicologico che oltre includere i sensi di colpa, si fa beffa di noi. insomma, è della categoria ‘noi li abbiamo chiamati, noi non siamo i colpevoli, loro la penseranno così. I più furbi siamo sempre noi’ “ la spiegazione di Elena dimostrava chiaramente quanto potesse essere strana la mentalità umana, e soprattutto, generalizzando il discorso, quanto possa risultare ingenua l’idea che ci sembra tanto geniale.
    “d’accordo ragazze, probabilmente avete ragione” concesse Luca “ma non possiamo partire subito con queste accuse, dobbiamo prima sentire gli amici di Michele cos’hanno da dirci, perché se la loro versione coincide con quella di Bogdan non vedo perché avrebbero dovuto ammazzarlo, se anche il tassista ci ha detto che non erano amici; se invece ci dicono il contrario, la situazione cambia.. e dovremo risentire tutti per capire chi dice la verità”
    “e quindi dobbiamo aspettare?” concluse Elena.
    “Sì, aspettare. Ma sono sicuro che nel frattempo troveremo altri elementi utili. Forza, vediamo un po’ cosa ne viene fuori”
    Un sorriso e una distribuzione di fogli più tardi, i tre erano totalmente immersi nel lavoro, desiderosi di chiudere in fretta il caso.

    ~~~

    Anna e Luca erano appena arrivati a casa, ancora impegnati a discutere e ipotizzare sul caso.
    “Anna, non lo so! Magari hai ragione, va bene! Magari è solo una lotta di quartiere, ma noi abbiamo la versione di Bogdan e dei suoi che dicono di conoscere gli altri solo di vista e quella del tassista che dice di averli visti parlare e discutere più volte. ci manca comunque una versione, che probabilmente ci può chiarire molto o far capire verso quale teoria propendere ma ora non possiamo fare nulla”
    “ma perché no, Luca! metti poi che la terza versione è totalmente diversa dalle altre due, eh? che facciamo? Chi ha ragione, a chi crediamo?”
    “qualcosa lo troviamo, vedrai. È il nostro lavoro, Annì!”
    “ho capito ma.. e va bene, aspettiamo” cedette lei.
    Un visetto incuriosito emerse dal divano
    “problemi sul lavoro?” chiese Angelica con un tono appena udibile.
    “Angelica! Non ti avevo nemmeno vista! No, problemi no, solo un po’ di incertezze” le rispose Luca avvicinandosi per scompigliarle i capelli. La ragazzina se ne stava tranquillamente sdraiata per i fatti suoi, immersa nella lettura di uno dei suoi libri impossibili da comprendere già dal titolo.
    “qui com’è andata? C’è stato qualche problema?” continuò lui apprensivo, scrutando attentamente il volto di Angi in cerca di qualche segno evidente di una qualsiasi cosa, magari una caramella avvelenata o una lotta all’ultimo sangue con uno sciame di termiti assassine.
    “tutto liscio: ho studiato, sistemato la stanza mia e di Abel e mi sono messa ora a leggere. Ah, ho anche cominciato a preparare il pranzo.”
    “tesoro, ma non dovevi, ci avremmo pensato noi!” esclamò Anna tra sorpresa e gratitudine, ma per tutta risposta la sorellina scrollò le spalle
    “ero qui, non avevo molto da fare.. non è che mi sia sforzata, sai..”
    Cercava di far credere che fosse tutto a posto, ma nel suo tono c’era una nota triste: poteva negarlo quanto voleva, ma qualcosa era successo veramente , e ormai era davvero ora che si decidesse a parlare con loro, che si decidesse a sfogarsi e confidarsi. E per quanto la pensassero uguale, né Anna né Luca disse nulla. Non subito, almeno. Ma più tardi, a tavola non riuscirono a trattenersi: Angelica non aveva toccato cibo, aveva passato tutto il tempo a fissare il piatto con aria assorta. Non era la prima volta che capitava, e Anna e Luca se ne stavano preoccupando parecchio: Angi aveva cominciato una strettissima dieta, necessaria per riuscire a continuare bene come ginnasta, diceva lei. Peccato solo che questa dieta l’avrebbe condotta a filo dell’anoressia, anche se per fortuna lei era la prima a non volersi avvicinare a quella soglia. Eppure.. eppure Anna e Luca non erano tranquilli. Anche se sapevano che non sempre il rifiuto del cibo da parte della ragazzina era dovuto al suo impegno nello sport che tanto adorava.
    “Angi, non pensi di stare esagerando con il non mangiare?” chiese Anna cauta, cercando di introdurre il discorso.
    “sì.. cioè, no, forse! ma non è per la dieta che non mangio, oggi non ho fame..” pigolò lei in risposta.
    “è successo qualcosa, tesoro?” continuò Anna con gentilezza, ma la sorellina scosse la testa.
    “ti fa male la gamba?” provò Luca.
    “un po’” rispose. Ma era più che evidente che il motivo della sua tristezza non era quello, eppure Luca continuò a fingere di crederci, almeno per quel momento:
    “ehi, non ti preoccupare, il male passa presto! Magari dopo prendi un antidolorifico e ti riposi un po’, no? Il male passa, e poi tra un mese puoi togliere il gesso!”
    “eh lo so ma… sì, ok, è vero.. hai ragione..” cos’era a bloccarla proprio quando stava per confidarsi!? Questo non lo riuscivano a capire, arrivava sempre sul punto di dire qualcosa, poi sembrava bloccarsi, magari smetteva anche di respirare per una frazione di secondo, il tempo necessario perché qualcuno o qualcosa, dentro di lei, le gridasse un ‘no’ , e poi Angelica tornava al suo solito silenzio.
    Anna le scostò i capelli da davanti al volto, sollevandoglielo poi delicatamente per poterla guardare negli occhi:
    “senti tesoro, non pensi che sia ora di parlare un po’ con noi? lo facciamo per il tuo bene, lo sai. Non vogliamo continuare a vedere che stai così male, possiamo cercare di aiutarti.”
    Mordicchiandosi il labbro inferiore la ragazzina annuì: sapeva anche lei che la situazione le stava sfuggendo di mano e che era davvero ora di chiedere aiuto. Poco più tardi, infatti, si ritrovò seduta sul divano, con Anna e Luca davanti a lei sul tavolinetto basso. Questo sia per poterla osservare bene che per non darle l’impressione di starle troppo addosso.
    “da dove devo partire?” chiese in tono mesto.
    “perché, c’è così tanto da dire?”
    “e beh..”
    L’occhiata che si erano scambiati Anna e Luca si era fatta preoccupata, ormai non riuscivano proprio più a stare tranquilli quando c’era qualcosa che riguardava la loro ‘piccola Angi’.
    “d’accordo, ehm.. parti dalla gamba” decise Luca.
    “bene. Non sono caduta in palestra, ma dalle scale a scuola. Non da sola, però: mi hanno spinta giù”
    “chi, tesoro? lo sai?”
    “no, non con precisione, ma tanto erano i miei compagni di classe. Della sezione accanto, al massimo. Avevo il vocabolario di greco nello zaino, quindi molto più peso del normale, sono caduta male e la gamba è finita così..”
    “ma ci sarà un motivo dietro a questo gesto, no?”
    “beh,per fare una cosa del genere penso di sì, o almeno lo spero.. conoscendo la mia classe, potrebbero anche aver pensato di farmi uno scherzo divertente, oppure questo si sarebbe presentato come un altro motivo per cui prendermi in giro. Ma forse anche per le versioni..”
    “in che senso per le versioni?” Anna la voleva abbracciare, ma temeva che così si sarebbe bloccata e non avrebbe più parlato.
    “no, beh, è che il mese scorso quando abbiamo fatto la versione in classe se la sono fatta passare da me, solo che l’ho sbagliata.. non lo sapevo di essere andata tanto male, quindi l’ho passata così, però abbiamo sbagliato tutti e loro se la sono presa con me.. sinceramente come cosa non mi è proprio andata giù, anche perché se la dovevano fare da soli, quindi la settimana scorsa la versione nuova non l’ho passata .. il problema è che in questa ho preso quasi 8.. nell’altra 5, loro sostengono che io l’abbia fatto apposta entrambe le volte.”
    “ma detta tra noi, ti pare che ci sia da spingere giù dalle scale un’amica per una cosa del genere?”
    Luca era livido, si vedeva. Stringeva forte i pugni e sembrava che si stesse mantenendo calmo a forza. Angelica, però, scrollò le spalle prima di rispondere:
    “no, ma se io non passo latino e greco loro non mi passano matematica.. anzi, in effetti non me la passano comunque. Ma tanto loro non sono miei amici.”
    Il tono della ragazzina aveva cominciato a farsi tremolante, ma lei non dava comunque segni di cedimento.. anche se, bisognava ammettere, aveva fissato lo sguardo sul suo ginocchio, per non guardare né Anna né Luca.
    “non ti trovi bene a scuola?” come domanda era davvero stupida e retorica: era evidente che Angi odiasse quella classe! Ma era necessaria per farla parlare.
    “no, per niente. ma più che come scuola in qualità di liceo, mi fa schifo la classe. Io.. io non credo di riuscire a passare 5 anni così, se già non ne posso più a novembre del primo anno..”
    Anna scivolò giù dal tavolino accucciandosi davanti alla sorella, per poterla guardare in faccia
    “ma a questo possiamo rimediare. Puoi cambiare sezione, se vuoi, oppure, se non vuoi rimanere al classico, puoi cambiare scuola, no?”
    “sssì, a questo punto cambio tutto, ma dove vado, ora?”
    “dipende cosa ti possa piacere. Linguistico?”
    “mi piace solo il francese.. e non sono poi così portata per le lingue..”
    “scientifico?”
    “ma anche no!”
    Luca prese dal divano il libro che stava leggendo la ragazzina al loro arrivo: ‘sviluppo cognitivo nel bambino in età prescolare’, e lo mostrò ad Angi
    “ma tu lo sai cosa ti piace studiare. E sai, forse non ci hai pensato, ma c’è un certo liceo che da la prima infarinatura per gli studi di psicologia, o sbaglio?”
    “il pedagogico?” Angelica, questa volta sembrava essersi illuminata.
    “ma certo, perché no?” Luca rilesse il titolo del libro che teneva in mano. “cioè, poi dovresti anche trovarti bene! Per dirtene una, io nemmeno so cosa sia lo sviluppo cognitivo!”
    “sì.. il pedagogico può essere un’idea!”
    Era un sorriso quello spuntato sul volto di Angi? Sembrava proprio di sì, e la cosa rincuorò Anna
    “bene, vedi? Se vuoi cambiare, appena hai deciso cominciamo a fare il passaggio!”
    “no, possiamo già farlo.. magari per cominciare là subito dopo le vacanze di Natale, così ho tempo per mollare greco e lasciare comunque andare un po’ di più latino e altre materie che poi riprendo là e partire da zero con psicologia e quelle nuove”
    “perfetto direi! Allora prima di tornare a scuola passiamo a parlare con i tuoi prof e con la preside e vediamo di fare questo trasferimento. Ma c’è altro, tesoro? o eri giù solo per questo?” chiese Anna.
    “ehm.. no, c’è altro..”
    “ e te pareva.. altro di grave?”
    “non per voi, ma per me sì” questa volta Angelica sembrava davvero nervosa e arrabbiata
    “te la senti di raccontare?” chiese Luca preoccupato.
    “sì. Prima ho chiamato la mia allenatrice di ritmica, le dovevo dire della gamba e tutto.. e in poche parole mi avevano selezionata per andare a concorrere nelle gare regionali, ma direi che non posso partecipare”
    “aspetta, tesoro, racconta dall’inizio, facci capire bene”
    “è tempo di gare. In pratica ogni squadra di ritmica fa una serie di saggi e gare, le partecipanti sono comunque controllate da una giuria e simili, le dieci migliori verranno poi selezionate per creare una squadra regionale.. e poi mano a mano si aumenta di livello, ma visto che ancora siamo juniores al massimo finiamo con la coppa italiana. Diciamo che sia le nostre due insegnanti sia le mie compagne di corso mi davano per favorita, e Sonia mi ha detto prima che in effetti io ero già stata indicata come una di quelle che doveva fare allenamento intensivo perché ha più possibilità di essere scelta … mi avevano già trovato la musica per due singoli.”
    “eh ma che sfiga!” si lasciò sfuggire Luca.
    “eh.. dillo a me!”
    “ma non c’è nessun modo di rimediare?” chiese Anna dispiaciuta
    “no, ti pare?! Dovrò stare seduta con l’allenatrice e le altre della squadra che non si esibiscono in quel momento o che comunque non sono in gara!”
    “su, Angi, lo so che ti dispiace, ma tra un mese togli il gesso e poi puoi tornare a fare tutto quello che vuoi, no?” cercò di consolarla Luca.
    “No! Le selezioni e le gare sono adesso, non tra un mese, e lo sai quanta elasticità muscolare perdo in questo intervallo di tempo? Tantissima, per non parlare di tutta la fisioterapia che devo fare prima di tornare a potermi allenare, che poi non è nemmeno detto ci riesca ancora a fare ritmica. Nella migliore delle ipotesi devo aspettare il prossimo anno e partecipare solo alle gare minori o ai saggi in questo, ma sinceramente mi secca! Nella peggiore delle ipotesi, invece, non potrò più mettere piede in una palestra e a quel punto mi devo dare all’ippica.”
    Era tutto così ingiusto! La ritmica era l’unica grande passione di Angelica, ma non solo: lei era veramente portatissima per quello sport, sembrava non avere ossa o giunture da quanto era snodata. Le possibilità di raggiungere un buon livello o comunque di arrivare molto in alto in tale disciplina erano oggettive e alte. Non a caso, infatti, ci aveva messo davvero poco tempo a passare dal livello amatoriale a quello agonistico, pur avendo solo 5 anni la prima volta che era salita in pedana. Ma oramai quello rischiava anche di diventare un ambito in cui non avrebbe più potuto nulla, e quando alzò lo sguardo, Anna e Luca poterono vedere che era sull’orlo delle lacrime.
    “oh, Angi!” esclamò Anna dispiaciuta, abbracciando la sorella.
    “non dovrai lasciare la ritmica, vedrai. Una soluzione la troviamo anche lì” le mormorò gentilmente.
    Angelica rimase in silenzio, ma circondò anche lei il corpo della sorella maggiore, ricambiando un abbraccio per la prima volta.

    ~~

    Tutto il discorso con Angelica aveva non poco turbato sia Anna che Luca, ma più che altro questo era perché sapevano che non avrebbero potuto fare proprio nulla per aiutarla. Dopo essersi un po’ calmata era stata la stessa Angelica a rivelare altro di quello che succedeva a scuola, ma solo ad Anna. Le aveva detto, ad esempio, che era continuo bersaglio di prese in giro che bersaglio vero e proprio di oggetti lanciati da tutti gli angoli possibili. Le aveva detto che più volte si era ritrovata a dover fare compiti doppi e di punizione perché i suoi fogli sparivano misteriosamente dai quaderni, per ricomparire con un nome ogni volta diverso di qualche suo compagno di classe, in cima alla pila dei fogli consegnati ai prof. Rivelò anche che, dopo un po’ di volte che si ripeteva questo scenario, aveva volutamente svolto due volte i compiti, una volta in maniera completamente sbagliata, lasciando questo foglio dentro il raccoglitore della materia, e una volta in maniera perfetta, infilandosi però questo secondo foglio nella tasca dei jeans. Risultato? Niente compiti di punizione, una volta tanto, un 7 come voto per lei e un 4 al simpaticone di turno. Ma questo, braccandola nello spogliatoio di educazione fisica, l’aveva picchiata. Il giorno stesso lei non era riuscita ad eseguire correttamente i suoi esercizi all’allenamento, e per amore del suo sport ma anche paura di punizioni peggiori, aveva smesso di fare volutamente i compiti sbagliati, anche se continuava lo stesso a nascondere quelli svolti correttamente.
    “Anna? Tutto bene?” Luca guardava l’amica preoccupato: la stava chiamando già da un po’, ma lei, troppo presa dai suoi pensieri, non se n’era ancora accorta; si riscosse solo dopo che Luca l’ebbe sfiorata delicatamente, chiedendo per l’ennesima volta se fosse tutto a posto.
    “sì, scusami, ci sono!” esclamò lei drizzando la schiena. Tornò a fissare il foglio che aveva davanti, pieno di scarabocchi ma anche di qualche appunto circa quello che era venuto fuori di nuovo sul loro caso.
    “con Elena abbiamo sentito gli amici di Michele, il tassista li ha riconosciuti?” chiese Anna tornando lentamente ala realtà.
    “sì, sia loro che Bogdan e i suoi amici. Continuano a sostenere di conoscerli solo di vista, ma sembrano abbastanza nervosi. Qui? Che hanno detto?”
    Fu Elena a rispondere alla domanda di Luca, notando che Anna continuava ad essere poco presente:
    “ora abbiamo pure una terza versione dei fatti, ma in parte coincide con quella del tassista: un amico di Michele, tale Fabio, ci ha detto che sicuramente Crupi no si trovava lì per caso: conosceva vagamente la zona e bene i rumeni. Ci ha descritto Bogdan, Alexandriu e gli altri, e ci hanno anche detto che qualche volta si sono scontrati. Mai niente di serio, il massimo dei danni che si sono fatti era limitato a qualche livido o ferite superficiali dovute semplicemente a calci o pugni.”
    Luca inarcò un sopracciglio “motivo?”
    “non uno preciso. Discriminazione, forse. restano semplici scontri tra adolescenti, a quanto pare non è necessario un motivo preciso..” Anna aveva risposto ancora prima che Ele potesse aprire bocca.
    “che enorme mucchio di sciocchezze!” commentò Luca. “pensate che possa essere stato Bogdan? Insomma, lui e i suoi amici, magari per una specie di vendetta? Che ne so, per un qualche torto subito…”
    “nulla di più probabile, Luca. Fabio ha detto che nell’ultimo pomeriggio passato insieme, avevano avuto una specie di scontro. L’avevano avuta vinta loro, Michele e compagnia, e a quel punto hanno sentito gli altri imprecare in rumeno e dire qualcosa in italiano che somigliava ad un ‘tanto ci vendichiamo’ ..” quella era proprio la giornata di gravi casini o vendette tra adolescenti per delle vere e proprie stupidaggini, pensò Anna mentre rispondeva all’amico. Lui sembrava aver capito a cosa stesse pensando lei, ma preferì non dire nulla.
    “beh.. non si può dire nulla, penso. Proviamo a risentire i rumeni, se proprio non spunta fuori niente i nuovo facciamo incontrare i due gruppi e vediamo come reagiscono.”
    Elena annuì: le due bande erano entrambe in commissariato, in quel momento, ma in uffici diversi, quindi, teoricamente, avrebbero risolto in poco tempo. Ma se anche ritrovandosi faccia a faccia si erano aggrediti verbalmente (ma solo perché erano stati bloccati prima di poter arrivare alle mani), Alexandriu, Bogdan e il loro gruppo continuavano a negare di conoscere Fabio e tutta la banda di Michele se non di vista, e negavano anche di avere avuto diverbi con loro. Per quanto ormai sapessero tutti la verità, finché non venivano trovate prove certe il caso era fermo.
     
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  3. MartyDangerousGame
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    Veramente stupendo questo capitolo!!!!!!!!!!!!!! ;) ;) Ti prego continua....... Sai, mi sono molto rispecchiata nel personaggio di Angelica..abbiamo molto in comune,ad esempio ank io vado bene in latino ma male in matematica :)
     
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    ...sopravvive chi si sa adattare.

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    Ohhh hai postato *______* finalmente *__________________*!
    Si capisce che mi fa piacere!? XD XD Ok, io avevo già letto un po' e sai cosa penso... sai che il cap mi piace e che tu scrivi benissimo ù.ù
    Non mi metto a commentare punto per punto perchè sennò non ne usciamo ma due o tre cose sì XD XD


    CITAZIONE
    “uomini! Siete tutti uguali, oh! Basta darvi un pallone e non capite più niente. non lo so, siete peggio di un gatto con il gomitolo!”
    “miao” ribatté Luca facendo l’occhiolino ad una Angelica intensissima a osservare il pacco di biscotti davanti a lei, nel disperato tentativo di trattenere le risate.

    :ahah: miao ahahahahah questa è una delle cose che più mi ha fatto ridere insieme ad Anna che centra lo schienale della sedia con il gomito XD

    CITAZIONE
    “fai attenzione, non fare nulla di pericoloso, non fare nulla se non sei sicura di riuscirci bene, azi, fai una cosa, stai solo seduta sul divano o a letto, magari riposati ancora un po’, eh!? non aprire a nessuno e tieni sempre il telefono con te, se hai bisogno chiama subito! Ho avvertito anche la vicina, la signora Teresa, quindi se hai bisogno al limite chiedi a lei, va bene? Non mi va l’idea di lasciarti sola, ma io e Anna dobbiamo proprio andare al lavoro, altrimenti uno dei due rimarrebbe..”
    ...
    “qui com’è andata? C’è stato qualche problema?” continuò lui apprensivo, scrutando attentamente il volto di Angi in cerca di qualche segno evidente di una qualsiasi cosa, magari una caramella avvelenata o una lotta all’ultimo sangue con uno sciame di termiti assassine.

    Alla faccia delle raccomandazioni O.o poco apprensivo Luca XD XD no, ma non mette ansia eh ù.ù

    CITAZIONE
    “ma detta tra noi, ti pare che ci sia da spingere giù dalle scale un’amica per una cosa del genere?”
    Luca era livido, si vedeva. Stringeva forte i pugni e sembrava che si stesse mantenendo calmo a forza

    Dai Luca, andiamo a scaraventare i tizi che hanno fatto male ad Angi giù dalle scale di un palazzo di quindici piani: vediamo se si divertono! ù.ù

    Istinti omicida per 'sti qui a parte, bellissimo capitolo tesoro! Interessante il caso e coinvolgente la situazione di Angelica con tutti i suoi problemi e i piccoli passi avanti nel suo rapporto di confidenza e di fiducia con Luca ed Anna. Al prossimo cap! Bacioni! <3
     
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  5. alessiapac
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    Come sempre bellissimo questo capitolo, non vedo l'ora di leggerne un altro!!!!
    Sono contenta che Angelica si sia finalmente apete e abbia detto quello che le è capitato a scuola.
    Non vedo l'ora di leggere il nuovo capitolo e spero tantissimo che il rapporto tra Anna e Luca si intensifichi ancora di più e ache il rapporto tra Luca e Angelica possa migliorare!!!!
    Ancora complimenti!!!
     
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  6. vichy95
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    complimenti.... questa ff è stupenda tuttaaa dall'inizio fino ad ora
    La parte di Luca e Anna che scherzano è stupendaaaa!!!
    Mi dispiace solo per Angi spero tanto che possa tornare a fare ritmica... sono stati degli stro**i quelli che gli hanno fatto del male
    Ancora complimenti è scritta benissimo!!!
     
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  7.     +1   -1
     
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    Oltre la ragione, solamente io conosco cosa c'è...quell' AMORE CHE HO PER TE!

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    “e dopo dove andiamo?”
    “eh, dopo…” Luca si guardò attorno in cerca d’ispirazione, e il suo sguardo cadde su Anna, alle spalle di Abel.
    “calcio!” sillabò allora lei muovendo solo le labbra.
    E Luca continuò la frase trionfante:
    “Dopo, domenica prossima, ti porto allo stadio a vedere la partita di calcio!”
    Anna si portò le mani tra i capelli, in un gesto di disperazione: non era precisamente quello che intendeva dire! Ma Abel era già balzato giù dalla sedia esultando e correndo a finire di prepararsi.

    hhahahhahahahaha! che scemo Luca!
    Mi hai fatto sbellicare quI!


    CITAZIONE
    Luca portò la tazzina di caffè alle labbra, ma una fetta di pane lo colpì. Parte del liquido gli andò di traverso, e lui, inevitabilmente, prese a tossire, mentre il resto gli finì dritto dritto sulla camicia – ovviamente dal colore molto chiaro- così come la fetta di pane di Anna, perfettamente spalmata di marmellata. Ma Luca, appena smesso di tossire, non perse tempo: afferrò un biscotto e lo tirò in testa all’amica, sotto lo sguardo preoccupato di Angelica:
    “ma.. io dovrei essere affidata a voi due!?” chiese allarmata.
    “non ti preoccupare tesoro, siamo normalissimi!” la tranquillizzò Anna restituendo il biscotto a Luca con un nuovo, preciso lancio.
    “vedo..” si lasciò sfuggire sarcastica la ragazzina, facendo ridere Luca. Lui si alzò per portare la sua tazzina nel lavello, nascondendo però un biscotto in mano.

    Ma quanto sono teneri *____*
    Li amo quandof fanno cosii! picciniii!

    CITAZIONE
    “fai attenzione, non fare nulla di pericoloso, non fare nulla se non sei sicura di riuscirci bene, azi, fai una cosa, stai solo seduta sul divano o a letto, magari riposati ancora un po’, eh!? non aprire a nessuno e tieni sempre il telefono con te, se hai bisogno chiama subito! Ho avvertito anche la vicina, la signora Teresa, quindi se hai bisogno al limite chiedi a lei, va bene? Non mi va l’idea di lasciarti sola, ma io e Anna dobbiamo proprio andare al lavoro, altrimenti uno dei due rimarrebbe..”
    “sììì Luca, ho capito!” esclamò la ragazzina molto vicina all’esasperazione. Dopotutto non era una bambina!
    “scusami.. sono solo un po’ apprensivo!”

    E ma che angosciaaaaa! Luca, che palle che sei!
    pover ragazza.. lasciala respirareee! Me la immagino mentre tenta di mndarlo via il prima possibile! XD

    CITAZIONE
    Anna e Luca erano appena arrivati a casa, ancora impegnati a discutere e ipotizzare sul caso.
    “Anna, non lo so! Magari hai ragione, va bene! Magari è solo una lotta di quartiere, ma noi abbiamo la versione di Bogdan e dei suoi che dicono di conoscere gli altri solo di vista e quella del tassista che dice di averli visti parlare e discutere più volte. ci manca comunque una versione, che probabilmente ci può chiarire molto o far capire verso quale teoria propendere ma ora non possiamo fare nulla”
    “ma perché no, Luca! metti poi che la terza versione è totalmente diversa dalle altre due, eh? che facciamo? Chi ha ragione, a chi crediamo?”
    “qualcosa lo troviamo, vedrai. È il nostro lavoro, Annì!”

    come sono belllini quando parlano di lavorooo! :D Mi mancano troppo ste scenee!


    Il discorso con angelia non lo QUOTo perchè è lunghissimo.. che tenera Angelica, quei mostri in classe sua sono proprio dei bastardi! Fa bene a cambiare.. vai via Angi.. che tanto adesso ci sono Anna e Luca a pensare a teee *-*
    Finalmente si è aperta.. e ha abbracciato anna! facciamo passi avanti!

    bellissima, sorellinaa! un mito come sempre!!!


     
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  8. fellik
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    ehm.. ciao! volevo approfittare di questo messaggio per ringraziarvi tutte per i vostri commenti, mi fanno sempre un sacco piacere :) ed è per questo che mi dispiace comunicare che il futuro di questa ff è a rischio. molto a rischio. tralasciando i casini che ho con la scuola, che mi terranno fuori gioco fino almeno metà luglio, non è un gran periodo in generale.. e se prima scrivere era qualcosa che mi faceva stare bene, ora è diventata un peso notevole.. quindi mi dispiace per quelle pochissime persone cui questa ff piaceva veramente, ma sto letteralmente entrando in crisi.. in ogni caso non è una decisione definitiva, forse più avanti torno a scrivere. quindi, grazie ancora a tutte e scusatemi, ma devo pensare anche un po' a tornare in me
     
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  9. AudreyLP
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    :( :( :( :( ODIO gli esamiiiiiiiiiiiiii! ufff che succede Sarina? spero nulla di graveeee!
     
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  10. fellik
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    no no, non è grave.. ma è un gran insieme di cose, solo che sono arrivata al punto di rottura, temo..
     
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  11. AudreyLP
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    uhm sempre la solita cosa? -.-' :(
     
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  12. fellik
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    no!! no, non è quello.. è un po' la scuola, un po' una situazione poco piacevole a casa, un po' teatro (tra due mesi nemmeno siamo in scena e ancora non è pronto il copione.. in più mi stanno dando ruoli non semplicissimi).. un gran insieme di cose, ecco..
     
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41 replies since 2/9/2010, 21:14   1912 views
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