Archivio Forum - Ricordi [Lucanna&Co]

Posts written by {B.

  1. .
    CITAZIONE (daniela15 @ 10/3/2012, 12:53) 
    Una storia a lieto fine *-* che bello *-*

    Certo, la parte centrale della storia è difficile per via dei contrasti tra Anna e Luca ma fortunatamente alla fine riescono a ritrovarsi. Lui è particolarmente duro verso di lei ma direi che, visto il tutto e considerato che all'inizio non sa nulla di Anna, si può anche capire XD La piccola Alice è adorabile *w*

    grazie Dani! Si le mie storie sono quasi sempre a lieto fine, non riesco a fare altrimenti.. XD Luca effettivamente ci va giù pesante, ma c' ha le sue ragioni, e diciamocelo.. con Anna è stato fin troppo paziente, era ora di fare un pò il duro! Ma alla fine si è dimostrato il tesoro che è.. **

    CITAZIONE
    ..comunque pensavo che Anna e la sfiga continuano ad andare a braccetto: fanno davvero tutti una brutta fine con lei XD anche nelle ff/shot ahahahaha

    Complimenti Barby, è sempre un piacere leggere le tue storie =)

    e' vero, c' hai ragione!!! infatti non volevo farne morire un altro.. ma se la facevo lasciare pure con questo davvero la facevo diventare, come ha detto Luca, una "poco di buono".. quindi non avevo scelta!! :D

    Per me il piacere è leggere i tuoi commenti! grazie mille!

    CITAZIONE
    Ti odio tantissimo per aver scelto questo titolo! ù.ù Cioè lo sai che amo la canzone "Hero" di Mariah Carey e che mi fa pensare ad un 'paio' di persone importanti per me... Infatti se ci fai caso è anche il nome dell'album di Ettore che ho su facebook : )

    Infatti la canzone me l' hai fatta conoscere tu! :D


    CITAZIONE
    Detto questo...
    La storia è sempre scritta benissimo ù.ù e ti odio anche per non avermela fatta leggere, magari avremmo evitato di scrivere la cosa dei "Supereroi" entrambe XD ahahahah ma va beh, è un contesto completamente diverso : D

    ma infattiii quando ho aperto la sezione delle OS e ho visto "gli eroi non possono morire" mi sono ricordata della tua storia!! :D sono andata pure a rileggerla per vedere se c' erano troppe cose simili, ma alla fine come hai detto tu i contesti sono diversi (tu sei decisamente piu pessimista di me!XD)


    CITAZIONE
    Allora... quando Luca ha detto quel freddo "Bentornata, Ispettrice Gori..." del tipo che ho sentito proprio il "rumore" del vento gelido XD
    Certo che, per quanto io ami Luca... quello schiaffo se l'è meritato! Cioè... ha un pochetto esagerato! Va bene che era nervoso, e infatti concordo con lui dicendo che nei momenti di rabbia non si dice la verità ma cose che sorprendono anche te stesso, ma davvero quello schiaffo mi ha fatto dire "Brava!" ù.ù e poi è servito a smuovergli il cervello e iniziare a prendere la retta via...

    hahhaha ci stava vero lo schiaffo? mi sono applicata per farlo abbastanza str**, lo volevo almeno per una volta veramente incazzato e cattivo.. e poi almeno così li ho messi allo stesso piano, e si dovevano scusare entrambi! :D


    CITAZIONE
    No, scherzo, lo commento lo stesso XD ahahahah ma per caso... la partita a PALLACANESTRO, c'entra mica con UN CARO MARESCIALLO [NOSTRO, per altro ù.ù]!?
    Mi è parso, eh xD ahahah e poi... Ah si! Quando Abel li lascia soli! <3 E loro vengono interrotti da Alice ._. Alice, ti compro tutti i gelati che vuoi ma... PORCA TR**A DOVEVI INTERROMPERLI PER FORZA!? ù.ù

    c' entra eccome! ormai lo sport più nobile per me è diventata la pallacanestro! XD il calcio non esiste piùù!

    CITAZIONE
    No aspettate, l'ultima cosa la devo dire... xD
    Concordo con Daniela nel dire che... si, Anna cammina a braccetto con la sfiga xD ma viene ricompensata dalla presenza di Luca, e quindi direi che in quel caso, la sfiga va a farsi un giro e la lascia in pace xD

    diciamo che la sfiga colpisce più che lei, chi le capita vicino!
    Fossi in Luca, comincerei a preoccuparmi! :D A lei meglio di così non poteva andare!!!!

    grazie odiosaa! ti odio tantooo <3

    Nonostante io ti odi tanto, e lo sai ù.ù <3 ti voglio bene <3
  2. .
    Questa OS l' avevo cominciata dopo Distretto10, poi me ne sono completamente dimenticata a poco tempo fa l' ho ritrovata per caso e, indecisa se cancellarla o continuarla, ho optato per la seconda e sono andata avanti..
    la trama è la più banale ovviamente.. si sa, per tentare di riunire Anna e Luca le proviamo tutte.. e questa è la mia ennesima ipotesi! :D
    buona lettura!




    “Mamma, siamo arrivati adesso?”
    Mentre le chiudeva la lampo della felpina rossa, sorrise a quella domanda che la bambina le aveva già posto almeno dieci volte, e annuì “si amore.. ora siamo arrivati!” le porse la mano e l’ aiuto a saltare giù dall’ automobile, poi chiuse la portiera con un tonfo.
    Un ragazzino di circa quindici anni con dei folti capelli rossi le si avvicinò “E’ qui la casa nuova?”
    Lei volse lo sguardo oltre il cancello, osservando le aiuole fiorite e gli alberi da cui era seminato il parco “si, ti piace?”
    “si.. meglio della casa a Trieste! Qui posso scendere giù a giocare al pallone!”
    Anna annuì, mentre prendeva la mano della figlia e la conduceva dentro “Si, infatti.. il proprietario mi ha detto che dopo le cinque scendono molti ragazzi della tua età a giocare.. però si è anche raccomandato di rispettare le regole, quindi mettiamo in chiaro già da adesso che prima delle cinque non si scende!”
    “Ok..”
    “Però nella casa a Trieste c’era la mia stanzetta con i miei giochini!” protestò Alice, imbronciata.
    “Amore ti ho già detto che tra un po’ arriveranno anche qui i tuoi giochi..” le rispose la madre, aprendo il portone di quello che doveva essere il loro palazzo “e in più qui non abbiamo più bisogno di uscire con la macchina per andare al parco.. puoi andare in bici tutte le volte che vuoi!”
    La bambina non rispose, troppo occupata a spingere il fratello per riuscire ad entrare per prima in ascensore. Anna lì lasciò fare, e quando furono dentro, premette il pulsante numero 3. Sul pianerottolo c’erano tre porte, lei si diresse spedita verso quella centrale e la aprì. Aveva fatto avanti e indietro 4 volte da Trieste a Roma, pur di assicurarsi che la casa fosse pronta per accogliere i bambini, ormai non aveva bisogno di indicazioni. I mobili erano arrivati quasi tutti, per cui il salone e le camere erano quasi complete.
    “Benvenuti a casa bambini!” esclamò, poggiando a terra la valigia blu.
    “qual è la mia camera?”
    “sono tutte e tre da quella parte..” rispose, indicando il corridoio. Lasciò che corressero subito a vederle e, con un sospiro, si lasciò cadere sul divano arancione.


    Si passavano quel foglio di mano in mano, controllando quel nome quasi come se potesse esserci un errore. Eppure, coincideva tutto.
    “Allora che faccio, glielo dico o no?”
    “e certo Ugo che glielo dici.. è il capo!” gli rispose Vittoria, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Ingargiola invece scosse la testa “secondo me dobbiamo aspettare che arrivi, così almeno ne siamo sicuri!”
    “Ma sicuri di che, Giuseppe? E’ così chiaro!”
    “Ma non è possibile!”
    Si avvicinarono pure Gabriele e Barbara, di ritorno da un controllo e incuriositi da quel vociare sospettoso “si può sapere che succede?”
    Vittoria passò il foglio a Gabriele, con aria preoccupata “il fax del nuovo ispettore..”
    Il ragazzo strabuzzò gli occhi non appena lo afferrò “Che cosa? Ma come può essere?”
    “E boh.. è quello che stiamo cercando di capire noi!”
    Barbara gli strappò il documento dalle mani, e lo lesse con attenzione “Ispettrice Anna Gori, anni 31, provenienza Trieste.. ebbeh? Che c’ è di strano?”
    “Anna Gori ha lavorato qui fino a..”Gabriele fece un breve conto a mente “circa 4 anni fa, poi dopo un infiltraggio molto particolare lasciò la polizia e si trasferì a Trieste..”
    “A quanto pare c’ è ritornata in polizia..” esclamò Ugo.
    “A quanto pare si!” Barbara ripassò il foglio a Giuseppe “Luca che dice?”
    “Luca non sa niente.. e non deve sapere niente, mi raccomando!”
    “perché?”
    “E’ una storia complicata Barbara, lascia perdere..” rispose Vittoria con un sospiro.. poi si allontanò trascinando Giuseppe con lei “con Luca ci parlo io stasera!”
    Barbara si voltò sconcertata verso Gabriele, in cerca di spiegazioni, e lui alzò le spalle “Volevano tutti un gran bene ad Anna, in particolare Luca.. loro erano legatissimi, vivevano insieme da tempo e molti erano sicuri che prima o poi tra loro sarebbe nato qualcosa..”
    “e invece?”
    Stavolta continuò Ugo “e invece all’ improvviso lei ha deciso che voleva chiudere con questa vita, e automaticamente anche con chi ne aveva fatto parte!”
    “Non si è fatta più sentire? Da nessuno?” domandò la donna, ascoltando la storia con attenzione.
    “No. Comunque Vittoria ha ragione, non è semplice capire.. per lei era stato un periodo difficile, erano successe un sacco di cose.. insomma un casino!” fece Gabriele “e a proposito di casini.. credo proprio che ce ne sarà presto un altro!”


    Con le mani strette al volante, gettò uno sguardo ad Abel, seduto accanto a lui, e sorrise “preoccupato?”
    “Un po’ si!”
    “E’ normalissimo.. succede a tutti il primo giorno di liceo!”
    “Se i professori sono severi?”
    “Studierai e farai in modo di andare bene!”
    “E se non ci riesco?”
    “Abel, sei sempre stato bravissimo a scuola, perché non dovresti riuscirci?”
    “Non lo so!”
    “stai tranquillo amore, sarai una forza!”
    Abel sorrise, guardando fuori al finestrino “Mamma, mi potresti lasciare un po’ prima?”
    Lei annuì, ridendo “come vuoi..”
    “Mammi, io sono contenta di andare a scuola.. però ci devo stare tanto tempo?”
    “no, anzi vedrai che con tutti quei bimbi e i giochi che ti farà fare la maestra, il tempo passerà in frettissima..”
    “Ok, però tu vienimi a prendere presto!”
    “Non ti preoccupare, verrò presto!” La guardò attraverso lo specchietto retrovisore.. con il grembiulino a quadretti, e i capelli neri tenuti fermi con un frontino azzurro.. e pregò che non facesse capricci, una volta arrivati all’ asilo.. forse avrebbe dovuto aspettare a prendere servizio, ma aveva già dovuto rimandare abbastanza perché avesse il tempo di fare il trasloco con calma, e non poteva proprio chiedere altri giorni.. quindi non le restava altro che sperare che la sua bimba, sempre così socievole e allegra, prendesse bene il suo primo giorno di scuola e non rendesse difficile il distacco.. quella sarebbe già stata una mattinata molto difficile..

    Quando lo vide entrare con l’ aria tranquilla e pacata del solito, Ugo si avvicinò a Vittoria “però l’ ha presa bene..”
    “che cosa?”
    “La notizia di Anna!”
    “Ma che ha preso, Ugo.. ancora non lo sa!”
    “Come non..” la guardò stralunato “avevi detto che glielo dicevi tu!”
    “c’ ho provato, ma ieri non sono riuscita a beccarlo da nessuna parte.. comunque glielo dico ora!”
    “Eh, senza fretta mi raccomando!”
    Lei lo guardò scocciata.. poi andò verso il Commissario “Luca!”
    “Vittoria, buongiorno!”
    “ciao.. senti ti posso parlare due minuti?”
    “pure dieci, ma non adesso che devo chiamare di corsa il procuratore..”
    “Ma..”
    “vengo subito..” rispose, prima di aprire la porta del suo ufficio “solo una chiamata e sto da te!”
    Lo aspettò con ansia fuori alla porta.. Anna sarebbe arrivata a momenti quindi non poteva perdere tempo.. e Luca si stupì quando se la trovò davanti non appena ebbe spalancato la porta..
    “allora è una cosa seria..”
    “abbastanza..”
    “Ok, dimme..” le poggiò una mano sulla spalla e la condusse nell’ atrio.. ma lei, troppo presa dalla ricerca delle parole da dirgli, nemmeno se ne accorse.
    “ieri è arrivato il fax del nuovo ispettore, volevo dirtelo ma sei stato fuori tutto il giorno..”
    “Si lo so, vabbeh me l’ hai detto ora.. pensavo pure che era successo!”
    “E’ che.. forse avrei dovuto dirti prima di chi si trattata..”
    “Perché? chi è?”
    “Eh.. chi è..” sospirò, guardandolo nervosamente.
    “Embè? Che è sta faccia?” rise lui “Non me dì che ce mandano de nuovo un sovversivo tipo Barbara l’ anno scorso.. o peggio uno come Gabriele..no perché non ne potrei sopportà n’ altro come lui!”
    “No, veramente.. Luca il nuovo ispettore non è nuovo per niente..”
    “Cioè? Che è già stato qui? Fantastico no? E chi è?”
    “Sono io!”
    Si voltarono entrambi verso quella voce, che suonava familiare, troppo familiare.
    Luca per un secondo ebbe l’ impressione di aver avuto un abbaglio. No, non poteva essere Anna quella donna che stava immobile davanti a lui. Non poteva essere lei per tanti, troppi motivi. Perché la sua Anna non era a Roma, non era più una poliziotta e soprattutto perché la sua Anna gli aveva detto chiaramente che con quella vita aveva chiuso. E allora che diavolo ci faceva qui?
    “Ispettrice Anna Gori..” esclamò lei, riscuotendolo da quel torpore “prendo servizio stamattina!”
    “Anna.. oddio da quanto tempo!” Vittoria non seppe resistere neanche a quell’ atmosfera dura che si era creata, e si fiondò verso di lei per abbracciarla “come stai?”
    Quel gesto spezzò finalmente l’imbarazzo che regnava nel commissariato e anche Ugo, Giuseppe, Tamara e gli altri ex colleghi corsero a darle il loro benvenuto. Anna ricambiò gli abbracci cercando di non mostrarsi commossa.. e intanto anche Gabriele uscì dall’ ufficio per salutarla “Annina.. che piacere riaverti qui con noi!”
    “Grazie Gab, sono contenta di vederti..” li guardò uno ad uno, sorridendo “sono proprio contenta di vedere che siete tutti ancora qua, davvero!”
    Il suo sguardo fini involontariamente contro quello di Luca, che stava osservando la scena impassibile. Aveva un’ espressione così fredda che non riuscì a sostenere e abbassò la testa, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
    “Bentornata, Ispettrice Gori.. venga nel mio ufficio così rendiamo ufficiale il suo arrivo..”
    Detto ciò si volto e sparì nel suo ufficio, lasciando i presenti nel più totale silenzio. Anna si voltò verso Vittoria e bisbigliò un “ha ragione” a cui la donna non seppe replicare. Come si poteva biasimare il comportamento di Luca?
    Si diresse a passo spedito nell’ ufficio del Commissario, ed entrando lo trovò già seduto alla scrivania. Non ebbe il coraggio di dire una parola, fin quando non si sedette e sentì lo sguardo pungente di lui addosso.
    “che ci fai qui?”
    “ci lavoro..” rispose lei, cercando di tenere il suo stesso tono.
    “Me ne sono accorto.. e a cosa devo questo onore? Credevo avessi lasciato la polizia..”
    “Infatti, ma come vedi ho chiesto di rientrare... ho sostenuto un’ esame ed eccomi qui!”
    “Devo pensare che la tua nuova vita non sia stata come speravi..” esordì lui, senza nascondere il sarcasmo che traspariva da quelle parole.
    Anna lo fulminò con lo sguardo, offesa da quelle parole e non riuscì a trattenersi “questo non ti riguarda!”
    Si pentì subito di quella frase.. infondo Luca non sapeva niente di quello che le era accaduto negli ultimi anni.. ma ormai il danno era fatto.
    Luca si limitò ad annuire “Hai ragione. Bene, allora parliamo di ciò che mi riguarda.. prendi servizio da oggi e sarai quasi sempre in coppia con Barbara, o con Gabriele. Lui lo conosci, fatti presentare anche la Rostagno. Per i turni..”
    “a proposito dei turni..” lo interruppe lei, girandosi per prendere la sua borsa “ho un autorizzazione che mi permette di limitare gli orari..” gli porse una busta bianca, e aspettò che lui l’ aprisse.
    “turni di mattina e di pomeriggio massimo fino alle cinque..” commentò lui, leggendo quel documento “per motivi familiari.. si possono sapere o non mi riguarda neanche questo?”
    “Sono i miei figli il motivo.. Abel e la piccolina di tre anni..”
    Luca annuì “capisco..” Se l’ era immaginato che fosse quello il motivo familiare. L’ ultima cosa che aveva saputo da Anna, prima che lei chiudesse i rapporti, era che avesse una storia e fosse incinta. Si era creata una famiglia, e ovviamente ora questa famiglia era a Roma con lei “Per me va bene così.. puoi andare..”
    Lei lo fissò per qualche secondo.. avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma si trattenne.. si alzò e uscì velocemente dall’ ufficio.

    Neanche con una doccia fredda era riuscito a togliersi l’immagine di lei dalla mente, e ormai, rassegnato, aveva dovuto ammettere a se stesso quello che si ostinava a negare da quella mattina.. non gli era indifferente. No, nonostante fossero passati più di 50 mesi, Anna Gori ancora non gli era indifferente. E rincontrarla gli aveva sconvolto quell’ equilibrio che credeva di essersi finalmente creato. Anna.. quella ragazzina di 23 anni che era arrivata di soppiatto al decimo Tuscolano e che era diventata senza che se ne rendesse conto la persona più importante della sua vita.. per poi sparire da quella stessa vita con la stessa velocità con la quale era entrata. E adesso dopo tre anni era di nuovo lì.. così cambiata, così diversa.. forse una moglie.. e madre.. madre di un adolescente e di una bambina di soli tre anni.. chissà se le assomigliava.. se aveva i suoi capelli, i suoi occhi.. la sua dolcezza..
    Era così immerso in quei pensieri che chissà da quanto tempo stava squillando il cellulare quando lui se ne rese conto.. corse a prenderlo sul piano della cucina e rispose. Era Pietro.. che lo avvertiva del probabile ritrovamento di una donna che avevano rapito più di una settimana fa.. quello che ci voleva, pensò.. e si apprestò a uscire..


    Anna si rigirava continuamente nel letto senza riuscire a trovare una posizione comoda. O forse semplicemente aveva troppi pensieri per riuscire a dormire tranquillamente. Era stata una giornata così.. così strana. Rivedere il decimo, con tutte le persone che ci lavoravano dentro le aveva dato una sensazione strana. Ma soprattutto le aveva dato una sensazione strana rivedere Luca. Quel suo sguardo glaciale le aveva fatto male. Non che si aspettasse un’ accoglienza con i fiocchi, però non era preparata a essere trattata così dal suo Luca. E poi c’era stata quella frase.. “devo pensare che la tua vita non sia stata come speravi..” l’aveva mandata in bestia.. ma come si permetteva? Lui non sapeva niente di come aveva vissuto quegli ultimi anni.. che poi ripensandoci, poteva incolpare solo se stessa.. lei lo aveva allontanato..
    “Mammina!”
    La vocina di Alice la fece quasi sobbalzare, e alzò la testa riconoscendo la sagoma della figlia “cucciola..”
    “Non riesco a dormire!”
    “vieni qui..” alzò le coperte e la bambina fece una corsa nel lettone, accucciandosi accanto al corpo della madre “come mai?”
    “voglio stare con te!”
    “Va bene, per stasera facciamo un’ eccezione allora..” le disse baciandole la testa. In quel momento la porta si spalancò di nuovo e stavolta fu la testa riccia di Abel a sbucare.
    “Abel, che c’è?”
    “Niente, ho sentito dei rumori e sono venuto a vedere..”
    “E’ tua sorella che vuole dormire qui stanotte..”
    “Ah ok.. buonanotte allora!”
    “Abel, aspetta.. perché non dormi qui anche tu stasera?”
    Lui rimase esitante sulla porta. Anna sapeva bene che avrebbe voluto, ma il suo orgoglio da “ragazzo grande” gli impediva di ripetere quell’ usanza di quando era più piccolo e lui e Anna si erano appena trasferiti a Trieste.
    “Dai, ho voglia delle vostre coccole stasera!”
    “Ok!” Abel si portò al bordo del letto e gattonò fino al lato vuoto, coprendosi con il lenzuolo azzurro. Anna gli sorrise e gli accarezzò i capelli “buonanotte!”

    La prima settimana a Roma passò velocemente per Anna. Le cose andavano abbastanza bene.. i bambini a scuola si erano ambientati benissimo, Abel aveva addirittura ritrovato in classe un amico delle elementari e anche con i ragazzi del parco aveva instaurato un bel rapporto. Alice adorava la scuola, e a parte un giorno in cui si era ostinata con i capricci, ci andava volentieri e senza mai dare problemi. Anche a lavoro, aveva trovato una buona amica in Barbara, nonostante l’ impressione negativa che le aveva fatto i primi giorni. L’ aveva giudicata musona e un po’ aggressiva, e poi riflettendoci si era resa conto che le ricordava un po’ se stessa il primo anno al decimo, e così aveva cercato di conquistarsi la sua fiducia piano piano, come già Luca aveva fatto con lei.. e aveva funzionato.. tanto che un giorno dopo il lavoro erano persino andate a prendere un caffè insieme, mentre Anna aspettava l’ orario in cui Alice sarebbe uscita da scuola. Anche con gli altri era tornato un bel rapporto.. anche se evitava il più possibile di parlare di lei, o della sua vita. Aveva già detto di essere “sola” e loro avevano capito che non era il caso di tirare fuori l’argomento. L’ unico problema era Luca: non le parlava, a stento la guardava, ed evitava ogni genere di contatto con lui.. ci aveva quasi fatto l’abitudine.
    Erano le quattro di un mercoledì e stava archiviando le pratiche dell’ ultimo caso, quando le squillò in cellulare.
    “pronto? Ciao Monica.. i bambini? Bene.. si, dimmi.. come è caduta? .. Ah, mi dispiace.. Ho capito.. vabbeh senti io ho quasi finito tanto, fai una cosa portali al Decimo.. io intanto chiedo al mio Commissario se posso uscire prima.. va bene, figurati…”
    “problemi?” le chiese Gabriele, entrando.
    “Si.. la mamma della mia baby sitter è caduta e lei deve correre in ospedale.. mi sta portando i bambini qua.. mi sa che ora mi tocca dirlo a Luca!”
    Sospirò e rassegnata si diresse nell’ ufficio del Commissario.
    “che c’è?” gli chiese lui senza neanche alzare lo sguardo. Anna gli spiegò la situazione e lui si limitò ad un alzata di spalle “non è che hai molte soluzioni..”
    “lo prendo per un –va bene-?”
    “si..” rispose lui “forse ti sei dimenticata anche questo di me, ma carogna non ci sono ancora!”
    Avrebbe voluto rispondergli ma decise che era meglio stare zitta, per quieto vivere, e tornò nell’ atrio. Stava parlando con Vittoria e Giuseppe quando il portone si spalancò e la prima cosa che videro fu una bambina con i capelli legati in una coda correre dritta verso Anna, che la afferrò al volo.
    “ciao mammaaa!” urlò la bambina, abbracciandola. Anna rise e le fece segno di non urlare “shh.. ciao amore! Com’ è andata a scuola?”
    “Bene! Ho fatto due disegni!”
    Abel entrò dietro di lei “Alii! Menomale che Monica ti aveva detto di non correre!”
    Vittoria strabuzzò gli occhi “Oddio ma è Abel, quanto è cresciuto!”
    “ciao Vittoria!” rispose il ragazzo, avvicinandosi.
    “E’ diventato proprio un ometto eh..” commentò Ingargiola.
    La Guerra poi si avvicinò ad Anna “e questa piccolina? È bellissima, sai.. ti assomiglia un sacco!”
    “Si, è vero.. amore queste sono le persone che lavorano con mamma!”
    “mi ricordo, li ho visti nelle foto!”
    “Adora guardare i miei album.. e ce ne sono tantissime di voi..” spiegò Anna agli sguardi incuriositi dei colleghi, mentre la lasciava scendere.
    “Si, ho visto anche una che la mia mamma ha un vestito da sposa.. sembra una principessa!”
    I presenti sorrisero, mentre Luca, attirato da quel trambusto, usciva dal suo studio.
    Alice si illuminò quando lo vide e lo indicò “Mamma, quello lì è Luca!” urlò, lasciando tutti sbigottiti.
    Anna abbassò lo sguardo imbarazzato, bisbigliando un “si, è Luca..”.. la bambina invece si era già avvicinata a lui, che aveva accennato un sorrisetto.
    Si accucciò alla sua altezza “ciao.. e tu come fai a conoscermi?”
    “Perché mamma ha un sacco di foto con te, io le vedo sempre.. lo sai che ci sta anche una sul mobile della sua camera? Quando entro per mettermi le sue scarpe con il tacco o per andare nel lettone io la vedo sempre..”
    Anna in quel momento sarebbe voluta sprofondare, ma cercò di ignorare quello che aveva inconsapevolmente spifferato sua figlia e la richiamò “Alice, dai lascia stare Luca, lui ha da fare.. andiamo a casa che mamma ha finito di lavorare!”
    “Ma non possiamo stare un po’ qui con i tuoi amici?”
    Lei scosse la testa “No tesoro, qui i bimbi non ci possono stare!”
    “Uffa però, l’ altra volta hai detto che quando andavamo a Roma mi portavi da Luca!”
    Anna non sapeva più che pesci pigliare.. persino Abel aveva capito la situazione e cercava di trascinarsi la sorellina.
    “Ehi, piccolina..” la richiamò Luca, con un sorriso “ora ascolta la tua mamma.. poi quando hai voglia di venire a trovarmi io ti aspetto, ok?”
    “Va bene..”
    “Lo stesso vale per te, eh campione! Mi devi ancora la rivincita dell’ ultima partita a play station che abbiamo fatto!”
    Abel annuì con un sorriso e Alice si diresse verso la madre e le prese la mano. Anna salutò i colleghi cercando di non incrociare gli occhi di Luca neanche per un attimo, e se andò più in fretta che potè.

    “Alice ha parlato troppo, vero?”
    Abel andò a sedersi sul divano accanto ad Anna, e la scrutò.
    “abbastanza..” gli rispose Anna con un sorriso.
    “Mi dispiace che lui sia arrabbiato con te!”
    Lei alzò le spalle “me lo merito.. non ci si comporta con gli amici come mi sono comportata io..”
    “Però gli amici si perdonano..”
    “Non sempre.. a volte si fanno delle cose che non possono essere perdonate!”
    “Comunque se Luca non ti perdona, io con lui non ci parlo!”
    Anna gli sorrise dolcemente e lo abbracciò “Menomale che ci sei tu!”
    “ti manca Tommaso, vero?”
    “Già..” rispose lei, mordendosi le labbra. Ancora pochi secondi e non avrebbe più trattenuto le lacrime, e non voleva farsi vedere triste dai figli “vai a vedere che combina tua sorella, và!”
    “Mamma.. tu ci credi al paradiso?”
    “tu?”
    “Io si..”
    “fai bene..” gli rispose “è importante crederci!”
    “Secondo te mio padre è li?”
    Lei annuì “si.. io non so se esiste il paradiso, ma se esiste sono sicura che Dorian sia lì!”
    “anche secondo me. Credo che lui e Tommaso adesso siano insieme lì.. e ci proteggono!”
    Anna gli accarezzò una guancia “sarà sicuramente così..”

    Luca si passò le mani sulla faccia, stancamente. Era distrutto, la nottataccia piena di pensieri che aveva appena trascorso si stava facendo sentire, e aveva già bevuto tre caffè. Erano le otto e mezza, quindi Anna sarebbe arrivata a momenti; Ugo sapeva già che doveva mandarla da lui non appena arrivata, per cui non si stupì quando la vide entrare con ancora la giacca addosso.
    “Mi volevi?”
    Lui annuì.. si alzò e si portò vicino alla scrivania “ho cercato di fare finta di niente, ma non ci riesco..” iniziò, girandosi a guardarla “devo sapere perché.. devo saperlo..”
    “Perché cosa?”
    “cosa? Hai pure il coraggio di chiedere cosa, Anna?” rise, sarcasticamente “perché ti sei comportata così.. perché a un certo punto hai deciso che non eravamo più degni della tua vita e ci hai escluso completamente.. perché mi hai detto che volevi andare avanti senza di noi e poi parli a tua figlia di noi, gli fai vedere le nostre foto.. a che diavolo di gioco stai giocando Anna?”
    “Pensi che sia stato facile per me, eh? Che mi sia divertita a ricominciare tutto da capo, sola con Abel, senza le uniche persone che mi volevano bene?”
    “Che importanza ha se ti sei divertita o no.. l’ hai fatto e basta!”
    “Dovevo farlo! Dovevo imparare ad essere una persona diversa.. una persona capace di camminare con le proprie gambe e basta.. ho dovuto farlo nel momento in cui diventavo responsabile di altre vite oltre la mia!”
    “e c’ era bisogno di cancellarci così dalla tua vita? Di cancellarmi così dopo tutto quello che siamo stati?”
    “Si, Luca.. c’era bisogno.. soprattutto con te!”
    “ah, grazie mille.. e io che credevo di essere la persona a cui eri più legato, qui dentro!”
    “E lo eri, infatti.. tu eri la persona più importante della mia vita!”
    “Ah, lo dici pure? Che fai me pigli in giro? Anna hai chiuso ogni rapporto che avevamo!”
    “Lo so!” i toni si erano alzati sempre più, fino a quell’ ultima frase urlata di Anna “Lo so..” ripetè, abbassando la voce “tu eri la persona più importante della mia vita, e c’ è stato un momento in cui ho capito che dovevo dare la priorità ad altri.. al padre di mia figlia, per esempio.. e l’ unico modo era smettere di sentirti!”
    “e ci sei riuscita?”
    Lei annuì “si.. dopo anni finalmente sono riuscita a convincermi che potevo vivere senza di te..”
    “Bene, complimenti allora!”
    “E’ inutile che fai il sarcastico Luca.. volevi una spiegazione, beh è questa.. me l’ hai chiesto tu, io non ho mai preteso di essere perdonata!”
    “Che ti metti a fa anche la vittima adesso? Invece sai cosa penso? Penso che il tuo alla fine sia stato solo un capriccio.. te ne sei fregata di tutto e di tutti perché all’ improvviso ti sei messa in testa di cambiare vita.. poi ti sei fatta tre, quattro anni là e alla fine ti sei scocciata un’ altra volta.. del passato come vedo non t’è rimasto niente perché hai fatto le stesse cavolate che hai fatto qua.. te sei ritrovata da sola con due bambini.. e sei venuta qua aspettandoti cosa? che ti accogliessi a braccia aperte?”
    “Non ho mai preteso questo.. non è per te che sono tornata a Roma!”
    “ah, e certo.. figuriamoci.. Anna Gori che fa qualcosa per qualcuno che non sia se stessa.. hai ragione.. tu sei tornata qua perché ti eri scocciata della tua breve parentesi da studentessa, no? tanto che ci importa.. qui è tutto un gioco, stiamo solo giocando.. un giorno sono poliziotta, un altro no.. facciamo come ci pare.. che ci frega che ce stanno delle persone di mezzo.. sei solo una grande egoista Anna… nemmeno ai tuoi figli pensi.. ad Abel.. prima a Roma, poi a Trieste, poi di nuovo a Roma.. con tanti uomini che entrano ed escono nella vostra vita come se niente fosse.. ma non te vergogni?”
    Quello schiaffo gli arrivò così inaspettato che non ebbe neanche il tempo di rendersene conto. Sentì solo un forte calore sulla guancia destra.. che lo destabilizzò così tanto da rimanere senza parole..
    “Non ti azzardare più a darmi della pu**na Luca.. mai più! E soprattutto non ti azzardare più a insinuare che non mi importa dei miei figli.. perché quello che ho fatto per loro lo so soltanto io! Vaffanc**o!”
    Uscì da quell’ ufficio come una furia, sbattendo la porta così forte da farla quasi rompere. E Luca rimase lì, ancora immobile, ancora con la mano sulla guancia dolorante..

    Da quel momento i ruoli si invertirono. Adesso era Anna che faceva di tutto per non vedere Luca, mentre lui cercava di trovare il modo di parlarle senza però rincorrerla troppo.. non le voleva dare quella soddisfazione.. anche se si era reso conto subito di aver esagerato.. gli era montata una rabbia che l’ aveva portato a dire cose che non avrebbe mai voluto dire.. dicevano che nei momenti di rabbia si dice sempre la verità.. non era d’accordo.. era vero che ce l’ aveva con lei, era vero che pensava che avesse sbagliato a lasciare la polizia.. ma non aveva mai pensato che fosse una cattiva madre.. anzi, aveva avuto un coraggio non indifferente a prendersi cura di un bambino non suo.. e gli aveva dato un futuro che altrimenti non avrebbe avuto.. Se ne rendeva conto ogni volta che vedeva Abel arrivare al decimo, dopo scuola, e aspettare pazientemente la madre seduto nell’ atrio. In una di quelle occasioni decise di approfittare dell’ assenza degli altri per avvicinarsi e parlare un po’ con lui.
    “ciao!” lo salutò, sedendosi accanto a lui.
    Abel lo guardò e rispose con un mezzo sorrisetto.
    “Lo sai, quando ti vedo qui non riesco a credere che sei lo stesso piccoletto che portavo a letto quando si addormentava sul divano vedendo i cartoni..”
    Il ragazzo lo fissò di nuovo “già. Mi era piaciuto vivere con te e Anna, anche se è stato solo per poco!”
    “anche a me era piaciuto..” lo osservò mentre tornava ad armeggiare con il cellulare “ma sbaglio o non hai molta voglia di parlare con me?”
    “Non sbagli!”
    Luca annuì, soppesando quelle parole “posso chiederti come mai?”
    “E’ mia madre.. Anna dico.. non mi importa se non lo è veramente, per me è mia madre!”
    “Lo so, e allora?”
    “E allora sto dalla sua parte.. e tu adesso la odi!”
    “Non è vero, non la odio per niente.. sono solo arrabbiato, e deluso.. tu sei grande abbastanza per capire Abel, e ammetterai che non si è comportata bene con me..”
    “Lo so, ma non ti voleva fare del male.. lei ti vuole bene, parla sempre di te, anche con Tommaso parlava di te.. e io non capivo perché non venivamo mai a trovarti e poi però le venivano le lacrime agli occhi quando raccontava ad Ali chi eri.. ma credo che un motivo ci doveva essere, no?”
    “gliel’ hai mai chiesto?”
    “No!”
    “Io si Abel.. e forse posso anche capirlo, in parte.. ma poteva comportarsi in maniera diversa, te l’ assicuro..”
    Abel rimase un attimo in silenzio, poi lo guardò negli occhi “ti ricordi quando c’ è stato il funerale di papà? Io non volevo venire perché ero arrabbiato con lui, allora tu sei venuto da me e mi hai detto che anche tu eri stato arrabbiato con tuo papà per tanto tempo, e che però poi ti eri pentito.. perché anche se le persone fanno degli sbagli, se noi gli vogliamo bene le dobbiamo perdonare, altrimenti come facciamo a dimostrare il nostro affetto? Mi hai detto proprio cosi Luca. Ma forse te lo sei dimenticato..” alzò lo sguardo e vide sua madre uscire dallo spogliatoio con Barbara. Si alzò prima che lei lo vedesse parlare con Luca “devo andare, ciao Luca!”
    Le parole di quel ragazzino lo lasciarono di sasso. Rimase li seduto, immobile, chiedendosi come era finito a farsi dare lezioni di vita da un quindicenne. In che razza di modo si stava comportando? Eppure non riusciva a biasimarsi più di tanto.. forse era troppo orgoglioso o forse si era fatto troppo male questa volta.. ma non poteva fare finta che non fosse successo niente tra lui e Anna.. comunque, Decise che doveva scusarsi con lei il prima possibile.. non perdonarla per quello che aveva fatto.. ma quantomeno scusarsi.. e il mattino seguente sarebbe stata l’occasione perfetta..

    Stava aspettando in macchina da più di dieci minuti, e Gabriele ancora non si decideva ad arrivare.. sbuffò, voltandosi verso l’ uscita del decimo.. niente.. stava quasi per scendere quando sentì la portiera del posto di guida aprirsi.
    “Ah, final..” si spaventò quasi quando lo vide “e tu che ci fai qui?”
    Luca la guardò, mettendo in modo “stamattina lo faccio io il turno con te..”
    “credevo che il Commissario stesse nel suo ufficio..”
    “Non sempre..”
    “che cavolo vuoi?”
    Lui si voltò verso di lei “continuo a pensare che tu sia stata una st**onza a non farti sentire più.. ma l’ altro giorno ho esagerato e quindi ti devo delle scuse..”
    “Non me ne frega niente delle tue scuse.. hai detto quello che ti tenevi dentro da chissà quanto.. hai fatto bene!”
    “Non è vero.. non pensavo tutto quello che ho detto..”
    Lei sorrise amaramente “si, invece..”
    “è che veramente non riesco a capirti.. e lo so che dovrei fregarmene, ma non ci riesco.. non sono capace di fare finta di niente e mi sto arrovellando il cervello da quando sei arrivata per capire che cavolo ti è successo! Perché sei sparita, eh? Eri la mia Anna.. che cavolo ne è stato di quella donna? Chi sei diventata?”
    Anna sospirò, guardando davanti a se “vuoi sapere qual’ è stato il capriccio che mi ha fatto tornare in polizia? Lo vuoi sapere?” ripetè, stavolta guardandolo arrabbiata “volevo vendicare l’ omicidio del padre di mia figlia..”
    Quelle parole esclamate con tono duro furono come uno schiaffo in pieno viso. Luca si voltò a guardarla con gli occhi spalancati, e dovette accostare e fermarsi, o sarebbero andati a sbattere “che cosa?”
    Lei annuì “l’ hanno ucciso, l’ anno scorso.. era sabato sera e dovevamo andare tutti a cena fuori.. Alice aveva da poco compiuto due anni.. non è mai arrivato a casa.. io mi sono arrabbiata anche.. credevo avesse fatto tardi al lavoro.. all’ una di notte poi arriva la chiamata che mi dice che l’ hanno trovato morto in un parcheggio!”
    “e per questo sei rientrata in polizia?”
    “si.. dovevo fare qualcosa, dovevo sentirmi utile.. lo dovevo a lui e anche ai miei figli che erano rimasti senza un padre, Abel per la seconda volta..”
    “e sei riuscita a trovare gli assassini?” domandò lui, usando per la prima volta una nota di dolcezza nel tono.
    “Si.. e vuoi sapere perché l’avevano ucciso? Perché aveva assistito a uno stupro.. capisci?” fece lei, asciugandosi una lacrima con il dorso della mano “oltre al danno anche la beffa.. era solo capitato al momento sbagliato nel posto sbagliato.. e per questo hanno deciso che non dovesse vedere mai più sua figlia di due anni..”
    Rimasero in silenzio per lungo tempo, Anna cercando di fermare le lacrime, e Luca cercando le parole giuste da dire.. ma ce ne potevano essere?
    “Mi dispiace..”
    “anche a me..”
    Rimasero in silenzio, senza sapere che dirsi. Luca si voltò a guardare nervosamente dall’ altro lato, e stava per rimettere in moto l’ auto, quando lei aprì di nuovo bocca.
    “Non sono venuta qui sperando che mi perdonassi, che tornassimo a essere quelli di un tempo.. lo sapevo che non era più possibile.. sono venuta qui perché ho sempre sentito la mancanza di Roma, ma con Tommaso riuscivo a superarlo.. avevo lui accanto.. poi è morto ed è cambiato tutto.. Alice era ancora piccola, ma Abel si era affezionato a lui, è stato come perdere un padre per la seconda volta.. e io ho rivissuto quello che ho passato con Dorian, e forse anche di più.. stavo per ricadere nella depressione, poi però mi sono resa conto che non potevo permettermelo, perché stavolta non ero sola e i miei figli avevano bisogno di te.. così ho capito che dovevo reagire e ho cominciato rendendogli giustizia..”
    “e ti ha fatto stare meglio?” le chiese lui, osservandola attentamente.
    “Un po’ si.. ma comunque Trieste mi ricordava troppo lui.. ogni luogo era un ricordo.. un ricordo di quando ci eravamo conosciuti e lui mi portava in giro a conoscere la città.. ho deciso di andarmene ma Abel non poteva sopportare un altro cambiamento, quindi l’unica soluzione era tornare dove aveva sempre vissuto.. è stato felice, ha rincontrato alcuni amichetti.. e Roma gli piace..”
    “capisco.. mi dispiace di averti detto quelle cose Anna.. scusa..”
    Lei lo guardò e rise amaramente “non mi chiedere scusa Luca.. se c’ è una che si deve scusare qui sono io..”
    “che c’ entra.. tu hai sbagliato e mi dispiace ma ce l’ ho ancora con te per questo..”
    Lei annuì abbassando la testa “E’ giusto..”
    “ma comunque ti ho fatto accuse che non ti meritavi.. quindi mi scuso..” fece una pausa, poi aggiunse “te la posso chiede una cosa?”
    “dimmi..”
    “Perché hai detto ad Alice che l’avresti portata da me?”
    “Perché me l’ ha chiesto lei..” rispose lei, lasciandolo sconcertato “le ho parlato spesso di te.. le ho detto che eri il mio migliore amico.. che mi hai aiutato un sacco di volte.. e che ti volevo bene.. e per lei con il tempo sei diventato una figura familiare.. poi ultimamente ha cominciato a chiedermi spesso di te, soprattutto quando le ho detto che ci saremmo trasferite a Roma.. forse è perché comincia a sentire il bisogno di una figura paterna..”
    “può essere.. sa che suo padre è morto?”
    “Si, gliel’ ho spiegato perché ho capito che non ne avrebbe sofferto più di tanto.. non ricorda niente di lui.. aveva due anni!”
    “Beh.. se le va falla venire al decimo qualche volta..”
    Lei annuì “grazie..”
    “facciamo una tregua?”
    “tregua!” rispose Anna, guardando fissò davanti a lui.
    “Bene..” la fissò solo un attimo, poi mise in moto e ripartì.

    Si accorsero tutti che da quel giorno le cose erano cambiate radicalmente. Nessuno sapeva cosa fosse successo di preciso, quel che era certo è che Luca era diverso.. meno nervoso.. insomma era tornato quello che era prima dell’ arrivo di Anna. Si dovevano essere chiariti.. che poi chiariti era un parolone.. non erano quelli di prima, e non lo sarebbero mai stati forse.. ma almeno non si evitavano più come la peste.. fu così che per Ugo non fu un problema bussare all’ ufficio di Luca, quella mattina..
    “Luca?”
    “Ugo, dimmi..”
    “Abbiamo un contrattempo..” spalancò la porta e una bambina con una gonnellina di jeans e una maglietta rosa entrò timorosa accompagnata dalla mano del sovrintendente “E’ la figlia di Anna..”
    “Eh, me ne sono accorto..” rispose. Anche se l’ avesse ricordata, era impossibile non associarla alla Gori. Le assomigliava in maniera impressionante “ciao piccola.. che ci fai qua?”
    “C’è stato un problema a scuola.. si sono rotte le fognature e hanno mandato i bambini a casa.. hanno provato a chiamare Anna ma non rispondeva, quindi hanno contattato la baby sitter.. che però l’ ha portata qua!”
    “ho capito.. va bene Ugo, vorrà dire che aspetta qui.. ti va di farmi compagnia, Alice? Ti faccio fare un bel disegno!”
    La bambina annuì e lasciò la mano di Ugo per correre accanto alla sedia di Luca. Lui sorrise e le accarezzò i capelli.. chiese al collega di mandare Vittoria con dei fogli e fece sedere la bambina di fronte a lui.
    Vittoria arrivò pochi minuti dopo.. salutò la bambina con un bacio e si sedette sull’ altra sedia.. porgendole i fogli.. Alice afferrò una penna e cominciò a disegnare con attenzione..
    “Dovremmo avvisare Anna..” fece Luca “ci pensi tu?”
    “si, sperando che risponda!”
    “Se non risponde prova a chiamare Barbara.. sono uscite insieme!”
    “Ok..” si voltò a guardare la bambina “le assomiglia vero?”
    “tantissimo.. ha certe espressioni che me la ricorda proprio.. e poi hai notato? E’ mancina come lei!”
    Vittoria sorrise “già.. come va con lei, a proposito?”
    “Così.. non riesco a vederla come quella di una volta..”
    “però ti manca il vostro rapporto..”
    “tantissimo.. ma non posso fare finta di niente.. anche perché non ci riuscirei!”
    “Luca?” la bambina interruppe quei discorsi.. chiamandolo senza alzare lo sguardo dal foglio.
    “che c’è?”
    “tu ce li hai i poteri?”
    “che poteri?” fece lui, sconcertato.
    “come i supereroi!” rispose Alice, come se fosse ovvio “mamma dice che tu sei come un supereroe!”
    “ah..” Luca si voltò verso Vittoria e si scambiò uno sguardo con lei “mamma dice questo?”
    “si.. quando Abel stava guardando Spiderman alla televisione, e ha detto che il suo supereroe preferito è lui.. e io ho detto –mamma chi è il tuo preferito?- e lei ha detto che sei tu!”
    “beh.. io non sono proprio un supereroe veramente..”
    “Abel ha detto che non vale..” continuò la piccola “ma lui è scemo, secondo me ha ragione mamma, vale! E lo sai perché?”
    “no, perché?”
    “perché i supereroi sono buoni, e poi salvano le persone.. tu le salvi le persone è vero?”
    Luca e Vittoria risero.. quella bambina aveva una parlantina niente male per la sua età.. ed era molto più perspicace di quanto apparisse..
    “Diciamo di si..” rispose “quando ci riesco..”
    “hai salvato anche la mia mamma?”
    “no..” rispose lui scuotendo la testa “mamma se la sa cavare benissimo da sola!”
    “lei dice di si, invece.. e le mamme non dicono mai le bugie!”
    Vittoria annuì “infatti.. le mamme non dicono mai le bugie!” le fece una carezza e si voltò verso Luca, seria “Lo vedi? Anna ha sbagliato, è vero.. ma forse dovresti cercare di capire le sue motivazioni..”
    “Nessuna motivazione la può giustificare, Vittoria!”
    “No, però può aiutarti a capire per quale motivo ha sbagliato così.. e se è uno sbaglio che può essere perdonato. Pensaci Luca..” gli regalò un ultimo sorriso, poi si alzò per tornare al suo lavoro.

    Non era preparata a quello che vide quando aprì quella porta, e fu più forte di lei.. rimase immobile sull’ uscio ad osservare quell’ immagine.. la sua bambina seduta sulle ginocchia di Luca, mentre insieme abbozzavano qualcosa che non riusciva a vedere su un foglio bianco.
    “Ma gli occhi sono troppo grandi!”
    “non è vero.. sono perfetti!”
    Alice scosse la testa, divertita “no, sono grandi!”
    “e allora? Anche tu hai gli occhi grandi.. due bellissimi occhi grandi..”
    “Ma non così grandi!” prese il foglio e lo lanciò in fondo alla scrivania “Non sai proprio disegnare!”
    “Lo so.. me lo diceva sempre anche la maestra!”
    “Amore..” Anna entrò attirando l’attenzione di entrambi “c’è Vittoria che sa disegnare benissimo.. perché non chiedi a lei?”
    Alice la guardò e annuì “ok..” scese con un saltello dalle gambe di Luca e la superò correndo fuori. Lei incrociò le braccia sulla maglietta nera, un po’ imbarazzata, e raggiunse lentamente la scrivania, sorridendogli.
    “E’ una bambina molto dolce..” fece Luca, cercando evidentemente una scusa per attaccare bottone “però è anche un bel peperino!”
    “Si, quello senza dubbio!” rispose ridendo.
    “dai, siediti..”
    “Non sai quante volte ho provato a immaginarti con Alice..”
    “ti assomiglia un sacco!”
    Lei annuì “lo diceva sempre anche Tommaso..”
    Si guardarono negli occhi per alcuni secondi, imbarazzati.. poi..
    “Luca mi dispiace veramente tanto!” lui la fissò con più attenzione.. ma senza parlare.. non l’avrebbe aiutata stavolta.. non le avrebbe reso le cose più facili.. il suo perdono se lo doveva meritare..
    “Non avrei mai voluto ferirti.. te lo giuro!”
    “L’ hai fatto però..”
    “Lo so.. l’ ho capito quasi subito, e avrei voluto chiamarti e chiederti scusa.. ma ho pensato che se fossi stato arrabbiato con me, sarebbe stato più semplice dimenticarmi..”
    “sta a vedere che ti devo anche ringraziare, adesso!” non potè fare a meno di rispondere.
    “Non sto dicendo questo.. Luca non sto cercando di giustificarmi, non sono così cretina.. lo so che non ho scuse! Ti sto solo spiegando come sono andate le cose.. ho sbagliato, non devi capirmi..” abbassò lo sguardo, trovando il coraggio di finire quella frase “devi solo perdonarmi.. se vuoi..”
    Luca la fissò “ah, finalmente ce l’ abbiamo fatta..”
    “a fare cosa?”
    “a chiedermi di perdonarti.. stavolta avevo bisogno che me lo chiedessi chiaro e tondo Anna.. non potevo fare tutto da solo.. sei tu quella che ha sbagliato!”
    “Lo so, è giusto..” rispose lei, muovendosi nervosamente sulla sedia “e quindi? Adesso che te l’ ho chiesto?”
    “Adesso vorrei dirti di no.. vorrei fartelo sudare un po’ di più questo perdono.. ma sai che c’è? Che se lo facessi prenderei in giro prima me stesso perché infondo lo so che ti ho già perdonata!”
    Se la ritrovò addosso senza neanche avere il tempo di rendersene conto. La circondò con un braccio mentre al suo naso già arrivava l’odore dei capelli di lei. Credeva di averlo dimenticato e invece era così familare.. “Mi sei mancata..”
    Anna aumentò ancora di più la stretta “anche tu! Tantissimo.. mi sei mancato tantissimo!” si staccò e lo guardò negli occhi, raggiante “grazie..”
    Luca annuì “sai che non sarà come prima, vero?”
    “Lo so.. ci vorrà del tempo.. ma va bene! Non ci corre dietro nessuno..”
    “Magari per cominciare qualche sera potreste venire a cena da me.. tu e i bambini..”
    “si, certo.. saranno contentissimi!”
    “Mamma!! Guarda che bel disegno che mi ha fatto Vittoria!” Alice entrò come una furia sventolando un foglio e facendo voltare entrambi verso di lei. Anna le sorrise “E’ bellissimo.. ma non devi mai entrare così nell’ ufficio di Luca!”
    “scusa..”
    “Non fa niente..” le rispose lui, accarezzandole i capelli.
    “vabbeh, adesso andiamo che lui ha da fare..” esclamò la madre prendendola per mano “ti veniamo a salutare prima di andare via, ok?”
    “vi aspetto, allora.. a dopo!”
    Anna gli sorrise un ultima volta prima di chiudere la porta “a dopo!”

    Un mese dopo..

    “Ali, non ti allontanare troppo!” La bambina si voltò solo un attimo richiamata dalla voce della mamma, poi continuò indisturbata a pedalare in groppa alla piccola bici rosa “Alice!!”
    “Vado io mamma.. le sto dietro!” esclamò Abel, smettendo di palleggiare con il pallone e aumentando il passo.
    “si, grazie amore!” li lasciò andare avanti, poi sorrise allo sguardo divertito che le stava rivolgendo Luca “non guardarmi così.. quanti casi di bambini scomparsi abbiamo avuto? Sono solo prudente!”
    “No, lo so.. non era una critica te lo giuro.. è solo che mi fa ancora un po’ strano vederti nelle vesti di madre!”
    Lei annuì “a volte fa strano anche a me..”
    “comunque.. mi stavi dicendo di Elena!”
    “ah si.. e niente sta bene, è felice.. più di quanto non lo sia mai stata a Roma!”
    “Sono contento.. certo che pure lei poteva avvisarci quantomeno della nascita del bambino.. invece è scomparsa.. tutti sto vizietto, eh? Tu, Ele.. Alessandro..”
    “E’ che tutti e tre siamo andati via da Roma per scappare ai ricordi dolorosi che avevamo.. e pur di dimenticare a tutti i costi abbiamo cercando di creare un muro il più alto possibile.. ma le mancate, anche a lei.. ci verranno a trovare presto credo, lei e Davide!”
    “Bene..” erano arrivati alla pista ciclabile e, avvistata Alice, si andarono a sedere sulla panchina più vicina.
    “Nel fine settimana salgo a Trieste..” esclamò a un certo punto Anna “porto i bambini al cimitero..”
    “Anche Alice?”
    “si.. lo so che ti può non sembrare il caso.. ma lei è abituata a vederlo così il padre, su quella foto.. ancora non si rende conto di cosa significhi.. e poi le fa piacere, insiste sempre per cambiargli i fiori..”
    “Invece mi sembra il caso, è giusto che vada a trovare il papà..”
    “già.. senti, comunque pensavo.. lo so che hai il decimo, ma è solo per due giorni quindi.. non so, se ti va di accompagnarci..”
    Lui rimase un attimino sorpreso da quella risposta “io?”
    “si, lo so forse adesso ti sto chiedendo un po’ troppo.. è solo che..”
    “Anna!” la interruppe “ancora non ti ho risposto..”
    “Già..”
    “appunto!” le sorrise “mi piacerebbe venire con voi..”
    “davvero?”
    “davvero! Mi sono sorpreso perché credevo fosse una cosa personale, di voi tre.. non pensavo che volessi un’ intruso..”
    “tu non sei un intruso.. sei mio amico e loro ormai ti adorano!”
    “già.. e io adoro loro!” si voltò a guardare Abel che palleggiava vicino al canestro “Abel, un gelato che te batto!”
    Il ragazzo rise “si, credici!”
    “vuoi vedè?” si alzò, mentre Alice scendeva dalla bici e correva verso di lui “Anche io! Anche io voglio giocare! Luca posso stare in squadra con te?”
    Luca le sorrise porgendogli la mano “vediamo il campione che dice.. te la senti due contro uno o hai troppa paura de perdere?”
    “Ci sto a patto che con me gioca mamma!”
    Si voltarono tutti e tre verso Anna, che scosse la testa “no, non credo proprio!”
    Ci pensò Alice a raggiungerla e a trascinarla “Dai mamma!! Vieni a giocare con noi.. daai!”
    Anna dovette cedere e si avvicinò al gruppo un po’ contrariata, ma Luca subito le passò la palla per spronarla “dai, vediamo che sapete fare!”
    “passa a me mamma!” urlò Abel, e Anna obbedì lanciandogli la palla. Il bambino l’ afferrò e la tirò dritta nel canestro.
    “siiii!” urlò sua madre, correndo verso di lui “bravissimo!!”
    “Ali? Qua bisogna darsi da fare!!” fece Luca, avvicinandosi ad Abel per togliergli la palla. Se la contesero per qualche minuto, fino a quando il Commissario non riuscì a impossessarsene, tra le grida gioiose di Alice “adesso recuperiamo, vuoi vedere?” aspettò che lo raggiungesse sotto il canestro e le passò la palla, poi la prese in braccio e la sollevò fino al canestro. La bimba fece passare la palla attraverso il canestro, e subito dopo Luca se la mise sulle spalle esultando assieme a lei.
    Anna li guardava ridendo, un po’ meno Abel “Li lascio fare solo perché è piccola, eh!” specificò alla madre, che annuì “bravo!”
    Giocarono una mezz’ oretta circa poi Anna alzò le mani in segno di resa e si avviò verso la panchina “basta, io sono esausta!”
    “Anche io!” Alice la seguì a ruota, mentre Luca e Abel continuarono a tirare al canestro.
    “vuoi bere amore?”
    La bimba annuì e prese la bottiglina dalle mani della madre. Poi si alzò in piedi sulla panchina e le circondò il collo “mamma? Luca non se ne va via come il mio papà, vero?”
    Anna alzò lo sguardo e le accarezzò una guancia “no amore.. che dici! Luca non se ne va!”
    “mammina?”
    “dimmi..”
    “ti posso dire un segreto? Lo sai, adesso Luca è anche io mio supereroe preferito!”
    Anna rise, abbracciando la figlia e baciandole la testa “davvero?”
    “si..” rispose solo, poi fu distratta da Luca e Abel che tornavano esausti e sudati.
    “allora, chi ha vinto?”
    Luca si sedette accanto a lei “Lui, ma solo perché mi sono distratto!”
    “si, come no!” fece il ragazzino, poi osservò il viso sorridente della madre e chiamò la sorellina “Ali, vieni con me, ci sono miliardi di formichine laggiù!”
    “veramente?” la bambina raggiunse il fratello e lo prese per mano, mentre Luca e Anna li guardavano allontanarsi ridendo.
    “ci hanno lasciati soli apposta?” chiese lui.
    Anna alzò le spalle “conoscendo Abel, può essere..” rimase un attimo in silenzio, appoggiandosi allo schienale “grazie per quello che fai per loro..”
    “non faccio niente di che..” minimizzò lui
    “non è vero.. passi del tempo con loro, ci giochi.. e poi sono contenta che abbiano un altro punto di riferimento, oltre a me..”
    “mi fa piacere stare con voi, lo sai.. e poi, siamo una bella squadra noi quattro, no?”
    “io direi, che siamo una bella famiglia..” gli sorrise, mentre gli poggiava una mano sulla sua “credevo di averti perso per sempre, e invece sei ancora qui.. come sempre..”
    “io non me ne sono mai andato..”
    “Lo so!” si accorgeva solo adesso di quanto si fosse avvicinato a lei, e gli venne istintivo accarezzargli una guancia, mentre l’ altra mano si intrecciava a quella di lui. Sentì prima il suo profumo, poi il tocco delicato delle sue labbra. Fu un attimo di estasi, poi la voce di Alice risuonò nell’ aria e si staccarono di colpo, con gli occhi bassi.
    “Mamma.. avevi detto che mi portavi a mangiare il gelato! Dai, andiamo!” afferrò un braccio di Luca e uno di Anna e cominciò a tirarli verso di lei.
    “calma, stiamo andando..” fece la madre, alzandosi. Luca la guardò ridendo e lei fece lo stesso, mentre afferrava la manina della figlia “gelato Commissario?”
    Luca annuì “gelato sia..” prese l’ altra mano di Alice e insieme si avviarono verso Abel che li aspettava più avanti.

    Edited by Barby McSatan - 10/3/2012, 11:36
  3. .
    Ragazze non sapete che piacere mi ha fatto leggere i vostrii commentii! Davvero non credevo che vi sarebbe piaciuta.. la trovato arronzata! :D Sono contenta.. che belle che sietee! *-*

    Kat.. e perchè credulona?? E' bello che tu ci creda invece.. e Anna e Luca hanno sempre rappresentato per noi la favola d' amore per eccellenza.. quindi se non sono loro anime gemelle, chi dovrebbero esserlo? :D
    Il film mi ha incuriosito tanto.. lo vedrò, se mi ridanno megavideo!
    ti voglio bene, odiosa!! <3

    Dani.. che fosse anche commovente, questo non l' avrei mai pensato! che carinaa che seeei! :D e poi lo sai quanto ti ammiro come scrittrice e quanto mi rendano orgogliosa i tuoi commenti! :P

    CITAZIONE
    Condivido in pieno la scelta di donare gli organi (ho anche io il mio bel tesserino appresso) e trovo che sia molto una cosa da Luca.

    Certo tutte e due.. previdenti o ipocondriache? :D no scherzo.. è una cosa molto bella! :)

    CITAZIONE
    A me piace immaginare che Anna accetti l'idea che in Nicola viva davvero una parte di Luca - e non solo fisicamente - ma che alla fine riesca ad amarlo per quello che è lui realmente, sapendo però che in qualche modo Luca c'è comunque.

    E' esattamente quello che avrei voluto io.. :) Però sarebbe risultata troppo lungo scriverlo.. avrei dovuto dare ad Anna il tempo di assimilare, di spiegare tutto a Nicola.. insomma veniva un poema! :D


    CITAZIONE
    sapessi io quanto avrei voluto vedere finalmente felice Luca ç__ç almeno Anna possiamo immaginarcela serena ma lui.... ç__ç sì, ignoratemi ._.

    Figurati, io DDP11 l' ho abolito.. non esiste.. Luca è vivo e sta a Roma.. e basta!!!!

    Ale, grazie per i complimenti e per averla addorittura considerata un possibile finale di distretto.. che onore! :D

    CITAZIONE
    lammetto che anche io ho preferito la prima opzione perchè Anna merita di essere felice e allo stesso tempo credendoci o meno avere con sè l'anima di Luca anche se in un'altra dimensione :-)

    Aah ma allora non mi avreste linciato se avessi fatto mettere Anna con un un uomo che non fosse Luca... bene, lo terrò presente!! XD

    Alessia, tante tante tante e grazie.. :) sempre presente nelle mie os, ti ringrazio!!

    Sariii! *-* scusaa ma l' ho postata molto all' improvviso.. io e te vedo come come ideologia siamo molto simili.. ciniche e razionali, eh? ma vabbeh.. sognare ogni tanto non fa male! :D
    ti voglio beneee <3

    e ancora grazieeeeeeeee!!!!
  4. .
    ..I can feel you heart beating..


    Neanche il tempo di chiudere la porta del mio nuovo appartamento che il cellulare comincia a squillare. Rispondo senza neanche guardare chi è, a quest’ ora può essere una sola persona.
    “Elena?” rispondo rimettendo le chiavi in borsa.
    “Ciao tesoro, mica ti ho svegliato?”
    “Ma che, figurati! Sono appena uscita di casa!”
    “ah, menomale. Allora sei pronta per il primo giorno di lavoro?”
    Mi lascio sfuggire un sorriso, mentre chiudo il portone dietro di me “si.. sono un po’ agitata a dire il vero, però direi che sono pronta!”
    “Dai, stai tranquilla. Se hai vinto un concorso del genere un motivo ci sarà! Piuttosto, sicura che non vuoi che ti accompagni io?”
    “Elena, stai tranquilla! L’ acquario sarà l’ attrattiva più importante di questa città, non deve essere cosi difficile trovarlo!” le rispondo salendo in auto.
    “Lo so, però Genova è un casino, c’ ho messo due mesi io a orientarmi!”
    “tu hai la testa tra le nuvole, lo sai! Me la caverò tranquilla!”
    “va bene..”
    “Comunque grazie..”
    “E di che! Lo sai che sono troppo felice che tu e Abel vi siete trasferiti qua, vero?”
    “si, me l’ hai già detto! Sono felice anche io! Buona giornata Elenina!”
    “A te, ciao!”

    Quando scorgo l’ insegna “Acquario di Genova” sento un brivido lungo tutto il corpo. Non posso credere di avercela fatta, eppure sono qui, ho realizzato finalmente il mio sogno. E pensare che sono stata a un passo dall’ abbandonare tutto. Quando, a due mesi dalla laurea, Luca è morto sono stata così male che ho pensato di lasciar perdere tutto. A un certo punto mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, quando mi capitava una cosa brutta dietro l’ altra. A Trieste pensavo di aver trovato una stabilità e invece.. prima il secondo aborto, la crisi e la rottura con Massimo, e poi la batosta finale. Luca. Ucciso da una pallottola piantata nella nuca. Ucciso senza che potessi salutarlo un ultima volta. Quando sono ritornata a casa ero distrutta.. quei giorni passati a Roma erano stati così pieni di impegni che non avevo avuto il tempo di fermarmi a pensare. Invece a casa, quando mi sedevo alla scrivania e aprivo i miei libri, ecco che mi tornava il suo volto davanti agli occhi e avevo solo voglia di chiudermi in bagno e piangere. Poi ho capito che dovevo trovare la forza di andare avanti, per me e per Abel. Così è arrivata la laurea. Ed esattamente due anni dopo, la specialistica, conseguita proprio alla fine dei tre anni di medie di mio figlio. L’ idea di fare domanda a Genova me l’ ha data Elena, in una delle tante nostre telefonate notturne. Cosi ho fatto il concorso, e miracolosamente l’ ho vinto. Ed eccomi qua.. finalmente serena.
    Mi avvicino alla reception “mi scusi..” esclamo discretamente “dovrei parlare con il Professor Relini..”
    “lei è?”
    “sono una sua nuova assistente..”
    La donna guarda su un fascicolo, poi alza lo sguardo su di me “Anna Gori?”
    “Si, sono io!”
    “Bene, la stavamo aspettando.. il dottor Relini adesso non c’è, però aspetti..” si alza e si dirige verso un uomo che sta prendendo il caffè. Mi indica e comincia a parlare fittamente con lui. Nel frattempo lo guardo con attenzione.. è abbastanza giovane, e ha un’ aria simpatica.
    Lui si volta a guardarmi e mi sorride. Ha un bel sorriso.. è caldo, e sincero. Viene verso di me sorridendomi “ciao, posso darti del tuo vero? Sono Nicola Costa, lieto di conoscerti..” mi dice allungandomi la mano “io sono uno degli assistenti del Professore, ho un po’ di tempo, ti va se ti mostro un po’ il posto?”
    “Va bene, grazie!” rispondo. L’ ansia che avevo è sparita di colpo. Mi sento a mio agio, e lo seguo ammirata.
    “Ho letto la tua scheda..” mi dice lui, mentre ci incamminiamo “biologa marina, come me.. lavoreremo insieme quindi, e devo dire che mi fa molto piacere!” mi dice con un sorriso.
    Io lo guardo un po’ sorpresa e anche imbarazzata da quelle parole, e cerco di far finta di niente “qual è il nostro compito?”
    “Beh, facciamo un po’ tutto.. Relini è professore all’ università e presidente della società di Biologia Marina, per cui è qui raramente e dobbiamo occuparci noi di quasi tutto.. lui sceglie accuratamente i suoi assistenti, quindi si fida e ci lascia abbastanza liberi. Comunque stai tranquilla, per i primi tempi ti aiuterò io.. ecco da quella parte si accede alle vasche, di qua invece c’ è il laboratorio.. il posto è enorme, non stupirti se ti perderai ogni tanto!”
    Mi mostra buona parte dell’ acquario, spiegandomi tutto nei dettagli.. Non riesco a fare a meno di guardarlo negli occhi quando parla, mi sembra quasi che gli brillano.. la passione che traspare dalle sue parole, unita al meraviglioso mondo che ci attornia mi coinvolgono totalmente, quasi come se fossi in un’ altra dimensione, e senza rendermene conto parlo e scherzo con lui come se fosse un amico di sempre. Alla fine del giro turistico mi sento euforica e soddisfatta e Nicola sembra accorgersene.
    “ti piace, eh?”
    “Da morire. E’ bellissimo qui.. ti giuro non vedo l’ ora di cominciare!”
    “E ancora non hai visto il meglio.. appena ho un po’ di tempo di porto a conoscere i nostri delfini!”
    “Fantastico.. li adoro!”
    “E come potrebbe essere altrimenti?” mi poggia una mano sulla spalla “Relini è arrivato, ti sta aspettando lì nel suo ufficio.. io ho delle analisi da fare. Senti pensavo che.. visto che non conosci ancora nessuno.. magari possiamo pranzare insieme..”
    Annuisco “eh, magari.. come ci mettiamo d’accordo?”
    “mi faccio vivo io, tranquilla. A dopo allora!”
    “A dopo!”

    Chiudo la porta della camera di Abel e torno in cucina, dove Elena mi sta aspettando con una vaschetta di gelato a nutella.
    “Dorme?”
    “Non ancora, ma adesso si addormenta. Allora a che eravamo rimaste?”
    “Al tuo amico biologo!”
    “Non è vero.. ti stavo parlando della vasca degli anemoni!”
    “Si Anna ma con tutto il rispetto per le tue amate meduse.. preferisco sapere altro. Dai dimmi ancora di lui!”
    “te l’ ho detto.. è stato molto gentile. Siamo andati a pranzo insieme e mi ha parlato un po’ della vita lì all’ acquario.. ma siamo restati molto sul personale!”
    “Però c’ ha provato!”
    Alzò gli occhi “aah, Elena... adesso non ti fare film come al tuo solito.. ho solo detto che qualche volta ho avuto la sensazione che mi guardasse con interesse, niente di più..”
    “Ma cosa ti ha detto di preciso?”
    “Ma niente.. è più come mi guarda.. con insistenza ma allo stesso tempo senza risultare indiscreto.. non lo so non so spiegartelo.. è strano!”
    “Mah.. vabbeh comunque c’è tempo.. magari nascerà una grande storia d’ amore!”
    “se, vabbeh..” rido e le strappo di mano la vaschetta “dammi stò gelato và!”

    I primi giorni a lavoro sono passati velocemente, ho lavorato molto per cercare di entrare subito nei meccanismi dell’ acquario e di capire come fare al meglio il mio lavoro. Passo la grande maggioranza del tempo in laboratorio, alle prese con analisi varie, e qualche volta vado con qualche collega a fare prelievi nelle vasche. Oggi sono stata nella vasca delle tartarughe con Claudia, una delle assistenti che è diventata mia amica, ed è stato emozionante. E poi c’è Nicola, con il quale ormai si è instaurato un bel rapporto di amicizia. Pranziamo assieme tutti i giorni, assieme ad alcuni colleghi, e lavoriamo spesso a stretto contatto.. lui mi da una grande mano, mi sta insegnando molto. A volte mi ricorda Luca durante i miei primi giorni al decimo.. e in quei momenti mi manca ancora di più.. vorrei poterlo chiamare e raccontagli della mia nuova vita..
    “Anna, dai andiamo a pranzo che è ora!”
    “Veramente non ho ancora finito!”
    “Continui dopo.. su togliti il camice e vieni, muoio di fame!” mi prende il colletto del camice e mi aiuta a sfilarlo.. io cedo e lo lascio fare “grazie!” gli rispondo con un sorriso.
    “Allora quando ci porti a conoscere tuo figlio?”
    “presto, uno di questi pomeriggi.. anche perché muore dalla voglia di vedere l’ acquario!”
    Gli ho parlato di Abel qualche giorno fa, chiarendo da subito che l’ ho adottato e che non sono sposata.. non ha fatto domande e gliene sono grata, avrei dovuto spiegarli troppe cose e sinceramente ancora non me la sento. Siamo in confidenza ma non abbastanza da parlagli del mio passato.. almeno credo, ma forse lui non è dello stesso parere perché mentre siamo a tavola mi confessa una cosa che un po’ mi spiazza.
    “Da quanto tempo sei qui?” gli chiedo.
    “Cinque anni, ma mi sono fermato per otto mesi a causa di problemi di salute..”
    “ah, mi dispiace.. niente di grave spero..”
    “Adesso per fortuna no. Avevo un difetto cardiaco, circa due anni fa ho avuto un brusco peggioramento ed è stato necessario un trapianto. Quattro lunghi mesi chiuso in ospedale, ma ne è valsa la pena!”
    “Non deve essere stato facile..”
    “No, per niente. Ma non avrei mai potuto mollare.. amo troppo la vita, amo il mio lavoro e non avrei mai buttato tutto via senza combattere!”
    “E alla fine hai vinto..”
    Lui mi sorride “si, ho vinto. Ma devo ringraziare prima di tutto la persona a cui apparteneva il cuore. Non sarei qui adesso se non fosse stato per lui, o lei..” addenta una forchettata di insalata “scusa, non volevo deprimerti con questa roba triste..”
    “No, ma figurati.. mi fa piacere che ti sia confidato con me, grazie!”
    “E di che.. non ne parlo spesso perché ho paura che le persone mi trattino in maniera diversa.. come un malato.. te l’ ho detto perché con te credo che non sarà cosi.. anche se forse non è molto figo dire davanti a una bella ragazza che magari non ha mai visto un’ ospedale in vita sua che mi hanno tolto il cuore e che ogni tre mesi devo fare dei controlli per assicurarmi che quello nuovo funzioni bene!”
    Io rido, scuotendo la testa “con me allora stai pure tranquillo perché di ospedali ne ho visti eccome.. e probabilmente non scoppio di salute nemmeno io, ho già avuto due aborti nella mia vita!”
    Nicola posa la forchetta nel piatto e mi guarda mordendosi il labbro “oh.. ecco questa è stata una brutta gaffe!”
    “Ma no, non preoccuparti.. adesso anche tu sai qualcosa di personale su di me.. siamo pari..”
    “Già.. magari con il tempo mi racconterai anche qualcos’ altro.. sul tuo passato..”
    Scuoto la testa “sarebbe una storia troppo lunga, ti annoierei!”
    “Non credo, mi piace ascolarti..” mi dice guardandomi negli occhi.
    Abbasso lo sguardo, giocherellando con il tovagliolo “forse è meglio andare.. la paraffina si sarà solidificata del tutto, no?”
    Evidentemente capisce di avermi messo un po’ in imbarazzo e mi sorride “Si, credo di si.. andiamo allora!”


    Sono le quattro del pomeriggio di un venerdì e sono chiusa in laboratorio da più di due ore. Ho appena chiamato Abel, ha detto che stava studiando.. sarà vero? Ho quasi la tentazione di chiamare la signora affianco e chiederle di controllarlo, ma mi distrae la porta scorrevole che si spalanca e l’ espressione sorridente di Nicola “ciao!”
    “ciao.. ho una cosa per te!” mi porge una muta a mezzemaniche azzurra e io lo guardo curiosa.
    “a che mi serve?”
    “dobbiamo andare a trovare i nostri amici con le pinne.. ti aspetto alle piscine!”
    Annuisco, eccitata. Era da tempo che aspettavo di poter lavorare con i delfini, e pare che il momento sia arrivato “dieci minuti e ti raggiungo!”
    Metto a posto il mio tavolo e vado subito agli spogliatoi, il tempo di cambiarmi e vado verso la piscina. Vedo dubito i delfini nuotare nell’ acqua tra salti e capriole, sono uno spettacolo meraviglioso. Vedo anche Nicola, seduto sul bordo piscina, mentre accarezza uno dei delfini, accanto a lui la valigetta con le attrezzature per i rilevamenti. Quando si accorge di me mi sorride e mi fa segno di avvicinarsi. Io mi lego i capelli con un elastico e mi immergo lentamente in piscina, cercando di abituarmi alla temperatura dell’ acqua. Subito un altro delfino si avvicina e io gli accarezzo il muso intenerita “sono bellissimi!”
    “eccome.. dai sbrighiamoci così ci rimane un po’ di tempo per fare una nuotata con loro!”
    “ma.. possiamo?” gli chiedo titubante, afferrando gli strumenti che mi porge.
    “non lo so, ma io l’ ho fatto un sacco di volte e nessuno mi ha beccato!”
    “aah, allora..” sorrido, allontanandomi verso l’ altra estremità della vasca “Io comincio da qui..”
    “agli ordini!”
    Non ci riesce molto facile lavorare con quelle pesti che schizzano acqua ovunque, ma in un ora buona riusciamo a finire e ci concediamo dieci minuti di relax a bordo vasca.
    Seduti con i piedi ciondolanti dell’ acqua, siamo immersi ognuno nei propri pensieri.. io soprattutto.. guardo quei meravigliosi animali nuotare liberi nell’ acqua.. mi viene in mente Dorian.. e sorrido..
    “perché ridi?” mi chiede Nicola, osservandomi.
    “perché sono bellissimi.. e perché questa situazione mi ricorda una cosa..”
    “sono indiscreto se ti chiedo cosa?”
    Scuoto la testa “una persona.. il padre di Abel.. mi portò di notte a fare il bagno con i delfini.. fu una pazzia, ma che bella serata..”
    “beh, la mia ex gli unici animali da cui mi portava erano gli insetti che trovava per casa..”
    Lo guardo e scoppio a ridere “per ucciderli, immagino..”
    “già.. se avessi saputo che sarebbe finita male li avrei pure risparmiati quei poveri animaletti innocenti..”
    “ti ha lasciato?”
    “già.. due mesi prima dell’ operazione.. mi disse che non era abbastanza forte da sopportare tutto..”
    “ah..” rispondo soltanto.
    “lo so cosa pensi, lo puoi dire.. bella str**a, si!”
    “effettivamente pensavo proprio quello!” lo guardo e gli sorrido “beh, peggio per lei..”
    Noto che si imbarazza un po’ a quell’ ultima affermazione, e torno a guardare l’ acqua.
    “e il tuo uomo dei delfini?”
    “Lui.. beh lui è morto..”
    Si volta verso di me “Ho fatto la seconda gaffe, vero?”
    “No.. tranquillo..”
    “e come faccio a stare tranquillo? Guarda.. ti ho fatto rattristare..” mi mette una mano sotto al mento, che tengo basso, e mi fa alzare lo sguardo verso di lui “hai dei bellissimi occhi..”
    Sorrido imbarazzata, e lentamente volto di nuovo la testa verso l’ acqua “grazie.. ma non sono triste..”
    “un po’ si.. si vede che non hai avuto una vita facile..”
    Me lo dice con un’ intensità strana.. come se lo sapesse.. mi spaventa quasi e mi viene da distogliere lo sguardo “è vero.. ho dovuto superare tante cose, però nel complesso sono stata fortunata perché ho incontrato persone bellissime.. e quindi significa che ne è valsa la pena..”
    Lui annuisce “è bello che tu dica così.. forse avrei dovuto incontrarti un anno fa.. mi avrebbe fatto comodo il tuo ottimismo..”
    Con un balzo entro di nuovo in acqua e lo guardo dal basso “ce l’ hai fatta benissimo lo stesso però.. o no? non mi sembri poi così pessimista tu!”
    “All’ inizio lo ero.. ma quando a un passo dalla morte ti ritrovi con un cuore nuovo e funzionante che ti restituisce la vita.. beh una cosa del genere ti fa vedere la vita sotto un altro aspetto..”
    Annuisco, e gli faccio un cenno con la testa “dai, vieni in acqua..”
    “Mi sa che dobbiamo andare..”
    “altri dieci minuti, su.. vieni..”
    Lo convinco perché fa un sorrisino ed entra in acqua pure lui. Mi raggiunge, mentre i delfini nuotano attorno a noi “credo che gli siamo simpatici..”
    “si, tu soprattutto..” risponde.
    “ah si? E che ne sai?” rido io.
    “come che ne so.. me l’ hanno detto loro..”
    “ah, certo..”
    “non ci credi? Guarda che noi comunichiamo benissimo ormai.. ci capiamo che è una meraviglia..”
    “si, come no.. certo che ci credo.. e sentiamo che ti sta dicendo lui ora?” gli chiedo indicandogli il delfino che si è avvicinato a noi e tiene il muso fuori dall’ acqua.
    “aspetta.. fammi concentrare.. allora, mi sta dicendo che ti trovano molto carina.. si, anzi a dire la verità che sei bellissima..” ed è in quel momento che mi accordo che non sta più ridendo, ma che è serio e si sta avvicianando lentamente “e che.. che se non ti bacio subito sono un’ idiota!”
    Non ho neanche il tempo di assimilare quella frase, perché le sue labbra bagnate toccano le mie e cominciano a guidarmi lentamente, trascinandomi in un vortice di emozioni che sento così familiari.. così mie.. gli metto le mani intorno al collo approfondendo il bacio.. non mi sentivo così bene da tanto e mi lascio andare completamente.. mi cattura la bocca con ancora più foga, poi si stacca, trascinandomi verso il bordo della piscina “dobbiamo andare..”
    “lo so..” rispondo ancora ansimante. Ma non sono tanto sicura di voler andare davvero.
    “però tu vieni a casa mia..”
    La proposta mi spiazza, ma ancora di più mi spiazza il fatto che l’ unica cosa che riesco a fare è annuire.


    L’ orologio sul comodino segna le 19.30 di sera.. lo fisso pensierosa, poi mi giro dall’ altro lato “tra un po’ devo andare via.. Abel deve cenare!”
    Nicola non dice niente e allarga solo il braccio per farmi avvicinare a lui. Alzò la testa dal cuscino e i capelli ancora umidi mi toccano la schiena facendomi rabbrividire. Mi accuccio meglio vicino a lui e alzo gli occhi per guardarlo “sei pensieroso.. qualcosa non va?”
    Finalmente mi guarda e sorride, scuotendo la testa “no, anzi.. va tutto benissimo. E’ che.. no, niente!”
    “che? Dai, dimmelo!”
    “meglio di no.. non vorrei farti scappare via..”
    “addirittura?”
    “beh si.. penserai che sono pazzo!”
    “no, ti giuro di no.. dai dimmelo..”
    “ok, va bene..” si arrende, mentre mi accarezza la schiena nuda “tu ci credi al destino?”
    “sinceramente no.. però non è detto che non esista.. tu ci credi?”
    “non mi sono mai dato una risposta certa.. però alla storia delle anime gemelle e tutto il resto, a quello si ci credo..”
    Appoggiata alla sua spalla sorrido istintivamente, intenerita “anime gemelle?”
    “si.. secondo me se due anime sono fatte per stare insieme, finiranno per cercarsi sempre, in qualsiasi posto e in qualsiasi tempo..”
    Mi sento un po’ spaesata.. ci conosciamo da un mese e non mi aspettavo che dicesse cose così.. forti.. però lo sento sincero, e per qualche strana ragione sentirgliele dire mi provoca una strana sensazione di calore..
    “ok, adesso puoi scappare..”
    “non voglio scappare..”
    “ah no?”
    “no.. sono molto più scettica di te su queste cose però chi lo sa.. e tu capisci tutto questo così in fretta?”
    “Non mi fraintendere Anna.. non sono il tipo che si dichiara follemente innamorato al primo appuntamento.. però con te è diverso, non so spiegartelo..” lo sento sorridere “vabbeh, lascia perdere.. forse è stata l’ operazione a rendermi così fatalista..”
    Gli bacio una spalla, mentre con una mano accarezzo il tuo torace, soffermandomi sulla sua cicatrice “è la prima volta da quando ti sei operato, vero?”
    “si..”
    “avevo paura che potessi stare male.. sei sicuro che potevi?”
    “tanto ormai è fatta.. e comunque è passato un anno..”
    Annuisco, ancora immersa nei miei pensieri.
    “sai di chi è?” gli chiedo dopo un po’.
    “il cuore?”
    “si..”
    “Non mi hanno voluto dire il nome, non si può.. però ho fatto delle indagini, pare fosse un mio coetaneo.. morto per una ferita da arma da fuoco.. era un poliziotto..”
    Sento una scossa percorrermi tutto il corpo, e se ne accorge anche Nicola perché mi accarezza il braccio “stai bene?”
    “si..si..” balbetto, cercando di autoconvincermi che sto prendendo un abbaglio. Infondo quanti poliziotti muoiono ogni anno? Devo raccogliere le forze e respirare profondamente, prima di formulare quella domanda. Sento la gola secca mentre la pronuncio “che giorno era? Precisamente dico..”
    “la data? Era il 14 marzo.. chi se la dimentica più..”
    Non riesco a respirare. Vado in iperventilazione e sento subito il bisogno di staccarmi da lui, così con uno scatto fulmineo mi porto dall’ altro lato del letto, dandogli le spalle per non fargli vedere il mio viso.
    “ti senti bene Anna?”
    “si, scusa.. è che.. ho avuto un leggero giramento di testa.. ma ora sto bene..” Non è vero, non sto bene.. per niente.. continuo a vedere quell’ immagine davanti agli occhi.. la lapide.. la data incisa sopra.. 13/03/11.. 13/03.. tredici marzo.. un poliziotto.. non può essere una coincidenza..
    “Anna, mi stai facendo preoccupare..”
    “sto bene, veramente..”
    “ti vado a prendere un bicchiere d’ acqua?”
    Annuisco, ho bisogno di stare due secondi da sola. Lo vedo alzarsi, infilarsi i boxer e andare in cucina, così posso finalmente mettermi seduta e cercare di respirare. Non riesco a capire se quelle gocce ghiacciate che mi scorrono dietro la schiena sono l’ acqua dei capelli o il fatto che sto sudando freddo.. non può essere.. eppure.. tutti quei dettagli.. che adesso sembrano i pezzi di un unico puzzle.. il suo sorriso familiare.. la sensazione di benessere che provo con lui.. e i suoi discorsi sull’ anima gemella.. sulle nostre anime destinate a stare insieme..
    E’ cosi? È il cuore di Luca quello che batte dentro Nicola?
    Vorrei prendere il telefono e chiamare Elena, ma il cuore mi batte così forte che ho paura anche di muovermi, e quando Nicola torna e mi porge il bicchiere noto che le mani mi tremano vistosamente.
    “come va? Sei pallidissima.. che ti è preso?” mi chiede preoccupato accarezzandomi i capelli.
    “Sto bene.. è stato solo un piccolo attacco di panico.. ogni tanto mi viene, dopo il secondo aborto..” mento, tenendo gli occhi fissi sul bicchiere perché non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
    Ma Nicola annuisce, il che mi fa pensare che c’ ha creduto “va meglio ora?”
    Annuisco, e mi appoggio allo schienale del letto, quando lui mi toglie il bicchiere dalle mani e lo poggia sul comodino. Poi sale sul letto e torna a stendersi accanto a me, non prima di avermi baciato delicatamente la fronte. E mi sembra quasi di sentire il suo tocco. Quel tocco delicato e dolce che aveva solo Luca, che ti faceva sentire amata, e rassicurata.. quel tocco che mi è mancato da morire e di cui sento maledettamente il bisogno. Non sono credente, eppure non posso credere che sia stato solo un caso che tra tante persone che ci sono nel mondo, io abbia incontrato proprio lui. Sei stato tu Luca? Infondo sarebbe proprio da lui. Ha sempre cercato di proteggermi da tutto e da tutti e forse anche dal posto in cui è adesso ha trovato un modo per starmi accanto. Lo so, sto pensando delle assurdità. Non ci credo, non credo alla vita dopo la morte e non credo alla reincarnazione e a roba simile. E allora come può essere? In un eccesso di romanticheria, mi verrebbe da pensare persino che le nostre anime fossero così legate, da non poter sopportare il fatto di essere state divise per sempre. Ma romantica non lo sono mai stata. E anche se un angolino della mia testa mi dice che è sbagliato, che non posso confondere due persone completamente diverse e che non devo lasciarmi andare senza aver prima fatto chiarezza in questa situazione surreale, nonostante questo adesso sento il bisogno di rivivere anche solo per qualche secondo quell’ inebriante sensazione di calore e di sicurezza che mi dava Luca.. e quel vuoto terribile che mi squarcia l’ anima e che mi accompagna dal momento in cui ho saputo che il mio migliore amico non c’ era più, sparisce nel momento in cui delicatamente appoggio la testa sul petto di Nicola e chiudendo gli occhi sento il suo cuore battere ancora. Il cuore di Luca, quel poliziotto coraggioso che ha perso la sua vita e non ha smesso di salvare quella degli altri. Neanche la morte è riuscita a fermarti, amore mio.

    “E quando ad alcuna di queste anime avvenga di incontrare la propria metà, allora restano entrambe così impetuosamente soggiogate dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare staccate l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo...”

    (Platone)



    Ok, adesso partiamo con le spiegazioni. Perché ho scelto di scrivere questa shot?
    I motivi sono essenzialmente due. Il primo è che volevo dare una collocazione ad Anna, che è tornata per una puntata ma nessuno si è preoccupato di farci capire quale fosse la sua vita ora.. cosa facesse e come stesse.. l’ altro è che sono una forte sostenitrice della donazione di organi (con tanto di tesserino nel portafogli), trovo che sia un gesto d’ amore estremo e chi, se non il nostro Luca, poteva compiere un atto così bello? E cosi ho pensato di unire le due cose.. e immaginare quest’ incontro particolare. Non sono credente e per me il trapianto non è altro che un miracolo della scienza per salvare vite a discapito di quelle per cui non c’ è più niente da fare.. e basta.. non credo che il ricevente provi le emozioni, o i ricordi del donatore.. però ho sentito spesso storie del genere e quindi, con un po’ di fantasia, mi sono immaginata come potesse essere.. infondo chi sono io per dire se una cosa può succedere o meno? E l’ amore tra Anna e Luca noi l’ abbiamo sempre visto come un amore forte e indissolubile.. magari è cosi forte da riuscire anche a rompere le barriere del razionale.. vabbeh in poche parole siete libere di trovarla una ca**ata, ecco! :P
    Avrei voluto approfondire di più la questione.. immaginare la reazione di Anna.. ma mi sarei dilungata troppo e almeno cosi lascio a voi decidere cosa succederà dopo.. magari capirà che Nicola è una persona a parte e si renderà conto di essere innamorata di lui indipendentemente dal resto.. oppure deciderà che la storia non può continuare perché in lui vedrà sempre Luca.. a voi la scelta! (a essere proprio sincera ho immaginato la prima.. non posso fare a meno di volere Anna finalmente felice!XD)
    Ultima cosa.. ho modificato un dettaglio.. ho immaginato che Luca sia stato colpito alla testa e sia morto in ospedale.. altrimenti non avrebbe potuto donare gli organi!
    E qui concludo perché mi sto dilungando.. grazie se avete avuto la pazienza di leggere tutto! :D
  5. .
    MARTINAAAA MA PERCHE' TIRI FUORI STE COSEEEE?!?!?!!? O.O
    "come mandare in fumo la mia reputazione in quattro semplici passi!" U.U
    Noo cioèè ma stavo proprio fuori all' epoca.. secondo me mi drogavo e non me lo ricordo! xD

    CITAZIONE (*Martina* @ 30/7/2008, 09:27) 
    io..mai dettooo!!
    che barby lo è si hahaha
    sono d'accordo, l'idea è stata suaaaa!!
    ha visto emanuela e si è illumnata come na lampadina!!!

    Sempre a me la colpa, uffààà! U.U
    Cara emanuela.. chissà che fine avrà fatto.. se mai capitasse su questo forum sarebbero guai! xD
  6. .
    Scusate il ritardo clamoroso! :(
    14 Capitolo


    Luca
    E’ sera e finalmente possiamo tornare a casa.
    Esco dal commissariato a fianco a Elena, e mi accorgo che lei mi fissa.
    E infatti.. “pensieri?”
    “beh.. abbastanza..”
    “Non farti coinvolgere!”
    “da chi?”
    “Lo sai! Tu dirigi l’ indagine e sembra che ti senti in colpa!”
    “No, infatti..” ironizzo “ho solo ammazzato il mio amico e ho rovinato la vita a sua moglie e al figlio! Che vuoi che sia..”
    “Magari questa Viola Damiani lo sa e se ne approfitta?”
    A Elena Viola non piace neanche un po’, e non fa niente per nasconderlo.
    “Ma no, lei ora sta sotto un treno.. è sottoschock!”
    “Si, però era così lucida da farci trovare le armi del marito! Anzi, ce le ha consegnate lei!”
    “quelle le avremmo trovate lo stesso!”
    Ci sediamo accanto a una fontana, e io guardo in alto cercando le parole giuste “te la posso dì una cosa?”
    “Certo..”
    “Si tratta di Viola..”
    “cioè?”
    “Quando eravamo ragazzini.. io e lei abbiamo avuto una mezza storia..”
    Lei spalanca gli occhi “cosa?”
    “Si ma nà cosa da niente, eh! C’ avevamo 15 anni, ci sarà stato massimo qualche bacetto! E’ che lei era la classica bella del quartiere, e io e Remo eravamo entrambi.. diciamo innamorati.. anche se parlare di amore, a quell’ età.. poi lei ha scelto Remo, com’ era giusto che fosse..”
    “Lo dici adesso, o lo dicevi anche prima?”
    “vabbeh.. non è che ho fatto i salti di gioia, però ti ripeto, sono quelle cotte che sembra che sei innamorato folle, e invece poi ti passa tutto in due giorni..”
    “Anna lo sa?”
    “No, e sinceramente non so se dirglielo.. se glielo dico sembra che è una cosa importante, quando invece è solo una storiella tra bambini..”
    “si, ma se non glielo dici e poi lo viene a sapere.. rischi che pensi che hai voluto tenerglielo nascosto..”
    “Lo so, è per questo che non so che fare..”
    “Glielo devi dire Luca.. poi le spiegherai quello che hai spiegato a me, ma diglielo! Non cominciare con i segreti.. o ti assicuro che poi non la finisci più..”
    Annuisco “ok, si. Glielo dico.. credi che capirà?”
    “certo che capirà! Ma.. Luca.. tu sei sicuro che è tutto finito, vero?”
    “Ma ti pare? Si che è finito! Le voglio solo bene, tutto qua..”
    “Ok, ok..”
    Ma non credo di averla convinta.


    Anna
    Cammino su e giù per la casa, cercando di mantenere la calma.
    “Anna, stai tranquilla su!”
    “Sono le otto e mezza.. perché non arriva?”
    “Ma avrà avuto qualche contrattempo!” ipotizza mia madre, accarezzando la manina di Lorenzo “se fosse successo qualcosa ti avrebbero chiamato!”
    “Lo so, ma non riesco a stare calma, è più forte di me!” vado verso Sofia, che gioca tranquilla sul tappeto, e la sollevo “li mettiamo a letto? Così vai via.. è già tardi!”
    “Li mettiamo a letto..” risponde lei alzandosi “Ma non me ne vado finchè non torna Luca!”
    “Non c’ è bisogno, veramente.. sarà qui a momenti!”
    “eh, e allora me ne vado a momenti.. o mi vuoi cacciare?”
    Le sorrido “no, non ti voglio cacciare!”
    “e allora..” bacia Lorenzo sulla testa “andiamo a fare la nanna, amore? Eh? Sei stanco?”
    Li mettiamo nelle rispettive culle e accendiamo il carillon. Sofia devo prima cullarla qualche minuto tra le braccia, mentre Lori venti secondi e dorme profonamente.
    Quando torniamo in salone, sentiamo dei rumori dietro la porta, che subito dopo si apre e spunta Luca. Mia mamma mi lancia uno sguardo complice, saluta mio marito e va a mettersi la giacca. La ringrazio per la compagnia e la accompagno alla porta.
    Quando siamo soli, mi giro verso di lui e lo fissò con un’ espressione di rimprovero “sempre la stessa storia, eh?”
    “cosa?”
    “Chiamarmi, dirmi che fai tardi.. che va tutto bene..”
    “Hai ragione, scusa..”
    “Eh, dici sempre così.. hai ragione, hai ragione.. però non lo fai mai!”
    “Non mi sono neanche accorto che fosse così tardi! Mi sono fermato a parlare con Elena!”
    “Bravo.. così mentre tu ti facevi la chiacchierata, io qua morivo di paura!” sospiro, passandomi le mani tra i capelli “tu non capisci..”
    “Che cosa non capisco?”
    “Non capisci cosa si prova! Pensi che il fatto che stia qui a casa mi basti per stare tranquilla e fregarmene di quello che succede al decimo! Non ti rendi conto di quello che passo io tutta la giornata, al pensiero che hanno cercato di ammazzarti, e che potrebbero riprovarci da un momento all’ altro e che ogni secondo che passa i miei figli rischiano di trovarsi senza un padre!”
    “si invece, lo capisco.. sei preoccupata, ma..”
    “No!” lo interrompo prima che possa finire la frase “Non lo sai! Non lo sai, altrimenti spenderesti un minuto dell’ interminabile tempo che passi al lavoro per avvisarmi che è tutto a posto! Lo vedi quello, Luca?” con una mano gli indico il cordless appoggiato sul tavolino “Ormai è diventato un’ incubo! Ogni volta che squilla sobbalzo, e vorrei non rispondere perché sono terrorizzata dall’ idea che possano dirmi che ti hanno fatto qualcosa! Ed è così tutta la giornata, minuto dopo minuto, e i minuti qua dentro non passano velocemente come al decimo, ma tu non sai neanche questo, ovviamente!”
    “Anna adesso calmati.. lo capisco che questa situazione di rende nervosa, ma io che posso farci? Facciamo questa discussione ogni volta, e ogni volta la risposta è sempre quella! È il mio lavoro, non ci posso fare niente! Pure se ti chiamassi, che cambierebbe? Dieci secondi dopo che avremmo interrotto la chiamata, saresti di nuovo preoccupata! Credi che non lo sappia? Lo so e mi dispiace che stai così, ma cazzo, che devo fare io?”
    “Niente, non devi fare niente, infatti. Buonanotte..” giro i tacchi e me ne vado, prima che possa dire altro.

    Luca
    E’ stata una nottataccia, in tutti i sensi. Tutti questi pensieri non mi hanno fatto riposare per niente. Remo, Viola, Anna.. troppe questioni da risolvere con troppe persone. Sto sbagliando tutto? Non lo so, ma so anche che non ho tempo per fermarmi a chiedermelo.
    Così alle sei mi alzo e mi preparo per andare al lavoro, tanto che quando sto per uscire di casa dormono ancora tutti. Lancio uno sguardo ad Anna, sperando che non sia ancora arrabbiata, anche se infondo me lo meriterei. Mi sto comportando malissimo, eppure mi ero ripromesso che non sarei stato così. Che sarei stato con la mai famiglia più tempo possibile, non come mio padre che lo vedevamo si e no tre ore al giorno. Invece mi rendo conto che è esattamente quello che sto facendo io. Ormai torno a casa che Lorenzo e Sofia dormono già, e spesso esco prima che si sveglino. Praticamente è da ieri mattina che non li vedo.
    Stasera torno presto, promesso.
    Bacio delicatamente mia moglie sulla guancia, ed esco di casa portando con me Swami, che ansima da due ore, desiderosa di uscire in giardino.

    Le indagini cominciano presto, anche perché il Magistrato arriva al Decimo che non sono neanche le otto e mezzo. Stiamo cercando questo Oscar, in modo da capire se la banda di Remo è ancora attiva, oppure no. Con qualche minaccia, riusciamo a farci promettere da un gestore di un bar con diversi precedenti penali di avvertirci, se lo vede. Pare che sia un suo cliente. Per ora anche questa è risolta. La giornata passa senza nessuna novità, anche perché ci sono gli altri casi da seguire, e ogni tanto devo dedicarmi anche a quelli, nonostante i miei uomini siano perfettamente in grado di gestire le indagini da soli. Alessandro e Raffaele si stanno occupando dell’ aggressione a un giovane di ventisei anni, Lorenzo e Gabriele della scomparsa di una bambina, figlia di una ragazza madre alcolizzata. Elena non è in servizio, oggi.. scommetto che si sarà vista con Anna e Irene. A proposito di Anna.. che faccio? La chiamo?
    Guardo il telefono del mio ufficio senza avere il coraggio di toccarlo. Ho paura che sia ancora arrabbiata con me, e quando è arrabbiata è meglio lasciarla stare. Ma mi manca.. e ho bisogno di lei, soprattutto. Alla fine decido di mandarle un messaggio..


    Anna
    “Devi cercare di capirlo, Anna.. è un’ indagine particolare!”
    “Ma io lo capisco.. è lui che non capisce me! Non si rende conto di quanto sia snervante stare chiusa in casa all’ oscuro di tutto quello che succede al decimo!”
    Irene si accarezza il pancione di otto mesi, guardandomi con aria indagatrice “e non è che è questo il problema?”
    “cioè?”
    “Magari sei solo nervosa perché ti manca il lavoro.. e vorresti essere con lui, adesso..”
    “Ma no! Cioè, si è vero un po’ il distretto di manca, ma non è questo il punto! Io sono preoccupata, Irè! Hanno tentato di ucciderlo davanti ai miei occhi..”
    “Tesoro, hai perfettamente ragione!” interviene Elena, avvicinandosi con Sofia in braccio “ma purtroppo non puoi cambiare la realtà.. lui è un poliziotto.. sarai sempre preoccupata..”
    Annisco, lasciandomi cadere sul divano “lo so. E’ che adesso è diverso.. lo sento distante! Capisco che questa storia di Remo lo fa stare male, ma lui si è sempre confidato con me! Prima parlavamo, anche quando ho smesso di lavorare, mi raccontava tutto.. ora invece è come se mi avesse completamente escluso dalla sua vita.. mi sta tenendo fuori!”
    “E’ un periodaccio Anna, ora devi solo tenere duro.. per te, per lui e per i bambini..”
    “Se mi desse una mano anche Luca, sarebbe più facile..”
    “E’ un uomo..” esclama Irene “che ti aspetti? Il lavoraccio tocca sempre a noi donne, ce ne dobbiamo fare una ragione!”
    Mi scappa un sorriso, sono riuscite a mettermi di buon umore. Come sempre.
    “vabbeh, ora basta parlare di me.. tu che dici? Come si comporta il piccolino?”
    “Insomma.. ultimamente fa un po’ di capricci..” sorride, guadandomi con gli occhi che le brillano “Mi sa che manca poco..”
    “Bene, sono contenta! Almeno avrò qualcuno che mi fa compagnia al parco!”
    “sicuro.. appena nasce, comincerò a uscire tutti i giorni! Mi sento una reclusa, qui dentro! Comunque, la mia vita da donna gravida in stadio avanzato è noiosa.. secondo me quella che può raccontarci cose più interessanti è la signorina lì..” e indica con lo sguardo Elena, che incurante sta pulendo i resudui di plasmon dalla bocca della nipote.
    “Io?” e sorride, maliziosa.
    “si, tu! Avanti.. come va con mio cognato?”
    “Va..”
    “Ma che risposta è?” domando indignata “vogliamo i particolari!”
    “Uhm, allora.. usciamo spesso, mi manda sempre fiori bellissimi e facciamo tanto tanto sesso!”
    “Ok, ora stai esagerando però!” esclama Irene, un po’ disgustata “non mi piace l’ immagine della mia migliore amica a letto con uno che è tale e quale a mio marito! E poi è poco delicato parlare di sesso a una donna che non può praticamente muoversi!”
    “Vabbeh dai Irene, tra un po’ partorisci.. e ricordati che una donna che ha appena partorito ha gli ormoni praticamente impazziti, quindi ti aspetta un bel periodo!”
    “e’ quello che è successo a te, Anna?” mi domanda maliziosamente Elena “quanto sesso fate tu e Luca, eh?”
    “Veramente io ho detto ‘una donna che ha appena partorito’, i miei figli sono nati 8 mesi fa!”
    “beh, vorresti farci credere che adesso è cambiato qualcosa?”
    “perché, non può essere?”
    “è o non è?”
    Sorrido “non è!”
    “lo vedi? Ecco cosa mi piace di Anna e Luca.. pure se stanno in crisi, scopano sempre tantissimo!”
    Ok, la discussione sta degenerando “Uno: io e Luca non siamo in crisi, non ancora almeno.. Due: Stavamo parlando di Elena! Perché finiamo sempre su di me?”
    “Ok, hai ragione!” risponde Irene “allora, continua..”
    “Non c’ è molto altro da dire, veramente.. per ora ci vediamo spesso e va bene così..”
    “Mamma mia, che storia intensa.. mi sto commuovendo..” Ironizza la Valli, prima di sbuffare “non sai più parlare delle tue relazioni, un tempo mi raccontavi particolari molto più piccanti!”
    “Ma se hai appena detto che non vuoi immaginarli a letto!” obietto io.
    Irene sorride, con aria colpevole “Si, hai ragione. Vabbeh, chi ha voglia di pane e gelato?”
    “pane e gelato?” ripete Elena disgustata.
    “eh, pane e gelato..” Irene si alza e va in cucina a prenderlo “allora, chi lo vuole? Sofi, lo vuoi tu un po’ di gelato, eh?”
    Ne prende un po’ dal cucchiaino e la imbocca. Sofia assaggia e fa una strana espressione quando sente il freddo alle gengive.
    “Dai, poverina.. le da fastidio!” replica Elena.
    “Ma che dici, lo sta mangiando! Un altro po’ amore?”
    “No, Irene.. è ovvio che apre la bocca, le piace!”
    “E allora che vuoi?”
    “Ma vedi che faccia fa?”
    “L’ importante è che ne vuole!”
    Io resto dall’ altro lato del divano, osservando divertita l’ immagine di Elena che tira via Sofia, e Irene che insiste per imboccarla con un altro po’ di gelato.
    Il suono del cellulare mi avverte che è arrivato un messaggio. Mi allungo per prenderlo e lo leggo:
    “Probabilmente ce l’ hai ancora con me, e hai ragione, ma ho troppo bisogno di vedervi. Tra un quarto d’ora sarò al parco, se ti va raggiungimi alla solita panchina. Ti amo.”
    “E’ Luca..” spiego alle ragazze, che mi guardano con aria interrogativa “dice che va al parco e vorrebbe che lo raggiungessi..”
    “Beh? Che aspetti?”
    Elena mi guarda di traverso “non avrai intenzione di non andare, vero?”
    “Se lo meriterebbe.. ma no, tranquilla, non ho intenzione di non andare..”
    Lei annuisce “ecco, brava!” Mi aiuta a preparare i bambini, le abbraccio entrambe e scendo.


  7. .
    Diciamo che pensavo che tra Gabriele e Rosa potrebbe nascere del tenero.. xD sarebbero una bella coppia! :) Anche se pure Emma.. insomma voglio vedere Mancini accasato! xD
  8. .

    CITAZIONE
    Ah, una nota a parte: Luca con Barbara? .... ahahahahahahaha xD guarda, piuttosto fallo diventare di nuovo gay, ma con Barbara no!

    Scusa perchè, che hai da dire su me e lui? U.u


    Daniiiii.. sono in astinenza da questa fan fiction!
    Quando continuiiiii?!?! *___________*
    Sono troppo curiosaa.. e poi sto cominciando a tifare per una nuova coppia.. speriamo bene! xD
  9. .
    Eccomi, in stra stra stra ridardissimo.. buon ferragosto a tuttee!

    PS. A tutte le scrittrici del forum.. vi leggo sempre, solo che non commento perchè non accendo il pc, uso l' ipod e da li non risulto registrata al forum! però ci tenevo a dirvelo..!!

    13 Capitolo

    Anna
    Siamo appena arrivati in ospedale. L’ hanno portato via, ma qualche secondo prima lui ha aperto gli occhi e mi ha guardata. Mi sento già più tranquilla, adesso. In ambulanza ci siamo accorti che aveva un giubbotto antiproiettile, quindi l’ hanno solo colpito alla spalla. Niente di grave.
    In quel momento arrivano Elena, Alessandro, Ugo e Vittoria. Mi abbracciano tutti, e gli riferisco cosa è successo in ambulanza.
    “se indossava un giubbotto antiproiettile, vuol dire che se l’ aspettava..” osserva Alessandro.
    Io li guardo tutti “a voi non ha detto niente?”
    “a me ha chiesto di controllare la targa di una macchina” risponde Ugo “ma mi sembrava preoccupato..”
    “a proposito di cosa non te l’ ha detto?”
    “no..”
    “beh faceva bene ad essere preoccupato, quel giubbotto gli ha salvato la vita..” interviene Elena.
    “Ora che ci penso, ieri sera l’ ho sorpreso mentre guardava fuori dalla finestra. Gli ho chiesto se veniva a dormire e ha risposto che mi avrebbe raggiunta dopo. Mi è sembrato strano, però aveva in mano delle foto di lui e Remo, pensavo avesse bisogno di stare un po’ da solo. E poi mi ha pure chiesto di chiudere bene le imposte, perché avrebbe fatto freddo..”
    “a che stai pensando, Anna?” mi chiede Ale “pensi che abbia visto qualcosa fuori?”
    “non lo so..” rispondo, sconsolata.
    “Anna..” Ugo mi fa cenno di guardarmi alle spalle.
    C’ è una donna che ci fissa. Non l’ ho mai vista, ma non faccio fatica a capire chi sia. Viola.
    Si allontana non appena si accorge che l’ ho vista.
    La vera sorpresa è dopo.. quando la vedo uscire dalla camera di Luca. Ci incrociamo, e inevitabilmente ci scambiamo uno sguardo. A me da fastidio sapere che sia stata da lui, e non faccio niente per nasconderlo. Ma anche il suo sguardo, non è per niente amichevole.
    Entro nella camera buia, Luca mi vede e mi sorride “ehi..”
    “come stai?” gli chiedo, avvicinandomi.
    “bene..”
    Sorrido soltanto. Mi viene da piangere e sto cercando di trattenermi. Inutilmente.
    “oh, Anna. Sto bene sul serio.. che c’ hai?”
    “niente..” mi affretto a rispondere “ho avuto solo paura.. non mi rispondevi e..”
    Mi accarezza una guancia “è tutto ok..”
    “se è tutto ok perché avevi il giubbotto antiproiettile?”
    “Anna..”
    “No, Anna niente. Per ora ti va bene perché non voglio affaticarti. Ma non appena starai meglio voglio delle spiegazioni, ok?”
    “si..”
    “ora ti lascio riposare, sono qui fuori..”
    “Oh, vai a casa eh..”
    “Non se ne parla, resto qua!”
    “Ma che resti qua.. devi andare dai bambini, io sto bene! A proposito come stanno?”
    “Bene, si sono solo spaventati.. adesso stanno con Tamara..”
    “vai da loro.. e fatti accompagnare a casa da qualcuno dei ragazzi..”
    “buonanotte Luca..”
    “Anna!”
    “Riposati..”
    Ovviamente, non lo ascolto. Non mi va di lasciarlo qui da solo.
    Mi organizzo con Elena e Vittoria per i bambini. Lorenzo starà con la prima, e Sofia con la seconda. Si erano offerte entrambe di tenerli tutti e due, ma Elena è da sola e Vittoria ha Nina, per cui uno solo basta e avanza.
    E’ quasi l’ una quando torno in camera di Luca. Lui dorme, è sedato. Mi sistemo sul lettino accanto al suo, e crollo.

    Luca
    Per fortuna stamattina posso già uscire. Me lo dicono dopo la visita delle dieci, e io sono un fulmine a prepararmi.
    Dopo un po’ mi vedo arrivare Elena “commissario, si esce allora..”
    “si, tu che ne sai?”
    “Abbiamo chiamato per sapere come stavi.. anche perché se era per te! con chi avevi intenzione di andare via?”
    “pensavo di chiamare un taxi..”
    “cretino..” mi porge una busta “tieni, ti ho portato un cornetto. Ti piace la marmellata?”
    “Da morire.. anche se con tutti gli antidolorifi che ho preso, c’ ho lo stomaco a pezzi..”
    Elena si forza di ricambiare il mio sorriso, ma capisco che si aspetta altro.
    “prima mi hanno minacciato..” le spiego “poi quando ho capito che mi stavano addosso, mi sono messo il giubbotto antiproiettile..”
    “E Anna non sapeva niente, ovviamente..”
    “No, non volevo spaventarla. Però mi sono reso conto che ho fatto una cazzata.. credevo che sarebbe stata a casa, al sicuro, invece oggi è uscita. Quando me la sono trovata in commissariato ho capito quanto sono stato cretino, e quanto ho rischiato..”
    “Non è questo il punto, adesso..”
    “Si, è questo invece. Ho protetto me stesso ma stavo per far ammazzare mia moglie e i miei figli. Non me lo perdonerò mai..”
    “tu gli hai salvato la vita, e lo dimostra il fatto che sei qua.. piuttosto, è te che dobbiamo proteggere..”
    “Devo capire chi mi vuole morto, Elena..”
    “E’ quello che faremo.. adesso però ti accompagno a casa!”
    “non credo proprio..”
    “oh, io credo di si..”
    “Ele non posso!”
    “Si, puoi. Anzi, devi! E se non vuoi farlo per te, fallo per la tua famiglia. Anna ti ha visto quasi morto ieri sera, adesso si merita di averti un po’ con lei, no?”
    Ecco, ha toccato il mio punto debole. Dopo questa frase cedo.. ha ragione lei.
    In macchina regna il silenzio, Elena è preoccupata, e lo sono pure io.
    “tuo figlio è stato un amore, stanotte.. non si è svegliato neanche una volta..”
    “E tu che ne sai? Hai dormito da me?”
    “No.. ho portato Lorenzo a casa. Scusa non ti sei accorto che Anna è stata con te, stanotte?”
    “Che cosa? No, io non.. ma le avevo detto di andarsene!”
    “La conosci tua moglie, Luca..”
    “Già..” sospiro “c’ ha una testa dura.. ma possibile che non me ne so proprio accorto?”
    “A quanto pare.. quando sono arrivata stamattina tu dormivi ancora.. le ho lasciato Lori e sono rimasta io..”
    “Capito. Grazie comunque.. anche se non ce n’ era bisogno.. state già facendo turni massacranti!”
    Lei si volta verso di me, e mi sorride “siamo una squadra, no?”
    Io annuisco, e penso che sono proprio fortunato, ad avere dei colleghi così.

    Quando arriviamo a casa, regna il silenzio.
    “starà dormendo..” ipotizza Elena.
    “probabile..”
    “Vuoi che faccia qualcosa?”
    “No, hai già fatto pure troppo.. vai pure, io sto bene..”
    “sicuro?”
    “Si, vai!”
    Lei si convince, e viene verso di me per salutarmi “allora riposati, e dai un bacio ad Anna..”
    “Va bene.. ciao Elena!”
    Quando sono solo, vado direttamente in camera da letto.
    Anna è stesa sul letto, e dorme profondamente. Stessa cosa i bambini, nella loro cameretta.
    Intenerito da quella visione celestiale, mi siedo e non riesco a fare a meno di accarezzarle il volto. Ma lei quasi sobbalza a quel contatto, e apre gli occhi di scatto.
    “Scusa, non volevo spaventati..”
    “Luca!” si mette seduta, e mi guarda ancora un po’ confusa “sei già qua?”
    “sono arrivato ora con Elena.. mi ha detto che sei rimasta in ospedale. Grazie tante per avermi ascoltato..” ma non è un rimprovero, infondo mi fa piacere che sia così premurosa.
    “Come ti senti?”
    “bene.. tu invece che c’ hai? Sei saltata..”
    “Niente, sono solo un po’ agitata..”
    “perché?”
    “tu che dici? Forse perché hanno tentato di ucciderti ieri sera?”
    “Ok, hai ragione. Facciamo così.. se mi prometti di stare tranquilla, ti spiego tutto..”
    “Va bene, avanti dimmi..”


    Anna
    Cammino nervosamente per la stanza, mordicchiandomi le unghie per l’ ansia.
    “Anna, avevi detto che saresti stata tranquilla..”
    “E come faccio, eh? Mi dici che sei stato minacciato, che hai visto un auto di fronte casa nostra e io devo stare tranquilla?”
    “So come muovermi..”
    “si, ho visto! Ti sei mosso proprio bene ieri sera!”
    “Senti cosa vuoi che faccia?” sbotta “è il mio lavoro! Lascio perde tutto?”
    “Non lo so, non lo so Luca come devi fare.. ma ricordati che adesso hai due figli! E loro hanno bisogno di te!”
    Lui si alza in piedi “e pensi che non me lo ricordo? Anna quando lavoro non passa momento che non pensi a voi, che non abbia paura delle conseguenze che potrebbero ricadere su di voi. Ieri sera avrebbero potuto colpì te, o i bambini, e io me sento una me*da per questo, perché vi ho messo in pericolo, e invece il mio compito è proteggervi. Cosa credi, che me piace sta situazione?”
    “No, non penso questo. Ma anche per me è lo stesso.. anche io vivo con il terrore ogni volta che squilla il telefono e ho paura che mi stiano chiamando per dirmi che ti è successo qualcosa. Ma lo accetto perché è la nostra vita, lo sapevo che sarebbe stato così. Però ci eravamo promessi che ci saremmo fatti forza a vicenda, che non ci saremmo mai nascosti niente. Non la stai mantenendo questa promessa..”
    Luca si siede di nuovo, e si passa le mani sul viso “ok, hai ragione. E’ vero non la sto mantenendo questa promessa.. ma dammi un’ altra possibilità, non sbaglierò de nuovo..”
    “Non ci credo.. ma almeno ci stai provando..” mi siedo accanto a lui, e lo abbraccio mentre mi appoggio sulla sua spalla sana “non ti voglio perdere..”
    “Ma che dici, non mi perderai!” mi risponde, accarezzandomi i capelli.
    E io vorrei tanto esserne sicura.

    Luca
    Passo tutta la giornata a riposo, Anna mi vieta di fare qualsiasi cosa, se non stare a letto con i bambini. E quest’ ultima cosa non mi dispiace, mi sembra sempre troppo poco il tempo che passo con loro. Passiamo tutto il pomeriggio sul letto, gioco con loro, gli parlo e cerco di fargli pronunciare la parola papà. Ovviamente, nessuno dei due mi da ascolto. Lorenzo mi guarda e mi ride in faccia, quasi stesse pensando che papà scemo gli è capitato. Sofia invece non si spreca neanche a guardarmi, e resta totalmente indifferente ai miei richiami, continuando a giocare con le costruzioni sparse tra le lenzuola.
    Ogni tanto Anna passa a controllare che non faccia sforzi con la spalla, e ne approfitta per restare qualche minuto con noi, allora facciamo una specie di gara, su quale delle due parole, tra mamma e papà, i bambini pronuncieranno per prima. Non vince nessuno, ovviamente.
    “Andiamo, e dite qualcosa..!” esclamo sconsolato.
    “La pediatra dice che non dobbiamo forzarli.. parleranno quando ne avranno voglia!”
    “Sarà.. ma so già sei mesi che aspetto di senrtirme chiamare papà..”
    “E presto succederà, tranquillo.. vabbeh io mi porto Lori, gli metto il pigiama.. dopo passo a prendere lei..”
    “Ok, capo..”
    Alle nove i bambini dormono già da un pezzo, e noi ci possiamo rilassare un po’ sul divano. Stiamo abbracciati per non so quanto tempo, abbiamo bisogno di sentirci vicini. Tanto che quando lei si alza per andare a fare una doccia, mi torna di nuovo addosso tutto lo sconforto. Penso a tutto quello che è successo.. Remo, Viola, l’ attentato.. e mi sembra di non riuscire a venirne a capo. Come se fossi in un incubo.
    La foto del mio amico è ancora lì, sul tavolino. La prendo e la fisso, con rabbia. Non doveva farmi questo. Non me lo meritavo.
    Accosto la foto alla candela sul tavolino, e lentamente la lascio bruciare. Devo dimenticare il passato.. e questo è il primo passo.
    Sento due mani calde sulle mie spalle. Anna mi abbraccia da dietro, mi posa un bacio sulla guancia e mi accarezza delicatamente le braccia. Respiro il suo profumo, ed è un toccasana.
    Almeno una certezza, in tutta questa storia, ce l’ ho. E’ lei..


    Il giorno dopo torno al decimo tuscolano, e subito ho la conferma che Remo è morto. Non mi sconvolge più di tanto, ormai lo sapevo. Quello che è più importante è che la banda è senza il capo. Un punto per noi.
    La cosa che mi fa stare peggio è il pensiero di doverlo dire a Viola. L’ ultima volta che ci siamo visti mi ha incolpato della morte di suo marito, e ora mi odia. E mi odierà ancora di più quando saprà che dovremo indgare anche su di lei. Il magistrato vuole che sia così, e ha pure ragione.
    Dice che qualche domanda sui soldi del marito deve essersela fatta. Eppure io Viola la conosco, ho visto la sua reazione quando ha saputo di Remo e sono sicuro che non c’ entra niente.
    Quando arrivo, la vedo uscire di casa e venirmi in contro. Mi saluta freddamente e mi fa entrare quando le dico che ho delle novità importanti. Non la sconvolge più di tanto la conferma, se lo aspettava ormai. E quando le ricordo che le indagini continueranno e sarà coinvolta anche lei mi da addosso.
    “parli come se non fossi tu a decidere.. tu me l’ hai ucciso e tu vuoi indagare su di me!”
    “Viola le cose non stanno come pensi tu..”
    “Vuoi dimostrarmi che ho sbagliato a scegliere lui?” mi chiede guardandomi negli occhi.
    Lo sapevo che prima o poi sarebbe uscito fuori questo discorso “Senti sono passati vent’ anni!”
    “Non vedevi l’ ora di dirmelo, ora puoi farlo, hai un motivo!”
    “Dai, per favore.. non facciamo i ragazzini! Non mi conosci, non sai niente di me!”
    “Basta quello che vedo..! Senti Luca che c’ è? Vuoi portarmi al distretto, interrogarmi?”
    “Viola io sono venuti qui per avvertirti, e dirti che non posso fare niente per tirarti fuori da questa storia!”
    Lei alza la voce “e invece io voglio essere lasciata in pace!”
    Cerco di rimanere calmo, indifferente “rovisteranno nella tua vita.. hai un bambino e potrebbe essere molto doloroso!”
    “Molto doloroso? Remo è morto e non so come cazzo dirlo a mio figlio! Con che faccia vieni qui a proteggermi?”
    “senti, io t’ ho voluto bene.. e non me lo dimentico!”
    “tornatene dalla tua famiglia, và..” e se ne torna dentro, lasciandomi lì’ da solo.

    Il giorno dopo io ed Elena andiamo a casa di sua madre, per l’ ispezione. La conosco, e mi dispiace farle questo, ma non ho scelta.
    “guarda un po’ chi sta arrivando..” esclama scocciata Elena, mentre io parlo con un agente. Mi volto e la vedo. Viola.
    “che ci fate qui? E’ casa di mia madre!”
    “Viola te l’ avevo detto che l’ indagine avrebbe coinvolto te e non solo..”
    “Luca ma che pensi di trovare? Venivamo qui una volta al mese!”
    “E’ la procedura, non posso farci niente..”
    “E’ mia madre!” Mi guarda con disprezzo, poi cerca di allontanarsi “devo stare con lei mentre le sfasciate casa!”
    Fa per entrare ma Elena subito le blocca il passaggio, e guarda me. So che si aspetta che le neghi il permesso, ma non ci riesco. E’ sempre Viola. “va bene..”
    “prego..” fa la Argenti.
    In casa cominciamo cominciamo con la perquisizione, ma non troviamo niente. Ele mi dice che dobbiamo controllare il divano, ma non è necessario perché è la stessa Viola a mostrarmi una pistola chiusa dentro un cassetto.
    La portiamo in commissariato, e la interroghiamo. Le chiedo di parlarmi degli amici di Remo ma lei non sa rispondere, dice che da quando sono tornati a Roma non hanno frequentato nessuno. Però fa il nome di un certo Oscar, un amico del calcetto, diceva lui. Mando Elena a chiamare Vittoria per l’ identikit, mentre cerco di fare forza a Viola, che sta veramente male. Non so cosa fare per farla stare meglio. E tutto il pomeriggio non faccio che pensare a lei.

  10. .
    Capitolino..

    12 capitolo


    LUCA

    Torniamo in commissariato, il morale è praticamente a terra. Ale vuole che vada in ospedale, ma non mi va, e poi non è il caso. Sto benissimo, fisicamente almeno.
    Ci richiudiamo subito nel mio ufficio, dobbiamo capire come procedere. Quando una porta si spalanca.
    “Luca!”
    Vedo Anna correre verso di me, visibilmente agitata. Sembra che abbia corso.
    “Ehi, che ci fai qua? E’ successo qualcosa?” le chiedo stupito, mentre la abbraccio.
    “A me lo chiedi? Ho sentito al telegiornale dell’ esplosione, hanno detto che eri rimasto ferito!”
    “Ma no, che ferito! E’ nà cavolata.. sto bene, non vedi?”
    “Lo sai che tuo marito c’ ha la pelle dura, Annina!” le dice Gabriele, per tranquilizzarla.
    “Non devi credere alle ca**ate che sparano alla tv..”
    “Non lo farei, se tu mi avissassi per dirmi che è tutto a posto!”
    Annuisco “Hai ragione, scusami.. ma è successo un casino, me ne sono completamente dimenticato!” Mi rivolgo ai ragazzi “facciamo una pausa di cinque minuti.. prendetevi un caffè!”
    Si alzano tutti, ed escono lasciandoci soli. Anna si espone di più e torna ad abbracciarmi, stavolta più forte “non sai che spavento che mi sono presa..”
    “Mi dispiace.. è che.. Remo è morto!”
    Alza lo sguardo verso di me, e si morde il labbro “oddio..”
    “già..”
    “Mi dispiace tanto, amore..” Mi sussurra, accarezzandomi una guancia.
    Io le prendo la mano e gliela stringo “lo so. I bambini?”
    “Sono con Irene.. tu come stai?”
    Alzo le spalle “come vuoi che stia..Sono arrabbiato, incazzato nero per quello che era diventato.. ma comunque mi sento.. come se avessi perso una parte de me. Sai, Remo è stato per anni come un fratello..”
    “Capisco. Sua moglie lo sa?”
    “No, infatti volevo passare a dirglielo!”
    “perché prima non vai a fare un controllo in ospedale?” mi chiede preoccupata.
    “Non me serve, sto bene..”
    “Guarda che Lorenzo me l’ ha detto che sei stato scaraventato fuori!”
    “Si, ma me so ripreso subito! Stai tranquilla, torna a casa.. io vado da Viola, e poi ti raggiungo..”
    “Vuoi che ti accompagni?”
    “No, non ti preoccupare..” Non è il caso che si incontrino, non adesso. Anche perché Anna non sa niente di Viola, di quello che ho provato io per lei. Non so perché non gliel’ ho detto, è una storia vecchia, eravamo ragazzini.. eppure, non riesco a dirglielo.. se lo facessi, non starebbe più tranquilla a sapere che la frequento.. e credo che, dopo la morte di Remo, la vedrò parecchio.

    Anna
    Non appena Irene mi apre la porta, la guardo subito preoccupata “tutto a posto?”
    “Si! Anna, mi meraviglio di te.. sono incinta, non malata!”
    “si lo so, ma so anche che con un pancione di quasi otto mesi non deve essere facile occuparsi di due bambini!”
    “Occuparsi.. guarda che dove li hai messi, là sono rimasti..”
    Sorrido, mentre vado con lei in salone. I gemelli sono nel carrozzino, Lorenzo dorme, mentre Sofia guarda tranquilla il soffitto.
    “Sofi si è svegliata, ma non ha pianto.. le ho dato un po’ d’ acqua e le sono stata un po’ vicino, è stata buonissima!”
    “Brava amore di mamma!” le sussurro, mentre la sollevo dal carrozzino, e mentre la bacio mi siedo sul divano accanto alla mia amica.
    “allora, sta bene Luca?”
    “si.. a parte che è distrutto per la morte dell’ amico. Hai saputo?”
    “si me l’ ha detto Alessandro.. brutta storia!”
    “già.. tra l’ altro Luca non si è sfogato molto prima, è stato molto controllato.. non vorrei si tenesse tutto dentro!”
    “Magari prova a parlagli di nuovo stasera..”
    “Si ci provo, anche se lo sai come è fatto Luca.. non mostra volentieri le sue emozioni..” sospiro, mentre tolgo una ciocca dei miei capelli dalle mani di Sofia, che ci gioca incuriosita “comunque, tu come stai? Ormai manca poco..”
    Lei si accarezza la pancia “non vedo l’ ora, anche perché non ne posso più, mi sento una balena!”
    Rido “avete deciso il nome?”
    Irene scuote la testa “A me piace Francesco, ma Ale non vuole perché gli ho detto che un mio ex si chiama così!”
    “ah, beh non ha tutti i torti!”
    “si, lo so..” sorride.
    “Vabbeh, io vado che è tardi, devono mangiare..” prendo i loro cappotti e prima infilo a Sofia il suo, poi cerco di metterlo anche a Lorenzo senza svegliarlo. Ire mi accompagna alla porta e resta a guardarci fino a che la porta dell’ ascensore non si chiude del tutto.

    Luca

    Non riesco a toglirmela dalla mente. La sua espressione sconvolta, le sue lacrime, quel modo
    in cui ha abbracciato Marco, disperata. Mi sfrego frenticamente la faccia sotto il getto freddo della doccia, cercando di scacciare quelle immagini.
    Non avrei mai voluto darle una notizia del genere, e ancora adesso mi sento quasi in colpa. Non se lo merita. Viola non si merita questo. E forse proprio per questo motivo che le ho detto che può ancora sperare. Non avrei dovuto, perché le possibilità sono veramente poche e così non ho fatto altro che darle inutili speranze, ma non me la sono sentita di darle una botta così pesante, non tutt’ insieme.. almeno così si abituerà all’ idea.
    “Come se ci potesse abituare, a una cosa del genere..” sospiro.
    Esco dalla doccia e mi vesto velocemente. La cena sarà già pronta. Mi dispiace per come ho trattato Anna, prima.. sono entrato e l’ ho salutata appena, poi sono scappato qui. Sono sicuro che lei ha capito, sa come mi sento e sa qual’ è il mio modo di reagire a certe cose, ma so anche che un po’ ci sarà rimasta male.
    Quando esco in corriodio, Swami mi viene contro scodinzolando, ma la scanzo con una carezza. Non sono proprio in vena di giocare.
    Anna è sul divano, tiene Lorenzo sulle gambe, rivolto verso di lei, e ci gioca alternando piccoli bacini sul naso. Lui sorride divertito, e agita le manine ogni volta che lei si avvicina al suo viso.
    “La cena è a tavola..” mi dice, quando mi vede.
    “e tu?”
    “Non ho fame..”
    Annuisco, mentre mi avvicino al dondolo per prendere Sofia. Lei comincia a strapitare e urlare quando mi vede, e tende subito le braccia verso di me. Adoro quando fanno così..
    La metto in posizione orizzontale e le riempio di bacini la pancia, lei soffre il solletico in quel punto e ride a crepapelle ogni volta che lo faccio.
    Vado a sedermi pure io sul divano, e approfitto del fatto che Sofi si sporge verso il fratello per afferragli la manica, per baciare delicatamente Anna su una guancia “scusa.. sono insopportabile, lo so..”
    Lei mi sorride “ma no, hai perso un caro amico, è normale.. è solo che mi dispiace non poter far niente per te..”
    “niente? tu fai tutto, Anna. Se non ci fossi tu, e i bambini, io.. io non riesco neanche a immaginare come sarebbe.. se penso alla mia vita senza di te vedo solo buio.. questo io non lo chiamerei niente.. Se non ti parlo di Remo, è proprio perché ho bisogno di concentrarmi su di voi, sulla mia famiglia, perché è l’ unica cosa che mi fa stare un po’ meglio..”
    Anna mi guarda, e nei suoi occhi riesco a leggere che sono riuscito a darle le risposte che aveva bisogno di avere.
    Le stampo un altro bacio, poi poso Sofia e vado a mangiare. Quando torno in salone lei non c’ è, evidentemente è andata ad addormentare i bambini.
    Il mio sguardo si sposta sul mobiletto accanto alla tv, mi avvicino per aprirlo, e prendo un cofanetto di legno. Mi è appena venuto in mente che, qualche mese dopo il trascoloco, avevo trovato delle foto di me, Remo e Viola da bambini, e infatti eccole lì. Le sfoglio, con una velata nostalgia. Mi distrae lo squillo del telefono. Rispondo, ma dall’ altro lato nessuno parla.
    “pronto? Pronto?”
    Niente. Mi pervade una sensazione strana. C’è qualcosa di strano.. non mi sento tranquillo. Mi affaccio alla finestra, ma sembra tutto a posto. Poi noto una macchina. E’ una golf bianca, ed è parcheggiata proprio di fronte casa. Il che è molto strano, in quanto non siamo in un palazzo e siamo gli unici io ed Anna ad abitare qui.
    “Luca, chi era?”
    Mi volto. Anna mi sta guardando, mentre stringe le bavette dei bambini ancora tra le mani.
    “nessuno, hanno sbagliato..”
    “ah. Vabbeh, andiamo a letto?”
    “si, avviati.. ti raggiungo tra un po’..”
    Anna sposta lo sguardo sulle foto che ho in mano, e probabilmente capisce che voglio staremene un po’ da solo.
    “Va bene, allora buonanotte..”
    “Buonanotte.. Ah, Anna.. chiudi bene le imposte, anche quelle dei bambini. Farà freddo stanotte!”
    Lei mi guarda un po’ stranita “ok.. ma.. va tutto bene?”
    “Si, te l’ ho detto.. ho appena visto le previsioni, e pare che scendano le temperature..”
    “Come vuoi..” si volta e torna in camera. Sembra tranquilla..
    Appena è via, corro a prendere un foglio e mi segno la targa. Uscire adesso, da solo e senza un piano, non ha senso. Chiudo bene tutte le porte e le finestre, e vado a letto.
    Anna e i bambini dormono tranquilli. Io invece, ovviamente non riesco a prendere sonno.

    Il giorno dopo, la prima cosa che faccio quando arrivo al distretto, è chiedere ad Ugo di fare una ricerca sulla macchina che ho visto ieri sera.
    Sono quasi le otto di sera quando mi da la riposta.
    “La targa che mi hai dato non appartiene a una golf..”
    “uhm.. e allora?”
    “però ho trovato una golf che ha una targa molto simile che è stata rubata ieri mattina!”
    E si accende una lampadina. Faccio per andare in ufficio, ma una voce conosciuta mi fa bloccare.
    “Ehi, papà!”
    E’ Anna, che spinge il carrozzino con i bambini. Sbianco quando la vedo. Non avevo previsto che sarebbe uscita di casa. Che stupido. Cosa pensavo? Che si sarebbe chiusa dentro? Infondo lei non sa niente..
    “e voi che ci fate qui?” le chiedo, cercando di nascondere l’ ansia della mia voce.
    “siamo andati a trovare Irene, e poi abbiamo pensato di venirti a prendere. Ci sei mancato tanto oggi.. torni a casa con noi?”
    La guardo un po’ titubante. Avrei da fare, ma non posso resistere al suo sguardo e agli occhi dei miei figli. Ma si, dai. Loro sono la mia priorità, me lo sono ripromesso quando sono nati. E quindi la precedenza va a loro.
    Annuisco con un sorriso “Si, va bene.. andiamocene a casa!”
    Vado a prendere il giubbino e usciamo insieme.
    “Perché non la lasci qui la macchina? Vieni con noi e domani ti riaccompagno io..”
    “No dai è meglio di no, poi devi fare le corse..”
    “vabbeh che fa.. una volta tanto..”
    Faccio per risponderle, ma vedo qualcosa che mi gela il sangue. Una grossa macchina si è appena avvicinata, e dal finestrino sbuca una specie di mitragliatrice. Succede tutto in un secondo. Non so nemmeno io come faccio, ma in un istante mi assicuro che i bambini siano protetti, mentre vedo Anna proprio sotto tiro. Cazzo. La spingo via così forte da farla cadere per terra. Poi sento un bruciore alla spalla, e cado pure io.


    Anna
    Mi ritrovo per terra senza nemmeno avere il tempo di capire che sta succedendo. Ma il rumore degli spari mi arriva, chiaro e tondo. Mi metto subito seduta, e mi rendo conto che quello che temevo, è successo. Luca è steso per terra, con un espressione di dolore sul viso.
    “Luca! Oddio, Luca..” cammino sulle ginocchia per arrivare il prima possibile da lui “Luca..” continuo a chiamarlo, alternando piccoli buffetti sull’ altro braccio.
    All’ improvviso mi ricordo dei bambini. Mi volto terrorizzata, ma per fortuna sono ancora nel carrozzino, e stanno bene. Torno a concentrarmi su mio marito, e mi accorgo che sta perdendo conoscenza “Luca ti prego..” inizio a chiamarlo a voce più forte, e a piangere “amore, ehi mi senti.. Luca!!”
    Nel frattempo sono usciti gli altri e sono cominciati gli spari. I rumori e le mie urla spaventano Sofia e Lorenzo, che cominciano a piangere.
    “Luca..” singhiozzo, mentre gli accarezzo il volto “Lucaaa!” Non riesco a fare altro che pronunciare il suo nome. Sono in panico. Sento qualcuno che mi prende da dietro. E’ Alessandro.
    “Anna, va tutto bene..”
    “No, non è vero.. Non risponde Ale! Lo vedi?”
    “Non è niente, abbiamo chiamato l’ ambulanza..”
    “Luca!! Luca rispondimi, cazzo!”
    Ale cerca di tirarmi via “Camlati dai.. stai anche spaventando i bambini, vedi?”
    Mi volto. Elena e Vittoria li hanno presi in braccio e cercando di calmarli, mentre li portano dentro.
    “Su, stai tranquilla..” mi surrussa ancora lui, e io non posso fare altro che guardare Luca e continuare a piangere.

  11. .
    sinceramente non mi ricordo.. credo il primo episodio comunque, il secondo massimo..
  12. .
    compare in che senso? quello della lettera dici?
  13. .
    Oooh Dani, ti adoroooo! *-*

    Victory, Wendy.. grazie mille! E' vero geme.. anche io voglio un Lucaa! XD
  14. .
    Grazie Dani! *-*
    senti, tu per caso conosci qualche sito dove posso trovare in streaming Distretto 10? Io fino a poco fa ne avevo uno, ma adesso non mi funzionano più i link.. e sono bloccata con la ff perchè non mi ricordo niente della serie! :)
  15. .
    Da questo capitolo comincia il parallelo con Distretto 10. La situazione comunque è molto diversa.. ho preferito lasciare i vecchi personaggi, per cui niente Barbara, o Marta o Pietro.. per questo motivo di alcune scene e alcuni dialoghi presi dalla vera serie, spesso mi sono ritrovata a cambiare i protagonisti, per esempio Giulia Corsi è sostutita a volte da Anna, altre da Elena.. e cosi via.. comunque, passiamo ai fatti..

    11° capitolo

    Luca
    Il corridoio del terzo piano dell’ ospedale sembra non finire mai. Le porte scorrono davanti a me. Finalmente la trovo. La 203. La stanza di Remo. E’ aperta, così entro.
    “Allora sei te!”
    “No, Kamikaze!” mi riconosce subito, nonostante ne siano passati di anni. Kamikaze era il mio soprannome, da ragazzino. Kamikaze e Bazuka. Due pazzi, eravamo..
    “Bazuka! Bazuka de nome e de fatto, stavolta te c’ hanno sparato col bazuka, eh!”
    “mamma mia m’ hanno fatto un buco, lascia perde..”
    “infatti sto qui per questo, me l’ hanno detto al commissariato!”
    “che commissariato?”
    “Ah, te non lo sai. Vengo dal X tuscolano..” gli spiego, fiero.
    “er kamikaze m’ è diventato una guardia!” sempre il solito, Remo. Non è cambiato.. è il ribelle che ho sempre conosciuto.
    “e manco una guardia semplice.. Commissario!”
    “mazza oh..”
    Sposto il mio sguardo su un bambino biondo seduto accanto al letto.
    “e lui?” chiedo, ma immagino già la risposta.
    “e lui è Marco, mio figlio!” poi aggiuge “la madre me sa che la conosci!”
    In quel momento un rumore dietro di me mi fa voltare. E spunta lei. Viola. E’ cambiata, ma la riconoso subito.
    “ciao Viola!”
    “ciao Luca!”
    Ci salutiamo, mentre Remo, con fare giocoso, esclama “hai visto, alla fine me la sono sposata?”
    Sorrido forzatamente, lei invece non lo fa proprio. E’ una parte della nostra amicizia che preferiamo non ricordare. La classica storia dei due amici che si contendono la bella del quartiere.
    “e te? Non me dì che sei solo perché non ce credo...”
    Sorrido “io.. beh, io sono stato da solo per tanti anni.. poi mi sono innamorato di una mia collega. Adesso abbiamo due bambini di sei mesi..”
    “maddai, veramente? Sò contento!”
    “a chi lo dici..” mi volto verso Viola, e le sorrido. Lei però ha un’ espressione strana.. non mi pare sia stata così contenta di rivedermi, ma forse è solo un’ impressione.. magari è preoccupata per il marito.
    “due gemelli?” mi chiede lei.
    “si.. un maschio e una femmina. Appena stai meglio, venite a cena da noi, così ve li faccio conoscere.. loro e Anna..”
    “sarà un piacere..”
    Annuisco “vabbeh, adesso devo scappare! Devo trovà chi ti ha ridotto così.. riprendite presto eh Bazù!”
    “contace!”
    Ci sorridiamo un ultima volta, poi lascio la stanza.



    Anna
    Oggi ho deciso di dedicare un pomeriggio al relax.. ultimamente mi sono data molto da fare in casa, e tutto il lavoro, aggiunto all’ impegno dei bambini, mi sfinisce.
    Tra l’ altro al decimo tuscolano è un periodo difficile. Da quel che mi ha raccontato Luca, pare sia arrivato in zona un traffico di droga dal quartiere di Torre spaccata, e alcune discordanze tra trafficanti e fornitori stanno creando ondate di violenza. Da ieri ci sono state ben due sparatorie in strada, dell’ ultima ne stanno parlando proprio adesso, in tv.
    Ascolto distrattamente, poi però vedo il volto di Luca e subito alzo il telecomando per ascoltare meglio.
    “… noi comunque ce la stiamo mettendo tutta, ma forse non basterà. Vogliamo prendere quei delinquenti? Allora aiutateci voi! Se qualcuno ha visto qualcosa.. sentito qualcosa.. che venga pure al Decimo Tuscolano a dircelo senza problemi!”
    Il servizio finisce lì. Io sono perplessa.. Luca è uno che ricorre alla televisione soltanto se costretto. Per lasciare quelle dichiarazioni, vuol dire che è preoccupato davvero.
    E come dargli torto.. la gente non sta prendendo bene questi attentati in pieno giorno, la tensione si sente. E lui non può neanche biasimarli.. infondo lui stesso ieri mi ha pregato di restare in casa, se possibile. Tra l’ altro nella sparatoria di ieri è stato pure ferito un suo vecchio amico, Remo Damiani. Non si vedevano da anni, e mi è sembrato felice di averlo ritrovato. Almeno questo..
    Il telefono squilla interrompendo il mio flusso di pensieri.
    “pronto? Ciao Irene!”
    “ciao, hai visto il servizio alla tv?”
    “ Si, l’ ho visto..”
    “beh.. strano è che si sia fatto intervistare..”
    “non so che dirti, anche a me è parso strano, evidentemente sono con l’ acqua alla gola..”
    “già, tra l’ altro ho appena sentito Ale.. e ho saputo che secondo l’ analisi balistica, il Killer era intenzionato a colpire l’ amico di Luca..”
    “ah si? Non la sapevo sta cosa..”
    “Si ma l’ hanno saputo da poco.. Luca proprio adesso dovrebbe essere da questo per capire peerchè ha mentito..”
    “secondo te è implicato in qualche affare sporco?”
    “non saprei, sinceramente.. purtroppo ormai sono fuori gioco anche io..”
    “non ne parliamo, tra l’ altro mi dispiacerebbe non essere vicino a Luca se dovesse essere così.. sicuramente non sarà facile per lui.. era così contento..”
    “già.. vabbeh, se so qualcosa ti informo, ok?”
    “pure io.. tu tutto bene?”
    “si, sto benone.. ormai faccio la vita della pantofolaia!”
    “fai bene.. ciao Ire, grazie!”
    “ciao tesò!”
    Chiudo la chiamata, e rimango a guardare il telefono, indecisa se chiamare o meno Luca.

    Luca
    Guido verso il X tuscolano, stringendo con rabbia le mani sul volante. Ormai non ci sono dubbi, Remo è dentro fino al collo a questa storia dei traffici. Sono deluso, deluso e amareggiato. Non ne lo sarei mai aspettato da lui, dal mio amico, da Bazuka. Siamo sempre stati degli scavezzacollo da ragazzini, è vero, ma credevo che una certa moralità l’ avesse sviluppata. E invece il mio ex migliore amico vende droga. Roba da pazzi.
    Ripensò alla discussione avuta pochi minuti fa.
    “Ma che t’ è successo Luca? Quando me ne so annato non eri così, eri un fiore! Adesso torno e ti ritrovo incattivito.. che t’ è successo, perché insisti che t’ ho fatto?”
    “Remo se io sto qua a parlà con te è perché te voglio bene, perché io e te siamo amici! Lascia stà ste stronzate finche sei in tempo! Qua va a finì male!”
    “quanto vuoi pe lasciamme perde?”
    “ah ma allora non capisci un cazzo!”
    “Luca, te lo dico una volta sola.. in questa storia non me stà in mezzo ai piedi!”
    “non posso..”
    “allora te devi guardà le spalle..”
    Mi sale la rabbia al solo ricordare quelle frasi. Mi ha persino offerto dei soldi! Ma con chi crede di avere a che fare?
    Parecchio velocemente, ed ento in commissariato. Elena, Alessandro e Gabriele mi fermano in atrio.
    “Oh, Luca.. allora?”
    “Allora praticamente ha amesso.. o meglio, me l’ ha fatto capire!”
    “e adesso?”
    “adesso troviamo le prove per incastrarlo.. mettiamoci al lavoro..”
    Faccio per andare ma di nuovo Ale mi ferma “Luca?”
    “che c’ è?”
    “sicuro che vuoi occuparti di questa indagine?”
    “ovvio che lo sono Alessà, che domande fai..”
    Alessandro mi guarda scettico, e io capisco subito a cosa sta pensando.
    “senti, gliel’ ho detto anche a lui.. c’ ha provato a convincermi a lasciarlo stare, in nome della vecchia amicizia, ma io non ho intenzione di farlo. Pagherà per quello che sta facendo, quindi non ti preoccupare, non mi lascerò coinvongere..”
    Elena prende subito parola “Non intendevamo questo, non abbiamo mai pensato che potrebbe corromperti.. pensavamo solo che.. insomma, non ti facesse piacere indagare su una persona cara..”
    “Lo so, tranquilli.. è tutto a posto! Posso andare ora?”
    Lei mi sorride, e annuisce “vai!”


    Anna
    “Dai Sofi, fai la nanna amore!”
    Sbuffando, continuo ad andare su e giù nel salone, nella speranza che la peste prenda sonno. Sono le dieci, Lorenzo dorme già da un’ abbondante mezz’ ora, mentre lei, come al solito, non ne vuole sapere.
    Sento girare la chiave nella toppa. E’ Luca, che finalmente si è degnato di tornare.
    Entra senza accorgersi neanche di me, e chiude silenziosamente, per non fare rumore. Poi, mentre si toglie il giubbino, mi nota.
    “ehi.. sei sveglia!”
    “si, sono sveglia..” rispondo, un po’ acidamente “tu mi raccomando non la fare mai una chiamata! E’ tardissimo..”
    “Anna ò sai! E’ inutile che fai na’ storia ogni volta, lo sai che è così.. a volte faccio tardi, a volte no..”
    “Ho capito, e infatti io non ti chiedo di essere qui alle sette, ma di avvisarmi almeno!”
    “ma per dirte cosa?”
    “che sei vivo, per esempio!” lo urlo, quasi, e mi pento subito perché Sofia, che aveva chiuso gli occhi, li spalanca di nuovo di colpo.
    Luca mi guarda un’ attimo perplesso, poi si siede sul divano “hai ragione, scusami, scusa è solo che è stata nà giornataccia.. perdonami!”
    Lo vedo veramente afflitto e non riesco ad essere ancora arrabbiata, anche perché mi preoccupo “che è successo?”
    “è una storia immensa, guarda..”
    “riguarda Remo? Si messo in brutti giri?”
    “e tu che ne sai?”
    “ho sentito Irene, a cui ne ha parlato Ale.. ma in maniera generica..”
    “alla fine questo è.. niente praticamente Remo è il capo della banda.. gestisce i traffici di droga.. bella fine, eh?”
    “sei stato da lui?”
    “Si.. due volte! Prima ha negato, poi però l’ ho scoperto e non ha più potuto trovare scuse. Che delusione..”
    “immagino..” gli rispondo comprensiva, avvicinandomi a lui.
    “ma sai qual’ è la cosa che mi fa più male? Che mi ha trattato come se quello sbagliato fossi io! Mi ha detto che sono cambiato, incattivito.. che non ricordo quello che ci legava in passato.. cioè neanche per un attimo ha pensato che è il mio lavoro, che sono costretto a farlo.. no, per lui mi sto accanendo, come se gli avessi fatto qualcosa!”
    “beh te lo dovevi aspettare, no? Che ti aspettavi, che ti chiedesse di essere arrestato? Ha cercato di rigirarsi la frittata, e per farlo ha cercato di colpirti nei tuoi.. punti deboli, chiamiamoli così.. sa bene quanto tieni alla sua amicizia, e credeva che accusandoti del contrario, avrebbe potuto farti desistere..”
    “E se sbaglia de grosso, allora. Alla sua amicizia ce tengo, ma non sono disposto a tradire il mio ruolo. Pensa che m’ ha persino offerto dei soldi.. questo significa che non se ricorda veramente più niente de me..!”
    Mi dispiace vederlo così, è chiaro che ci soffre.
    “lo arresterai?”
    Mi risponde deciso “si, non ho altra scelta..”
    Annuisco, poi mi rendo conto che c’ è un metodo per farlo stare meglio. I bambini. Quando torna a casa la sera dopo giornate simili, gli basta vederli, coccolarli un po’, e dimentica tutto.
    Approfitto del fatto che Sofia sia ancora sveglia, e gliela porgo.
    “vado a riscaldare la cena, ci pensi tu a far addormentare la bimba bionica? Con me non ne vuole sapere!”
    Sorride, mentre la afferra saldamente tra le braccia “si, dai a me. Sono così preso da stà storia che non l’ ho neanche salutata. Scusami, amore mio!” la solleva alla sua altezza e comincia a sbacicchiarsela. Lei si agità un po’, probabilmente anche a causa del leggero pizzicore della barba.
    “Lorenzo?”
    “dorme da un ora, come al solito! Luca però ti ho chiesto di addormentarla, non di giocarci!”
    “si, un attimo!” mi risponde, ma non mi ascolta, e continua a farle i versetti. Ma non importa, perché la tiene in braccio da pochi secondi, ed è già molto più rilassato.
    Quando lo chiamo per venire a tavola, Sofia è ancora sveglia. Lui la siede sulla sua gamba e la lascia giocare con il bordo della tovaglia. Non gli chiedo niente delle indagini, voglio che non ci pensi, almeno adesso. Così gli racconto la mia giornata, quello che ho fatto e i progressi dei bambini. Quando finiamo io metto a posto la cucina mentre lui va in camera da letto con la bambina. Lo raggiungo e scopro che è finalmente riuscito ad addormentarla.
    “ce l’ hai fatta?” gli domando sorridente.
    “già..”
    “Bene, vado a mettere il pigiama allora!”
    “Anna.. aspetta!” mi chiama e mi fa sedere accanto a lui “mi dispiace per come mi sono comportato prima.. non volevo..”
    “Lo so, non ti preoccupare..” gli accarezzo una guancia e lo guardo negli occhi “è tutto a posto..”
    “Grazie. Dai, sbrigati che ti aspetto..”
    “Faccio in un attimo!” mi alzo e scappo nel corridoio, non prima di avergli stampato un bacio sull’ angolo della bocca.

    Luca
    E’ un momento. Degli spari. Poi una forte esplosione. Sento il vuoto sotto di me, e una forte pressione mi scaraventa per terra. Un dolore alla schiena, e il buio.
    Quando apro gli occhi, vedo le facce preoccupate di Lorenzo, Gabriele ed Elena.
    “Luca, tutto bene?”
    Mi alzo, a fatica. In un momento ricordo tutto “Remo?”
    Non mi rispondono, ma non ce n’ è bisogno. Davanti a me, il capanno dove si nascondeva Remo, con la sua banda, è in fiamme. E nessuno di loro, è fuori.
    E’ morto. Bazuka è morto.
    Sento di nuovo il dolore di prima, ma stavolta più forte. E viene da dentro. E’ il dolore per aver perso una delle persone più importanti della mia infanzia. E ora, devo dirlo a Viola.

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